«Notizie dal fronte» con la direzione del cileno Alejandro Aravena; il padiglione italiano a Simone Sfriso
La 15° Biennale di Architettura di Venezia si terrà nella città lagunare dal 28 maggio al 27 novembre 2016. Per la seconda volta si presenta nella veste “lunga” di sei mesi, inaugurata con successo, per quanto riguarda l’architettura, proprio dall’edizione 2014.
Il nome del direttore è stato reso noto a fine luglio dal presidente della Fondazione Paolo Baratta: il cileno Alejandro Aravena, fondatore di Elemental che opera da privato nello sviluppo di edilizia a basso costo, succede all’olandese Rem Koolhaas e ai suoi Fundamentals, e agli illustri direttori precedenti (dall’inizio del millennio, David Chipperfield, Kazuyo Sejima, Aaron Betsky, Richard Burdett, Kurt W. Forster e Deyan Sudjic).
Aravena è un curatore legato a filo doppio con Venezia e la Biennale di Architettura. Classe 1967, appena laureato all’Università Cattolica del Cile, nel 1992, arriva in Italia e trascorre nella città lagunare un periodo di studi prima allo Iuav e poi all’Accademia di Belle Arti e nel 2008, primo anno della seconda presidenza Baratta della Fondazione Biennale, l’attività sua e di Elemental sono premiate con il Leone d’Argento per promettenti giovani architetti.
A inizio settembre, a una settimana di distanza l’uno dall’altro e a soli nove mesi dall’inaugurazione, sono stati individuati e diffusi il tema della quindicesima mostra e il nome del curatore del padiglione italiano: Simone Sfriso.
Come prevedibile dall’orientamento del consistente curriculum di Aravena, la Biennale 2016 si svolgerà affrontando un tema molto impegnato che fa ben sperare nonostante il tempo a disposizione. «Reporting from the front» vuole rimettere al centro del discorso architettonico l’uomo e la dignità della vita, ponendo la qualità del costruito come obiettivo da raggiungere, nonostante, ma soprattutto, con scarsità di risorse. E proporre una mostra di esempi da cui imparare, azioni concrete in cui la progettazione è un valore aggiunto che ha fornito risposte a problemi impellenti e concreti.
Per una volta in totale coerenza con il direttore e il tema da lui scelto e in fuga dalle archistar, il curatore del Padiglione italiano è individuato in Simone Sfriso, classe 1966, partner insieme a Raul Pantaleo e Massimo Lepore dello studio veneziano Tamassociati, che in totale continuità con la filosofia progettuale dello studio presenta il progetto «Taking care – progettare per il bene comune». Il nome di Sfriso arriva al termine di una procedura di selezione che ha portato il Ministero dei Beni culturali alla valutazione delle proposte curatoriali elaborate da dieci professionisti invitati e poi valutati, come ormai da qualche anno in totale sordina. E per la prima volta sceglie per la Biennale di Architettura di Venezia un curatore veneziano, con un direttore, Aravena, dal un curriculum molto veneziano per studi allo Iuav e all’Accademia di belle arti dopo la laurea in Cile.
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Last modified: 4 Febbraio 2016
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