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Michele RodaWritten by: Città e Territorio

«Cenni di Cambiamento»: quando casa tua non finisce sulla porta d’ingresso

«Cenni di Cambiamento»: quando casa tua non finisce sulla porta d’ingresso

MILANO. Uno sguardo curioso e originale su uno dei più significativi esempi di social housing realizzati recentemente in Italia. Dopo le recensioni di tipo architettonico, arriva un film documentario ad aprire un punto di vista inedito: come un nuovo quartiere nasce e si sviluppa, improntando e condizionando la vita dei suoi abitanti. L’intervento di via Cenni (120 alloggi realizzati da Investire SGR in collaborazione con Fondazione Housing Sociale alla periferia ovest di Milano, inaugurati nel 2013) ha l’ambizione di diventare un’iniziativa prototipo di vicinato solidale, ruolo ben esemplificato dal brand, «Cenni di Cambiamento».
A enfatizzare questo carattere è il video del regista romano Luigi Cutore presentato nelle scorse settimane. Una produzione ibrida: un po’ documentario istituzionale, un po’ descrizione di un progetto (firmato da Fabrizio Rossi Prodi) capace di inserire elementi d’innovazione nel panorama degli interventi residenziali contemporanei, ma soprattutto indagine sociale.
Una storia che parte da lontano, da quando Cenni è ancora sulla carta. Il documentario ricorda le prime riunioni, il costruirsi (con passaggi anche difficoltosi e problematici) di una comunità di persone nell’ambito di un processo in parte guidato (da alcune cooperative che hanno collaborato all’iniziativa), in parte spontaneo. Poi ci sono le diverse fasi del cantiere, le visite degli abitanti nelle loro abitazioni, i traslochi, i primi mesi di vita nelle nuove case. Emergono con evidenza i legami tra l’architettura e le storie umane.
Un tipo di racconto che ricorda alcuni documentari, come «My Architect», il film del 2003 di Nathaniel Kahn, sulle tracce del padre Louis. «Quello è un film che amo molto, capace di parlare di architettura ma andando oltre», dice Cutore. «Il mio vuole essere soprattutto un film di finzione, l’ispirazione maggiore mi viene dai lavori dei fratelli Cohen. Mi hanno chiesto di raccontare cosa è l’housing sociale. Io ho interpretato il tema, mettendo al centro l’esperienza di Cenni, raccontando una storia con un inizio, uno svolgimento e una fine, provando ad intrattenere».
Così, protagonista vero di questo film – che dura 80 minuti – non è tanto l’architettura ma chi la vive: Daniela e Bruno, con il figlio Francesco e il cane (che nel cortile di fronte al loro appartamento al piano terra hanno anche organizzato il ricevimento del loro matrimonio), Silvia (una giovane milanese, single, che abita in un monolocale) e Raffaele (un anziano, animatore di tante iniziative che nascono e si sviluppano in questa realtà). Emerge un intreccio di luoghi e storie umane, dove l’ampia e articolata corte interna attorno a cui si dispongono gli edifici è lo spazio della rappresentazione sociale, dove le persone si incontrano e si riconoscono come fattori di una comunità. «Mi ha molto colpito questo rapporto», conclude Cutore, che presenterà il film in alcuni festival, «come nelle cascine storiche, come nei paesini italiani di un tempo, la forma crea la comunità. A Cenni sembra non esserci quella sensazione, tanto diffusa, che casa tua finisca con la porta di ingresso. Qui la definizione fisica degli spazi influenza positivamente il rapportarsi con gli altri». Trailer del video al sito vimeo.com/130456394

Autore

  • Michele Roda

    Nato nel 1978, vive e lavora a Como di cui apprezza la qualità del paesaggio, la tradizione del Moderno (anche quella svizzera, appena al di là di uno strano confine che resiste) e, soprattutto, la locale squadra di calcio (ma solo perché gioca le partite in uno stadio-capolavoro all’architettura novecentesca). Unisce l’attività professionale (dal 2005) come libero professionista e socio di una società di ingegneria (prevalentemente in Lombardia sui temi dell’housing sociale, dell’edilizia scolastica e della progettazione urbana) a un’intensa attività pubblicistica. È giornalista free-lance, racconta le tante implicazioni dei “fatti architettonici” su riviste e giornali di settore (su carta e on-line) e pubblica libri sui temi del progetto. Si tiene aggiornato svolgendo attività didattica e di ricerca al Politecnico di Milano (dove si è laureato in Architettura nel 2003), confrontandosi soprattutto con studenti internazionali. Così ha dovuto imparare (un po’) l’inglese, cosa che si rivela utilissima nei viaggi che fa, insieme anche alla figlia Matilde, alla ricerca delle mille dimensioni del nostro piccolo mondo globale

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Last modified: 14 Settembre 2015