Dopo vent’anni, torna la grande Esposizione internazionale della Triennale. La 21esima edizione – che questo Giornale seguirà con un progressivo avvicinamento – è intitolata “21st Century. Design After Design” e segna la presenza diffusa in città. Intervista al presidente Claudio De Albertis
MILANO. Dopo Expo, la città sottolinea nuovamente il proprio ruolo internazionale con il ritorno di un’importante manifestazione, la 21esima Esposizione internazionale della Triennale. A vent’anni dall’ultima edizione, la rassegna ritorna grazie al sostegno del Bureau international des expositions (BIE) e di Governo italiano, Comune di Milano, Regione Lombardia, Camera di Commercio di Milano e Camera di Commercio di Monza e Brianza.
La Triennale, insieme ad altri importanti enti ed istituzioni, con un carattere di forte interdisciplinarità, ha contribuito allo sviluppo di una specifica cultura del progetto, all’affermazione dell’unità delle arti ed allo sviluppo dell’architettura e del design italiani, diventando negli anni un punto di riferimento nella vita culturale ed economica, intensificando il dialogo internazionale tra società, arte ed impresa.
La prima Esposizione internazionale delle arti decorative risale al 1923. Agli esordi, si svolse con cadenza biennale nel parco della Villa reale di Monza. Poi, dal 1933 la rassegna diventa triennale, spostandosi a Milano all’interno del Palazzo dell’arte progettato dall’architetto Giovanni Muzio (nelle foto di Gianluca Di Ioia in copertina e a fianco, che ritrae la facciata posteriore sul giardino verso il Parco Sempione) e assumendo una personalità giuridica autonoma regolamentata dal BIE.
L’ultima esposizione, nel 1996, indagò il tema «Identità e Differenze». Oggi, la Triennale ritorna coraggiosamente con quella che si preannuncia come una delle sue più grandi esposizioni: «21st Century. Design After Design». Non sarà monografica, bensì un inventario di visioni del futuro che si confronta con gli effetti e i cambiamenti. Una riflessione sul nuovo millennio e le sue contraddizioni, incoerenze e incertezze che tocca le questioni più discusse sul tema del progetto: il suo carattere sempre più trasversale e l’indebolimento dei confini disciplinari tra design, architettura, comunicazione, paesaggio, arti visive; le conseguenze della crisi economica; l’impatto della globalizzazione; la relazione tra la città e il design; il rapporto con le nuove tecnologie dell’informazione; le nuove forme di artigianato. Per fare questo la Triennale si affida al progetto e ai progettisti, per individuare possibile indizi d’innovazione.
ll Palazzo dell’arte, punto di riferimento della vita culturale di Milano, diventerà per cinque mesi l’epicentro delle manifestazioni multidisciplinari. Tuttavia, la novità principale di questa edizione è la sua presenza diffusa in tutta la città: 20 mostre per 12 sedi e più di 22.000 mq di superfici occupate fra Milano e Monza, cui si aggiungono 17.000 mq di superfici occupate in area Expo. Qui, con ingresso dalla passerella di Cascina Merlata, verranno utilizzati l’auditorium e i due padiglioni che ospitavano il Future Food District, mentre nello spazio aperto che li separa sarà allestito l’orto planetario che riprende l’idea iniziale di Expo (nell’immagine a fianco, è evidenziata l’area interessata). Nel Padiglione Italia non sono previste mostre ufficiali curate da Triennale ma, verosimilmente, l’edificio sarà riaperto insieme a tutto il Cardo (tuttavia, la gestione degli eventi all’aperto non farà capo alla Triennale).
In ciascuna sede, le mostre istituzionali prodotte dalla Triennale saranno accompagnate dalle partecipazioni internazionali che completano il percorso: sono oltre 30 le nazioni attese. Infine, il programma sarà arricchito da eventi quotidiani (conferenze, convegni, performance, workshop, spettacoli, festival e concorsi) diffusi in tutta la città.
Claudio De Albertis: ecco perché abbiamo rilanciato
Presidente De Albertis, che senso ha, dopo vent’anni e visto il moltiplicarsi globale d’iniziative simili, riproporre l’Esposizione internazionale della Triennale di Milano?Altrove le iniziative sono più sporadiche, legate alle istituzioni; oppure sono delle exhibition, delle mostre. Invece, in questo caso, si voleva fare il punto su una situazione complessiva ed il titolo lo dimostra già. «Design After Design» vuol dire capire a che punto sia la creatività progettuale e after sta proprio nel segno di “dopo” e “contro”. Contro perché, probabilmente, c’è da chiedersi se queste nuove capacità espressive e progettuali trovino degli ostacoli nei vecchi modi di esprimere o di concretizzare un concetto. Poi, siccome siamo consapevoli che la creatività concettuale è quella che ha fatto storicamente uscire il mondo dalle crisi, forse capire dove si va a parare può essere di buon auspicio per cercare di superare questo difficile momento.
L’ultima Triennale internazionale è del 1996 e poi dal 2000 la Triennale cambia forma, da Ente diventa Fondazione: che cosa è successo? Perché la Triennale non ha più realizzato l’Esposizione internazionale?
Semplicemente perché l’allora presidente e chi poi gli è succeduto, ha ritenuto che si poteva attraverso una continua serie di manifestazioni, incontri, mostre, aprire questo dibattito, come se il dibattito fosse perenne sui temi del design. Quindi, non c’era bisogno di una manifestazione come questa. Invece, l’attuale Consiglio direttivo di Triennale – e anche il precedente, che ha lanciato l’idea – ha ritenuto giusto e necessario riproporre l’Esposizione. Sono due chiavi interpretative, entrambe plausibili.
Che tipo di pubblico vi aspettate: solo addetti ai lavori o anche famiglie, ovvero il pubblico dell’Expo?
L’esposizione è stata pensata sollecitando i curatori perché potesse aprirsi ad un pubblico molto più vasto di quello degli addetti ai lavori.
La concomitanza con la Biennale di Venezia, che s’inaugura a fine maggio, potrebbe penalizzarvi?
Assolutamente no. Anzi, abbiamo addirittura siglato un accordo per un biglietto congiunto, pensando di sostenerci vicendevolmente.
Come sono stati assegnati gli spazi ai Paesi ospiti?
Stiamo definendo la lista dei partecipanti, perché stanno ancora arrivando le ultime adesioni. Non abbiamo ancora fatto le assegnazioni ma c’è sostanzialmente un concetto di equità tra i Paesi. Poi c’è chi ci ha chiesto 200 mq e chi 400, per cui la scelta sarà anche funzionale ad aspetti distributivi degli spazi assegnati.
È vero che la parte dell’Esposizione internazionale che si troverà all’Expo non sarà pronta per l’inaugurazione del 2 aprile?
Verrà inaugurata dopo, tra l’1 e il 15 maggio, a causa di problemi logistici legati alla messa in sicurezza del sito.
Quando: 2 aprile – 12 settembre 2016
Dove: 12 sedi
1. Triennale di Milano (Palazzo dell’arte)
2. BASE
3. Fabbrica del vapore
4. IULM
5. MUDEC (Museo delle culture)
6. Museo diocesano
7. Museo della Scienza e della tecnologia «Leonardo da Vinci»
8. Palazzo della Permanente
9. Pirelli Hangar Bicocca
10. Politecnico di Milano (Campus Leonardo e Bovisa)
11. Villa reale (Monza)
12. Area Expo (Rho-Pero)
Cosa: 20 mostre
(mostre a cura dal comitato scientifico della XX1T: Claudio De Albertis, Silvana Annicchiarico, Andrea Branzi, Giorgio Camuffo, Andrea Cancellato, Luisa Collina, Arturo Dell’Acqua Bellavitis, Vicente Gonzalez Loscertales, Kenya Hara, Stefano Micelli, Pierluigi Nicolin, Clarice Pecori Giraldi, Richard Sennett, Cino Zucchi)
1. Neo Preistoria – 100 Verbi (Triennale)
2. TDM 9. W – Women in Italian Design (Triennale)
3. Architecture as Art (Hangar Bicocca)
4. Sempering (MUDEC)
5. New Crafts (Fabbrica del vapore)
6. La metropoli multietnica (Triennale)
7. City After the City Landscape Urbanism (Area Expo)
8. City After the City Urban Orchard (Area Expo)
9. City After the City Expanded Housing (Area Expo)
10. City After the City People in Motion (Area Expo)
11. City After the City Street Art (Area Expo)
(mostre in collaborazione con altri soggetti: musei, enti, istituzioni, aziende)
12. La logica dell’approssimazione, nell’arte e nella vita (Permanente)
13. Brilliant! I futuri del gioiello contemporaneo (Triennale)
14. STANZE. Altre filosofie dell’abitare (Triennale)
15. Studiare il futuro già accaduto. Un progetto esplorativo su uomo, ambiente e cultura (Museo nazionale della Scienza e tecnologia)
16. Design Behind Design (Museo diocesano)
17. Road to R(e)volution. Prospettive di futuro. La poetica del domani fra car design e mobilità (Villa reale)
18. Game/Video Art. A Survey (IULM)
19. Campus & Controcampus. Architetture per studiare e ricercare (Politecnico)
20. Archidiversity Cascina Triulza (Area Expo)
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Milano , mostre , triennale milano
Last modified: 17 Febbraio 2016