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Michele RodaWritten by: Reviews

La predica di De Lucchi a Piacenza: con le mani e con la mente

La predica di De Lucchi a Piacenza: con le mani e con la mente

Spazio Volumnia presenta le minute sperimentazioni artigianali di Michele De Lucchi, sospese nella monumentalità dell’ex chiesa di Sant’Agostino

 

PIACENZA. Quando entra nello straordinario spazio basilicale cinquecentesco di Sant’Agostino, Michele De Lucchi si guarda in giro e, sornione, afferma: “Che luogo straordinario, vorrei fare una predica”. Detto fatto. Il giorno dell’apertura al pubblico, sale su un trabattello allestito per l’occasione e divertito intrattiene il pubblico: parlando di sé, del design, del futuro.

 

 

 

Con le mani e con la mente. E con le parole.

“Architetto? Scultore? Pittore? Designer? Per tanti anni mi sono chiesto cosa fossi. Non mi sono mai risposto. E sono contento di non averlo fatto”. Anche nella mostra personale allestita a Piacenza, De Lucchi ribadisce tutte le ambiguità di un percorso creativo lungo 40 anni, fatto di oggetti (numerosi quelli raccolti) che sembrano sfidare tanto le questioni di scala quanto le potenziali applicazioni pratiche. “L’unica cosa importante – spiega – è che sappiano interpretare lo spirito del tempo. Sono frutto della volontà di sperimentare continuamente su forme e accostamenti di materiali. Una ricerca che spesso si traduce nell’atto dello scavare, prima di tutto dentro di me”.

Li guardi questi oggetti e sembrano, affiancati come sono, raccontare una storia di stabilità: qualità estetica, maestrìa costruttiva, studio dei dettagli. Invece per De Lucchi sono frammenti di una fase di fragilità: “Mi spaventa moltissimo l’ansia che le giovani generazioni esprimono per i disequilibri che caratterizzano il mondo, il loro pessimismo. Vorrei che la mia creatività eccitasse la fantasia di ragazze e ragazzi, ispirando nuovi comportamenti”.

 

Allestimento flipper

In uno spazio tanto ampio (nel transetto principale addirittura 5 navate) l’allestimento cerca di costruire densità e dinamismo attraverso una successione di 15 elementi/set, cavalletti in legno con telo bianco tirato. Sfondo su cui si proiettano gli oggetti, divisi in due grandi famiglie. Verso l’ingresso, quelli – prodotti con materiali diversi, dal vetro ai tessuti, tra prototipi e pezzi della collezione privata – fatti realizzare agli artigiani con cui De Lucchi collabora; nella parte interna, quelli più personali, gli artworks in legno (costruiti nel suo studio, “con le mani e con la mente” come da titolo) che indagano il concetto di forma.

I fondali multipli generano un percorso lineare che obbliga a rimbalzare a sinistra e destra (“come la pallina di un flipper”, spiega De Lucchi), in cui l’andata (da fuori a dentro) è una progressiva e affascinante scoperta; il ritorno, invece, una sequenza di retri che poco hanno da comunicare. Stimola il contrasto tra la grande spazialità e l’oggetto piccolo. La scelta di non avere didascalie o spiegazioni convince esteticamente ma toglie opportunità d’informazione. Con la dimensione intima che si fatica a cogliere pienamente: si apre lo scrigno dei ricordi/oggetti, che vagano tra gli spiriti di Sant’Agostino senza farsi prendere.

 

Da Albini alla Design Week

L’anno scorso c’era stato l’approfondimento sul metodo Albini. Anticipare la Design Week milanese con una grande mostra sta diventando una (bella) consuetudine per Enrica De Micheli e il suo Spazio Volumnia. Un monumento abbandonato che ha ripreso vita dal 2018 (e dove ha aperto da poco un ristorante, affascinante per la collocazione nell’ex falegnameria del Monastero), grazie ad un programma ambizioso e che costruisce ponti tra Piacenza e Milano all’insegna del design e della cultura. Su questa traiettoria c’è Paola Nicolin, curatrice della mostra (“Conosco bene Michele dai tempi della direzione di «Domus»”), che a Piacenza è direttrice artistica di un’esperienza interessante come XNL: “Mi piace pensare a questa mostra come ad un volo d’uccello su un percorso di 40 anni che è chiaro e lineare. Gli oggetti, selezionati in collaborazione sia con lo Studio che con l’Archivio, sono intesi nella loro essenza filosofica, potremmo dire. Non ci sono criteri cronologici, prevale una forte integrazione che comunica tanto gli aspetti concettuali quanto la pratica manuale del fare arte di De Lucchi”.

Immagine di copertina: © Photo Fausto Mazza Studio

 

 

“Michele De Lucchi. Con le mani e con la mente. Quarant’anni di sperimentazione tra arte, design e architettura”
7 aprile – 29 giugno 2024
Spazio Volumnia – Stradone Farnese 33, Piacenza
A cura di: Paola Nicolin
Allestimento: AMDL CIRCLE (Simona Agabio con Alberto Nason)
Progetto illuminotecnico: Davide Groppi
Archivio Michele De Lucchi: Margherita Baetta, Cristina Moro
volumnia.space

 

 

Autore

  • Michele Roda

    Nato nel 1978, vive e lavora a Como di cui apprezza la qualità del paesaggio, la tradizione del Moderno (anche quella svizzera, appena al di là di uno strano confine che resiste) e, soprattutto, la locale squadra di calcio (ma solo perché gioca le partite in uno stadio-capolavoro all’architettura novecentesca). Unisce l’attività professionale (dal 2005) come libero professionista e socio di una società di ingegneria (prevalentemente in Lombardia sui temi dell’housing sociale, dell’edilizia scolastica e della progettazione urbana) a un’intensa attività pubblicistica. È giornalista free-lance, racconta le tante implicazioni dei “fatti architettonici” su riviste e giornali di settore (su carta e on-line) e pubblica libri sui temi del progetto. Si tiene aggiornato svolgendo attività didattica e di ricerca al Politecnico di Milano (dove si è laureato in Architettura nel 2003), confrontandosi soprattutto con studenti internazionali. Così ha dovuto imparare (un po’) l’inglese, cosa che si rivela utilissima nei viaggi che fa, insieme anche alla figlia Matilde, alla ricerca delle mille dimensioni del nostro piccolo mondo globale

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Last modified: 9 Aprile 2024