La mostra “Cose normali. Abitare con Vico Magistretti” presso l’omonima Fondazione, rende omaggio al grande architetto e designer milanese
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MILANO. La ricerca di Vico Magistretti (1920 – 2006) nel design, nella cultura del progetto, nella sperimentazione di materiali, di soluzioni spaziali e di forme lontane – nel loro rigore – dalle mode, ha attraversato i decenni. Oggetti che sono arrivati a noi insegnandoci a giocare con la luce e a modularla, diventando elementi evocativi importanti nella nostra memoria.
La curatela dell’antropologo Claudio Rosati parte dalla scelta di cinque oggetti del maestro che accolgono il visitatore entrando nello spazio: Uragano (1992) si rifà alla seggiola in bambù; Tadao (1993) letto d’ispirazione orientale raffinato ed essenziale; Cina (1986) è una delle cucine intramontabili ideate per Schiffini ed infine le lampade Clitunno disegnata per Artemide (1964) e Melilla per OLuce (1978).
Accanto ai prodotti disegnati da Magistretti, prestati per l’occasione dalle aziende partner della Fondazione, una seconda parte della mostra è invece dedicata all’approfondimento e all’interpretazione in chiave antropologia degli oggetti selezionati.
A partire infatti dalle funzioni che questi oggetti hanno, alle quali corrispondono alcune fondamentali azioni dell’uomo, semplici e quotidiane come dormire, cucinare, illuminare, riposare, in mostra troviamo anche alcuni oggetti e curiosità riportate dai libri, le quali ci ricordano di modi diversi d’interpretare queste attività. Nascosti da piccoli sportelli da aprire, ritroviamo antichi oggetti e riti, gesti naturali che però nascondono mille modi di compierli perché, come affermava Magistretti, «la casa in genere ha una sua giustificazione quando diventa una testimonianza della persona che ci abita, cioè di quella che è stata la sua vita. Infatti la casa è una specie di museo contemporaneo, è un’esposizione del passato».
“Cose normali” ma oggetti ormai diventati iconici, letti all’interno del variegato paesaggio domestico che racconta come vengono vissuti una casa e i suoi oggetti. Un modo per rileggere, prendendo un po’ di distanza, il rapporto tra i comportamenti quotidiani e gli oggetti che sono un mezzo che talvolta rimane nell’ombra. Se è vero, come afferma Magistretti, che «se qualcuno entra in un negozio e compra per esempio una mia lampada, ebbene quella lampada finirà per influenzare la sua vita nella casa», è altrettanto vero che la stessa lampada sarà evocatrice di memorie, sfondo di sentimenti ogni volta differenti per ognuno.
Nonostante lo spazio della Fondazione non sia vasto, tutto è raccontato alla perfezione. Le varie parti della narrazione sono tenute insieme da un attento allestimento, curato da Luca Poncellini in collaborazione con alcuni studenti della NABA e da uno splendido ed elegante progetto grafico curato da Bunker. Colore e segni grafici fanno da quinta sulle pareti agli oggetti esposti, senza sovraccaricare l’ambiente e senza togliere l’attenzione dagli oggetti.
La mostra si concluderà nel 2020, anno del centenario dalla nascita dell’architetto milanese e decimo anno di attività della Fondazione stessa.
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Cose normali. Abitare con Vico Magistretti
Fondazione studio museo Vico Magistretti
Dal 4 aprile 2019 al 20 febbraio 2020
a cura di Claudio Rosati
Progetto di allestimento a cura di Luca Poncellini con Valentina Cerra e Chiara Corbani
Progetto grafico di Bunker
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allestimenti , anniversari , Milano , mostre
Last modified: 4 Giugno 2019