Si diffonde il Cancellismo, minacciate centinaia di opere di street art
E’ stato recentemente inaugurato a Pisa il più esteso museo a cielo aperto dedicato all’arte urbana in Italia, con 25 opere di street art di 15 autori diversi, realizzate tra il centro, la Darsena e il quartiere di Porta a mare. Una straordinaria iniziativa sorta, non a caso, nella città che ospita l’unica opera italiana di Keith Haring, il “Tuttomondo”. Il museo open air va certamente visitato, ma bisogna farlo in fretta perché, secondo le ultime indiscrezioni, sarebbe uno dei prossimi obiettivi dei cancellisti, i misteriosi imbianchini che, nottetempo, armati di vernice bianca e pennellessa, cancellano murales, scritte, scarabocchi e, appunto, opere di street art.
Il Cancellismo, fenomeno piuttosto recente, nato da una costola estremista del New Mimimalism, stimolata dalle opere di Jo Baer, Robert Ryman e Ad Reinhradt, è una delle nuove avanguardie artistiche del XXI° secolo. Professa il «grado zero» dell’arte, legato alla tela vuota, il foglio vergine o il muro bianco. Non a caso, i loro interventi recano come “firma” uno zero sbarrato (Ø), che in matematica rappresenta l’insieme vuoto ma è anche fattore decisivo per ogni annullamento: “Moltiplichiamo tutto per zero per annullare ogni sovrastruttura e ripartire dal punto di partenza”, asseriscono.
Un mondo, quindi, da ripulire dalle stratificazioni contemporanee e dalle sue degenerazioni.
Secondo il movimento cancellista, l’assenza di arte o di qualsiasi altro segno sul supporto, è già di per sé arte poiché sede potenziale per qualsiasi opera, anche la più straordinaria. “Ordunque, preferiamo l’immaginazione alla concretezza di questi imbrattatori contemporanei”, scrivono i cancellisti sui loro volantini di propaganda.
In aperta contrapposizione con i movimenti ambientalisti che imbrattano i monumenti con zuppe, colle e pitture, i cancellisti si dicono interessati a discutere esclusivamente di cambiamento del clima nel pianeta dell’arte. E l’unica arma efficace per riportare il mondo alla purezza sarebbe la vernice, preferibilmente bianca. Non a caso, citando un’altra avanguardia (meno recente) su ogni volantino campeggia il motto: “Vernice unica igiene del mondo”.
I detrattori la denunciano come un’operazione esclusivamente commerciale, marketing per una multinazionale di smalti e vernici che, non a caso, sarebbe diventata sponsor del movimento. Tuttavia, i cancellisti hanno già incassato l’endorsement di numerosi intellettuali, reazionari, critici verso l’arte contemporanea, che si battono affinché non tutto sia considerato arte. “Se tutto è arte, niente è arte”, amano ripetere.
Anche molti governatori e sindaci, ossessionati dalle scritte sui muri, hanno manifestato simpatia verso i cancellisti invitandoli ad intervenire nelle loro città. E’ persino presumibile che siano stati loro i mandanti di alcune delle ultime spedizioni. Altre città hanno riconosciuto il valore artistico del movimento cancellista. Ostuni, la “città bianca” e l’isola di Santorini intendono accogliere una delegazione. A Ubrique, in Spagna, sarebbero già pronti a dedicare una piazza al cancellismo.
Nel frattempo, per non rischiare incursioni, a Pisa sarebbe meglio alzare il livello di sorveglianza delle opere di street art, in particolare di quella di Haring.
P.S. A testimonianza di quanto sia concreta ed attuale la minaccia cancellista, segnaliamo il blitz del 21 marzo scorso contro la nuova opera di Banksy a Londra in Finsbury Park (fonte Euronews su youtube)
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arte contemporanea , L'archintruso
Last modified: 22 Marzo 2024