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Cameri (Novara) 1927 - Milano 20220. Il padre era il direttore di una fabbrica tessile e la madre una novarese con grande passione musicale. Vittorio fa esperienza nella fabbrica del padre da giovanissimo, insieme al fratello Enrico, di due anni più giovane. Frequenta le scuole elementari, come esterno, al Collegio nazionale di Novara e poi il ginnasio e liceo al Carlo Alberto durante il quale coltiva l’interesse per la musica, suonando il pianoforte e dedicandosi alla composizione e alle sue teorie; più in generale s'interessa alla storia dell’arte e all’architettura. Si iscrive alla facoltà di Architettura di Milano. Dopo un primo anno piuttosto disorientato, passa l’estate del 1947 a Parigi, dove viene a contatto con i più interessanti artisti e filosofi del mondo e fa esperienza come disegnatore nello studio dei fratelli Perret per un mese. Tornato a Milano, cerca lavoro e soprattutto insegnamento presso lo studio BBPR, incontrando il suo vero maestro, Ernesto Nathan Rogers. Anche se ancora abita a Novara il suo interesse si sposta a Milano: tra i suoi compagni di corso, oltre a Gae Aulenti, ci sono Lodovido Meneghetti e Giotto Stoppino, che diventano poi i suoi primi soci di studio. Insieme a Stoppino, collabora con Rogers a un suo spazio alla Triennale e poi, nel 1951, ancora studente, è invitato al convegno del CIAM a Hoddesdon, dove arriva insieme ad Albini e conosce molti dei protagonisti della nostra disciplina e anche alcuni della sua generazione. Dopo la laurea si trasferisce negli Stati Uniti, a Boston, New York e Chicago, dove conosce Mies Van der Rohe e visita le opere di Frank Lloyd Wright. In seguito apre a Novara il suo studio con Stoppino e Meneghetti. Nello stesso anno entra a far parte della redazione di “Casabella”, diretta da Rogers, e diventa assistente in facoltà. Questo lavoro offre molte occasioni di viaggi ed incontri con grandi personaggi, come Henry Van de Velde, Melnikov, Cecilia Kean e Lilja Brik, Alvar Aalto, Pablo Picasso. In Italia, avendo frequentato Enzo Paci e i suoi allievi come Enrico Filippini, è l’unico architetto a partecipare al Gruppo 63, dopo aver frequentato a Berlino alcuni protagonisti del Gruppo 47. Separatosi dai suoi soci, abbandona Novara e passa alcuni anni a Milano lavorando solo o con alcuni amici occasionali e sperimentando con essi esperienze importanti. Diventato professore a Milano (con alcuni allievi come Aldo Rossi e Renzo Piano), nel ’68 vince il concorso di professore a Palermo e nel 1974 è chiamato a dirigere la Biennale di Venezia, dove fonda la Biennale di Architettura. Ha organizzato poi la “Gregotti Associati”, che durò con molte avventure in Europa e in Asia fino al 2018

Autore: Vittorio Gregotti

L’architettura è ancora una pratica artistica?

Vittorio GregottiWritten by:

Riflessioni ultime di fronte «all’attuale disastroso stato della nostra disciplina e del suo uso esibizionista»   Per gentile...

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