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Arianna PanarellaScritto da: Design Reviews

Milano sotto l’albero: sguardi ibridi in mostra

Milano sotto l’albero: sguardi ibridi in mostra
Carrellata di esposizioni tra Triennale e ADI con tanta fotografia e contaminazioni disciplinari. E a Mantova si inaugura un nuovo spazio 

 

MILANO. Nel calendario culturale che accompagna l’ingresso nell’inverno, Milano e il suo territorio allargato offrono un insieme di mostre che intrecciano progetto, memoria e visione contemporanea. Una proposta densa di sguardi e storie da esplorare: dalla fotografia che indaga le città contemporanee al design italiano sperimentale, fino a un viaggio nella vita privata di un maestro del XX secolo. E se il capoluogo lombardo propone percorsi celebrativi del progettare e del guardare, Mantova entra nel contemporaneo con l’apertura di un nuovo museo d’arte, segnando un significativo ampliamento dell’offerta culturale nazionale.

 

Ettore Sottsass, in scena

Alla Triennale (12 dicembre 2025 – 15 febbraio 2026) incontriamo, “Ettore Sottsass. Mise en scène”, un nuovo capitolo della ricerca su un importante figura della progettazione. La mostra riunisce circa 1.200 fotografie in bianco e nero e a colori scattate tra il 1976 e il 2007, periodo che intercorre tra l’anno dell’incontro tra Barbara Radice ed Ettore Sottsass e l’anno della scomparsa di quest’ultimo. Si tratta di un variegato paesaggio della loro vita privata e pubblica a casa e in giro per il mondo. Il titolo della mostra si riferisce all’idea di Sottsass che la vita, al pari della commedia dell’arte, assomigli appunto, alla “messa in scena”, abbastanza improvvisata, di un vago canovaccio.

In mostra quindi non ci sono oggetti iconici messi su un piedistallo ma una scansione cronologica che ordina la vita dell’autore in tappe leggibili attraverso un archivio fotografico vastissimo e costruisce attorno ad esso, un allestimento che rinuncia alla chiarezza didascalica per lavorare sulla densità e sull’accumulo. La scelta curatoriale e spaziale non spiega Sottsass, ma vuole immergere il visitatore dentro il suo modo di abitare il mondo.

Le pareti cariche di immagini, le variazioni di scala, la mancanza di un punto di vista privilegiato trasformano la visita in un’esperienza quasi disorientante. È qui che l’allestimento diventa centrale perché non accompagna il racconto, lo produce. La “mise en scène” non è solo quella della vita di Sottsass, ma quella del visitatore stesso, che si muove dentro una narrazione non lineare, fatta di persone, paesaggi, architetture, ricordi, impressioni, dettagli. In questa scelta risiede anche una posizione critica che sottrae Sottsass alla monumentalizzazione, restituendolo come figura mobile, incoerente, radicalmente contemporanea.

Città contemporanee negli sguardi di Paolo Rosselli

Il tema dello sguardo come costruzione culturale ritorna, con modalità diverse, nella mostra fotografica di Paolo Rosselli sempre negli spazi della Triennale (22 novembre 2025 – 6 gennaio 2026). Le fotografie che rileggono le città non sono presentate come documenti, bensì come strumenti di interrogazione del paesaggio urbano. 

Una selezione di fotografie in grande formato di Paolo Rosselli racconta, attraverso le città del mondo immortalate dagli anni Duemila a oggi, i cambiamenti, le contraddizioni e la meraviglia dell’architettura delle metropoli globali. Con un punto di vista ironico e anticlassico, l’opera di Rosselli rinnova la lettura e la comprensione della città contemporanea. 

Nelle immagini ritornano alcuni classici dell’architettura modernista rivisitati: da Giuseppe Terragni a Le Corbusier, fino a riscoprire Milano, città di cui l’autore ha documentato, nel corso dei decenni, le notevoli metamorfosi. La sequenza delle immagini, il ritmo del percorso, gli accostamenti non ovvi costruiscono una lettura critica della città contemporanea come spazio stratificato, segnato da ripetizioni, ironie involontarie, cortocircuiti visivi.

L’allestimento non invade il campo, ma stabilisce una distanza controllata: lascia che sia lo sguardo del visitatore a completare il senso, suggerendo una riflessione sull’architettura come fenomeno visivo prima ancora che funzionale.

La rivoluzione spiazzante e radicale di Alchimia

Sempre a Milano all’ADI Design Museum, “Alchimia. La rivoluzione del design italiano” (11 novembre 2025 – 22 gennaio 2026) radicalizza ulteriormente il rapporto tra contenuto e spazio, facendo dell’allestimento un vero e proprio atto dichiarativo.

Raccontare Studio Alchimia significa infatti confrontarsi con un’esperienza che ha messo in crisi le categorie stesse del design, e la mostra sceglie di non neutralizzare quella carica sovversiva. Questa è la prima retrospettiva completa dedicata alla realtà milanese fondata da Alessandro e Adriana Guerriero nel 1976 e attivo fino al 1992. In mostra oltre 150 opere tra oggetti, arredi, schizzi, fotografie, tele e video, per raccontare la storia del collettivo e il suo impatto sulla cultura visiva contemporanea.

Il percorso espositivo rifiuta la linearità museale e costruisce un ambiente instabile, simbolicamente galleggiante, in cui oggetti, immagini e materiali convivono senza una gerarchia evidente. L’allestimento non ordina, ma moltiplica i livelli di lettura, restituendo l’idea di un design come pratica culturale espansa, contaminata, apertamente ideologica.

In questo contesto, lo spazio non è contenitore ma parte del discorso: il visitatore non osserva Alchimia, vi entra dentro, accettando di perdere i riferimenti consueti del museo.

Nel cuore di Mantova ecco la collezione di Ileana Sonnabend

L’apertura, il 29 novembre, della Sonnabend Collection Mantova sposta il discorso su un terreno diverso ma altrettanto significativo: quello del rapporto tra collezione contemporanea e architettura storica. Tra le sale completamente restaurate di un palazzo medievale nasce un museo dedicato a una delle più straordinarie collezioni d’arte contemporanea. Nata dalla visione collezionistica di Ileana Sonnabend, figura centrale nella diffusione dell’arte americana ed europea del secondo Novecento, la collezione rappresenta un passaggio cruciale tra avanguardie storiche, Pop Art, minimalismo e ricerche concettuali. 

Con l’apertura della Sonnabend Collection Mantova, la città lombarda si arricchisce di un museo internazionale che intreccia la storia di una donna che ha rivoluzionato il sistema dell’arte e quella di un luogo che, dal Quattrocento a oggi, continua a essere centro vitale della cultura.

Il percorso espositivo, curato da Antonio Homem e Mario Codognato, si sviluppa come una narrazione continua che restituisce lo sguardo pionieristico di Ileana Sonnabend e la sua capacità di anticipare le trasformazioni dell’arte contemporanea tra Stati Uniti ed Europa. La Sonnabend Collection Mantova si articola in 11 sale che accompagnano il pubblico in un percorso cronologico e tematico dal secondo dopoguerra a oggi. Le 94 opere esposte, tra dipinti, sculture, installazioni, fotografie e opere concettuali, compongono un racconto che mette in luce il ruolo di Sonnabend come mediatrice tra mondi, linguaggi e generazioni.

L’allestimento si confronta apertamente con la complessità di un contenitore storico fortemente connotato, assumendo l’architettura come parte attiva del progetto espositivo. La scelta è quella di un progetto che lavora per sottrazione, evitando ogni effetto scenografico che possa entrare in competizione con le opere o con lo spazio. Le sale costruiscono un percorso leggibile, quasi classico, che accompagna il visitatore attraverso i passaggi fondamentali dell’arte del secondo Novecento.

Ma questa apparente neutralità è in realtà una presa di posizione precisa: lasciare che il dialogo tra opere e architettura emerga senza mediazioni invasive. In questo equilibrio controllato si gioca una parte importante della riuscita del museo, che riesce a trasformare una collezione privata in patrimonio pubblico senza tradirne la natura. L’allestimento diventa così uno strumento di mediazione culturale, capace di tenere insieme monumentalità storica e radicalità contemporanea.

 

Osservati nel loro insieme, questi progetti culturali delineano un campo di tensioni che attraversa discipline solo apparentemente distinte. Più che raccontare singole opere o figure, queste esperienze suggeriscono una lettura trasversale del progetto contemporaneo, in cui il valore non risiede nella separazione dei campi, ma nella loro capacità di sovrapporsi, contaminarsi, generare senso. È in questo territorio intermedio, instabile e produttivo, che design, fotografia, architettura e arte mostrano oggi la loro maggiore urgenza culturale, non come discipline autonome, ma come pratiche condivise di interpretazione del presente.

Immagine di copertina: Ettore Sottsass. Mise en scène, Triennale Milano, 2025 (© Delfino Sisto Legnani, DSL studio)

 

“Ettore Sottsass. Mise en scène”

12 dicembre 2025 – 15 febbraio 2026

Triennale Milano

a cura di Barbara Radice, Micaela Sessa e Studio Sottsass, art direction di Christoph Radl

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“Paolo Rosselli. Mondi in posa”22 novembre 2025 – 6 gennaio 2026

Triennale Milano

a cura di studio Paolo Rosselli 

progetto di allestimento di Studio GISTO

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“ALCHIMIA. La rivoluzione del design italiano”

11 novembre 2025 – 22 gennaio 2026

a cura di François Burkhardt, Tobias Hoffmann, Alessandro Guerriero

progetto allestitivo: Alessandro Guerriero

Informazioni

 

“Sonnabend Collection Mantova”

Sonnabend Collection Foundation

direttore artistico: Mario Codognato, in collaborazione con Marsilio Arte

percorso espositivo: Antonio Homem e Mario Codognato

progetto allestitivo: unostudio

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Tag: , , , , , , , , , , Last modified: 21 Dicembre 2025