Report dal Museo Archeologico di Reggio Calabria, dove a 4 anni dalla consegna dell’edificio restaurato e ampliato, tra ritardi, errori e interdittive antimafia, si può visitare solo il piano terra
REGGIO CALABRIA. Principale missione per cui sono stati scelti i nuovi direttori delle venti eccellenze museali del Bel Paese è d’imprimere un cambio di passo che punti al massimo sulla loro valorizzazione. Tra di loro c’è un direttore, però, che si è trovato a fronteggiare tutt’altra priorità: la riapertura del museo che è stato chiamato a dirigere. Quando, infatti, si è insediato l’1 ottobre scorso, Carmelo Malacrino, 44 anni, architetto specializzatosi alla Scuola archeologica di Atene, si è trovato tra le mani un museo ancora privo dell’esposizione permanente, a 7 anni dall’inizio del restauro e ampliamento dell’edificio (conclusi, almeno questi, nel marzo 2011, in tempo per il 150° dell’Unità d’Italia). Dal dicembre scorso è visitabile il solo piano terra con i Bronzi di Riace (da quando, cioè, questi sono rientrati da palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale, dove erano stati restaurati) e la sale dedicate a Reggio Calabria (nella foto di copertina), comunque da ultimare, con gli apparati didattici, entro Natale.
I tempi dell’allestimento sono stati rallentati da ricorsi, errori progettuali, problemi tecnici relativi alle teche espositive, ritardi della ditta fornitrice, ma anche dalla riforma Franceschini con le sue complicazioni e, in ultimo, dall’interdittiva antimafia emessa a fine agosto dalla prefettura di Milano. L’interdittiva ha infatti raggiunto la Set Up Live, azienda di Torino che si stava occupando della manutenzione nei cluster Expo. In riva allo Stretto, vale la pena ricordare, l’aggiudicazione definitiva di allestimento e impiantistica alla stessa azienda era stata ritardata di parecchi mesi dall’attesa di un certificato antimafia che, adesso, sarebbe forse il caso che la magistratura verificasse come alla fine sia arrivato.
Ad ogni modo, sappiamo che a seguito delle vicende giudiziarie i lavori a Reggio Calabria sono stati bloccati per poi riprendere, tant’è che tutt’ora sono in corso. Non sappiamo però in che termini, perché non abbiamo ottenuto i chiarimenti richiesti all’architetto Francesco Prosperetti, oggi soprintendente ai Beni archeologici di Roma, già direttore regionale Mibact in Calabria. Perché se a Milano togliere l’appalto a Set Up Live avrebbe rischiato di compromettere la prosecuzione dell’Expo – perciò l’azienda è stata commissariata -, per il museo dei Bronzi, invece, era pronto un secondo aggiudicatario dell’appalto (consorzio Research), che aveva pure fatto ricorso al Tar di Catanzaro contro la Set Up Live. L’anno scorso, in attesa della determinazione del Consiglio di Stato sulla controversia, Prosperetti, in qualità di Rup aveva tentato, per non ritardare ulteriormente l’allestimento, la via di un accordo tra le parti fuori dalle aule giudiziarie. Ed è così che l’accordo stragiudiziale era stato poi effettivamente raggiunto.
Sullo stato di avanzamento dei lavori per l’allestimento resta abbottonatissimo Malacrino, che ci dice solo di aver dettato un cronoprogramma e di dover concordare col ministro Dario Franceschini la data dell’inaugurazione integrale del museo. Ma tutto lascia intendere che dovranno passare ancora i primi mesi del 2016.
Di tempi ancora più lunghi necessiterà, invece, il completamento della terrazza panoramica col ristorante dove, nel frattempo, una lastra di vetro del piano di calpestio, che chiude quella che era l’originaria corte piacentiniana, richiede già di essere sostituita.
About Author
Tag
musei
Last modified: 23 Novembre 2015
[…] per i lavori del museo». Ecco spiegato l’interrogativo col quale avevamo lasciato nell’ultimo articolo i lettori. Dal pieghevole realizzato dal Mibact, distribuito proprio per l’inaugurazione, […]