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Arianna PanarellaWritten by: Design

Fuorisalone 2017: il meglio e il peggio in città

Fuorisalone 2017: il meglio e il peggio in città

Una carrellata delle proposte presentate tra i vari distretti del design, dal 5Vie a Brera, da Ventura Lambrate a Ventura Centrale

“Impossibile” è stata una delle parole più utilizzate la scorsa settimana, durante il Salone del mobile, da addetti ai lavori e non.

Impossibile essere presenti ad ogni evento, impossibile vedere tutto, impossibile camminare ed attraversare la città. Per chi non avesse avuto il coraggio di addentrarsi nel ricco palinsesto del Fuorisalone vi proponiamo il meglio, e il peggio, di quello che è avvenuto nel cuore della città.

Partiamo dal distretto 5Vie che ha visto protagonista Cartier in una delle campate del Garage Sanremo con uno scenografico, e alquanto kitsch, allestimento di Desi Santiago, fin troppo eccessivo per la settimana del Design.

Si parla di progettualità, quella vera, di ricerca e sperimentazione a Palazzo Siam nello spazio della Venice Design Week che ha presentato una selezione di lavori di creativi e aziende curata da Euroinnovators di Michela Codutti. Lavori in produzione limitata, dall’elevata qualità costruttiva che uniscono metodi di lavorazione tradizionali a un design contemporaneo.

A Palazzo Litta, la terza edizione di A Matter of Perception: Linking Minds, la grande collettiva prodotta da MoscaPartners. Nessun oggetto ha lasciato il segno, ma sicuramente rimarrà nella mente dei visitatori la tensostruttura disegnata dallo studio newyorkese Diller Scofidio + Renfro che ha coperto il cortile barocco durante la Design Week.

Di altro livello la piccola ma raffinata mostra (visibile fino a fine mese) alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese dal titolo Wipe out Design. La selettiva. L’esposizione nasce dal desiderio di far riscoprire al pubblico i migliori progetti del concorso di design “La Selettiva” pervenuti fra il 1955 e il 1975 e promosso dal distretto del mobile di Cantù. Alle pareti oltre 70 tavole su supporti che molti giovani designer non hanno mai utilizzato: carta, radex, lucido e acetato, disegnati dalle mani di Ettore Sottsass jr, Ilmari Tapiovaara, Werner Blaser, Gunnar Birkerts, Attilio Marcolli, Nigel e Sheila Walters, Lucien Kroll e dallo studio BBPR solo per citarne alcuni; in mostra anche molti prototipi di oggetti mai realizzati.

Non solo palazzi, showroom e musei ma anche molte incantevoli corti e spazi pubblici sono stati invasi dalle dilaganti attività del Fuorisalone. Al Parco Sempione, ad esempio, in piazza del Cannone, è stato presentato il progetto Inhabits, dedicato ai moduli abitativi (esposti in scala 1:1) e agli spazi urbani itineranti.

Nelle corti dell’Università Statale di Milano invece il consueto appuntamento con “Interni” che quest’anno ha celebrato vent’anni di eventi. Negli anni è stato uno degli appuntamenti più attesi e che ha visto coinvolte le più prestigiose firme del progetto internazionale di architettura e design come Zaha Hadid, Richard Meier, Antonio Citterio, Steven Holl, Philippe Starck, Big-Bjarke Ingels Group, Daniel Libeskind, Stefano Boeri, Mario Botta, Ingo Maurer, Alessandro Mendini e Michele De Lucchi, solo per citare i più noti. Molti di loro sono presenti anche in questa nuova edizione dal titolo Material-Immaterial, che però ha deluso le attese, anche nelle altre due prestigiose sedi (l’Orto botanico di Brera e l’Audi City Lab in Corso Venezia). Una raccolta di micro-architetture, macro-oggetti e installazioni sperimentali in cui è però difficile leggere un filo conduttore che le lega, dove forse, tra le installazioni più interessanti, troviamo solo quella di Antonio Citterio e Patricia Viel nel Cortile della Farmacia in collaborazione con Marazzi.

Le antiche sale del Museo Poldi Pezzoli hanno ospitato Natural Talent, una collezione di 40 oggetti tutti in legno di altissimo livello realizzativo e qualità progettuale, opera degli studenti della CreativeAcademy in collaborazione con Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, esposti in un suggestivo allestimento a cura dello Studio Eligo.

Impossibile non passare nel cuore snob nella città, Brera dove, nei piccoli spazi dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano fino al 5 maggio è in mostra “Aldo Rossi e Milano” a cura di Franco Raggi. Esposti i suoi inconfondibili disegni, vere opere d’arte, relativi ai suoi progetti immaginati, disegnati e realizzati a Milano tra il 1955 e il 1995.

Mentre la Galleria Antonia Jannone, in corso Garibaldi, dedica una retrospettiva a Ettore Sottsass, ancora oggi fonte di grande ispirazione per molti designer anche in questo Salone 2017, come nell’allestimento a Palazzo Serbelloni per installazione di Caesarstone.

Poetica l’installazione di fiori sulla facciata dello Studio Piuarch mentre eccessiva, ma in linea con il brand, quella di Gufram nella Mediateca di Santa Teresa. Intelligenti le luci senza filo di Nimbus, mentre senza tempo gli arredi-scultura di Pierre Cardin in mostra negli spazi di Corso Como 10.

Anche il mondo della moda, come avviene da anni, ha partecipato attivamente alla design week. Tra le installazioni più interessanti quella di Hermès a La Pelota. All’interno, Charlotte Macaux Perelman ha progettato un padiglione bianco ispirato a una grande casa mediterranea, piena di luce. Un percorso reso ancor più scenografico dai forti contrasti di chiaroscuro prodotti sulle pareti dalla particolare copertura.

Un’installazione d’impatto ma banale quella di MissoniHome, Take it Easy, curata dalla direttrice creativa Angela Missoni, che mette in mostra la sua prima linea di carte da parati, Wallcoverings01, realizzata in collaborazione con Jannelli&Volpi.

Corso Venezia è stato l’occasione per ammirare alcune dimore storiche, solitamente chiuse, come Palazzo Bocconi al cui interno è stata presentata la collezione Objets Nomades, dedicata da Louis Vuitton agli articoli da viaggio e per la quale alcuni dei più celebri designer del mondo hanno immaginato oggetti di grande creatività; mentre per tutto aprile Palazzo Bovara con Elle Decor Concept Store ospita The New Shopping Experience, mostra che indaga il rapporto tra oggetti e negozi, luoghi in cui il consumatore diventa protagonista. La parte più interessante del progetto è sicuramente quella di Marco Bay che ha curato il green design degli spazi in maniera impeccabile. Infine, a pochi passi da lì ha inaugurato, in occasione della Design Week, il nuovo store Armani/Casa. Grande, elegante e raffinato, manca però di una sua personalità.

In ultimo, appena fuori dal centro, quest’anno Ventura Lambrate ha raddoppiato con Ventura Centrale. All’interno della stazione ferroviaria sono state aperte le porte degli storici Magazzini Raccordati che, abbandonati da tempo, hanno ospitato: Salviati – maestro del vetro di Murano – che ha messo in scena due installazioni firmate da Luca Nichetto e Ben Gorham; mentre il designer inglese Lee Broom ha festeggiato i dieci anni di attività con una retrospettiva, chiamata Time Machine, una grande giostra che raccoglieva i suoi lavori più emblematici.

Immagine di copertina: l’installazione dello studio Piuarch (© Arianna Panarella)

 

Autore

  • Arianna Panarella

    Nata a Garbagnate Milanese (1980), presso il Politecnico di Milano si laurea in Architettura nel 2005 e nel 2012 consegue un master. Dal 2006 collabora alla didattica presso il Politecnico di Milano (Facoltà di Architettura) e presso la Facoltà di Ingegneria di Trento (Dipartimento di Edile e Architettura). Dal 2005 al 2012 svolge attività professionale presso alcuni studi di architettura di Milano. Dal 2013 lavora come libero professionista (aap+studio) e si occupa di progettazione di interni, allestimenti di mostre e grafica. Dal 2005 collabora con la Fondazione Pistoletto e dal 2013 con il direttivo di In/Arch Lombardia. Ha partecipato a convegni, concorsi, mostre e scrive articoli per riviste e testi

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Last modified: 12 Aprile 2017