La nostra presentazione delle iniziative legate alla 21esima Esposizione internazionale della Triennale di Milano prende avvio da tre mostre allestite presso il Palazzo dell’arte dal 2 aprile al 12 settembre
Stanze. Altre filosofie dell’abitare
La mostra, organizzata dal Salone del Mobile, intende sottolineare il compito speciale dell’architettura degli interni e dare una visione proiettata verso il futuro del nostro abitare. Tra le molteplici pratiche di progetto, l’architettura degli interni continua ad essere il luogo privilegiato di riflessione sugli aspetti più propriamente legati alla vita quotidiana delle persone. Negli ultimi cinquant’anni sono state poche le occasioni per riflettere sul piano progettuale su quest’ambito tanto praticato professionalmente quanto poco riconosciuto criticamente: nel 1957 a Villa Olmo (Como), nella mostra “Colori e forme nella casa d’oggi”; nel 1965 a Palazzo Strozzi (Firenze), nella mostra “La casa abitata”; nel 1986 proprio alla Triennale, nella mostra “Il progetto domestico”. In mezzo, la mitica mostra al MoMA di New York “Italy. The New Domestic Landscape” che fece epoca, dove non mancavano progetti di “ambienti interni”.
Dopo una breve premessa storica, che introdurrà l’argomento collocandolo attraverso il racconto delle opere dei grandi maestri di ieri che hanno praticato l’architettura degli interni come primo ambito professionale e luogo privilegiato delle loro osservazioni sull’architettura (ma anche di altri grandi protagonisti della cultura italiana del Novecento che, in alcuni momenti, hanno elaborato pensieri e progetti sull’abitare), verranno presentate le opere più significative di autori contemporanei. I lavori saranno mostrati in un primo grande ambiente, una grande “volta celeste” dove fotografie, modelli e disegni racconteranno la storia dell’architettura degli interni del Novecento italiano. Successivamente si attraverserà una sequenza di 11 stanze, ciascuna affidata a un autore diverso che metterà in scena la propria “filosofia dell’abitare”. Ogni stanza sarà accompagnata da testi letterari di riferimento che hanno costituito momenti importanti di riflessione e dibattito, individuati dal filosofo Francesco Cataluccio.
11 FILOSOFIE DELL’ABITARE: Andrea Anastasio – Risonanze; Manolo De Giorgi – Circolare, circolare; Duilio Forte – Ursus; Marta Laudani e Marco Romanelli – L’assenza della presenza; Lazzarini Pickering Architetti – La vie en rose; Francesco Librizzi – D1. La scoperta dello spazio domestico; Alessandro Mendini – Le mie prigioni; Fabio Novembre – INTRO; Carlo Ratti Associati – Pin Room; Umberto Riva – L’ipotesi di una via di fuga; Elisabetta Terragni – In prospettiva
Neo preistoria – 100 verbi
La mostra percorre il lungo cammino che collega gli strumenti della preistoria alle moderne nanotecnologie. Un percorso sospinto dall’impulso di “100 verbi” e “100 strumenti” che, come flussi di energia vitale e misteriosa, guidano lo spettatore attraverso le tenebre della storia e di uno spazio infinito; fino a giungere alle attuali frontiere della ricerca scientifica, volta a espandere la sopravvivenza umana attraverso la produzione dei pezzi di ricambio del nostro organismo. Il XXI secolo, ancora così poco esplorato, rappresenta in questo senso una nuova preistoria, quando il destino complessivo dell’umanità non aveva una direzione precisa e gli oggetti possedevano molti significati, dalla funzione pratica al valore rituale e magico.
La mostra non si propone dunque d’indagare il futuro, quanto piuttosto di guardare il presente e le sue componenti geniali e pericolose. L’umanità ha sviluppato le proprie abilità mediante gli utensili, grazie ai quali ha soddisfatto i suoi desideri; così, la “storia dei desideri” dell’uomo si può intendere come “storia degli utensili”. Saranno esposti in rassegna cento utensili e cento verbi dal periodo che va dall’età della pietra al mondo contemporaneo, mentre i cento verbi staranno a indicare le attività umane, cioè i desideri diventati parole, svincolati dai fattori storici legati ai mutamenti religiosi, politici, tecnologici ed economici.
La metropoli multietnica
Il formarsi di società multietniche, caratterizzate dalla convivenza, più o meno conflittuale, di minoranze razziali e culturali, è tra le caratteristiche più significative del XXI secolo. Una convivenza che viene spesso interpretata come un felice girotondo, caratterizzato da una reciproca tolleranza che permetterebbe a ciascuna società di conservare le proprie memorie e le antiche abitudini. In realtà questo arcipelago di etnie viene quotidianamente attraversato dai flussi invasivi delle merceologie internazionali, diffuse dalla globalizzazione dei mercati, il cui effetto consiste in una progressiva omologazione, dentro alla quale scompaiono le memorie, le tradizioni, i volti, i costumi. La multietnicità, come infetto indotto della civiltà merceologica, tende dunque ad assorbire la complessità della nostra società, svuotandola dalle antiche tracce di un mondo destinato a scomparire dentro alla nebbia del mercato mondiale.
Stanze. Altre filosofie dell’abitare | Milano, Palazzo dell’Arte | 2 aprile – 12 settembre 2016
Curatore: Beppe Finessi
(1966), architetto, svolge attività didattica, critica e di ricerca. Attraverso progetti espositivi ed editoriali si occupa dell’opera dei grandi maestri del design italiano e dei nuovi protagonisti della scena internazionale. È autore di numerosi volumi sul design, l’architettura e le arti contemporanee fra i quali, nel catalogo Corraini, libri dedicati a Bruno Munari, Angelo Mangiarotti, Alessandro Mendini, Vico Magistretti, Dino Gavina. Dal 2010 dirige la rivista “Inventario”.
Allestimento: Gianni Filindeu
Grafica: Leonardo Sonnoli
Immagine di copertina: schizzo di Duilio Forte
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Neo preistoria – 100 verbi | Milano, Palazzo dell’Arte | 2 aprile – 12 settembre 2016
Curatori e allestimento: Andrea Branzi, Kenya Hara, Hara Design Institute (Nippon Design Center Inc.), Lapo Lani
Grafica: Kenya Hara+Hara Design Institute
Andrea Branzi, architetto e designer. Nato a Firenze nel 1938, dove si è laureato nel 1966, vive e lavora a Milano dal 1973. Dal 1964 al 1974 ha fatto parte del gruppo Archizoom Associati, primo gruppo di avanguardia noto in campo internazionale; la sua tesi di laurea e numerosi progetti sono conservati presso il Centro Georges Pompidou di Parigi. Co-fondatore di Domus Academy, prima scuola internazionale post-laurea di design. Autore di numerosi libri sulla storia e la teoria del design, ha curato numerose mostre di questo settore in Italia e all’estero. Nel 1987 ha ricevuto il Compasso d’Oro alla carriera. È docente ordinario e presidente del Corso di laurea alla Facoltà di Interni e Design al Politecnico di Milano.
Kenya Hara (1958), designer e grafico giapponese, laureato alla Musashino Art University. Dal 2001 è direttore artistico dell’azienda nipponica di prodotti di design Muji. È anche curatore di mostre, tra cui quella itinerante raccontata nel libro Re-Design Exhibition (Regno Unito, Stati Uniti e Danimarca). A lui si devono le scenografie delle cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi olimpici invernali a Nagano nel 1998.
La metropoli multietnica | Milano, Palazzo dell’Arte | 2 aprile – 12 settembre 2016
Curatore, allestimento e grafica: Andrea Branzi
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allestimenti , Milano , mostre , triennale milano
Last modified: 24 Febbraio 2016