MoMoWo – Women’s creativity since the Modern Movement, progetto europeo dedicato alle donne del mondo della costruzione e del design. L’8 marzo un Open day in città di 5 nazioni, tra cui Torino
Per molto tempo le professioni legate al mondo della costruzione quali l’architettura e l’ingegneria civile sono state considerate di appannaggio quasi esclusivamente maschile. Da una prima disamina delle fonti è difficile trovare traccia del contributo delle donne. Si celano sotto queste difficoltà molteplici ragioni di tipo culturale, sociale, legislativo. Anche se sono molte le coppie di architetti come Aino e Alvar Aalto, Franca Helg e Franco Albini, Luisa e Ico Parisi o i sodalizi professionali come quello di Charlotte Perriand con Le Corbusier, spesso i nomi delle donne restano occultati all’ombra del padre o del marito. Nasce così il problema sulla corretta attribuzione di progetti e opere e di conseguenza dell’identificazione del concreto apporto femminile al mondo della costruzione.
Chi sono le donne professioniste che si sono affermate, in ambito europeo, dal primo dopoguerra? Quali le loro opere? Che cosa si può imparare dalla loro esperienza per incrementare il successo professionale delle professioniste di oggi nei campi dell’architettura, dell’ingegneria civile e del design?
A queste e altre questioni intende dare risposta il progetto di cooperazione culturale a larga scala MoMoWo – Women’s creativity since the Modern Movement, coordinato dal Politecnico di Torino e cofinanziato dalla Education, Audiovisual and Culture Executive Agency (EACEA) dell’Unione europea nell’ambito del programma Creative Europe.
Punto di partenza è il Movimento Moderno, inteso come stagione di grande fermento culturale ma anche di profonda rottura a livello politico e sociale. L’oggetto dell’indagine è il patrimonio costruito da una minoranza – le donne appunto – che proprio in questo periodo conoscono la loro prima emancipazione in ambito professionale. Non si tratta di una pura indagine storica ma del tentativo di capire le ragioni sottese alle difficoltà – a oggi ancora in parte presenti – ad affermarsi nel mondo del lavoro e di rivelare gli esiti, a volte di grandissima qualità, di un impegno spesso sommerso, svolto magari sotto pseudonimo, perché le leggi – e non solo quelle razziali – hanno spesso creato ostacoli tangibili e intangibili.
MoMoWo vuole gettare un ponte intergenerazionale e incrementare la consapevolezza delle capacità intrinseche al genere femminile, contribuendo così al suo reale affrancamento. L’obiettivo finale è di tipo sociale e consiste nella mitigazione dei conflitti attraverso l’eliminazione delle disuguaglianze, complice uno strumento operativo d’eccezione: l’implementazione della cultura e del lavoro intesi come veicoli di emancipazione.
La dimensione sociale del progetto e la sua volontà di sostegno dell’occupazione costituiscono un valore aggiunto, accanto al chiaro intento di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio costruito dalle donne, spesso criptato e misconosciuto dalla storia.
Immagine di copertina: Irina Kedrová e Mária Krukovská, tra le prime laureate presso la Facoltà di Architettura e costruzione dell’Università tecnica della Slovacchia a Bratislava intorno alla metà del secolo scorso, al lavoro presso l’ufficio statale di progettazione Stavoprojekt a Bratislava (1960 circa)
In occasione della giornata internazionale dei diritti della donna, il progetto europeo MoMoWo organizza l’8 marzo 2016 il primo Open Day negli studi delle donne architetto, ingegnere civile e designer. L’iniziativa si svolgerà in contemporanea a Lisbona, Oviedo, Parigi, nel territorio della Slovenia e Torino, ovvero nei Paesi partner del progetto MoMoWo. La giornata porte aperte offre la possibilità alle progettiste di promuovere il proprio lavoro e la propria identità professionale a un vasto pubblico, ma anche a studenti, giovani che si affacciano al mondo del lavoro, artigiani, imprese di costruzione e aziende.
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