Nel terzo centenario dalla morte, il Museo della città di Vienna rende omaggio all’architetto barocco originario di Graz
VIENNA. Il Museo della città di Vienna ospita un’ampia esposizione sull’opera dello scultore e architetto austriaco Johann Bernhard Fischer von Erlach (1656-1723) che, forse più di chiunque altro, ha concorso alla definizione dell’immagine barocca della città danubiana. Dopo la memorabile esposizione del 1956, curata da Hans Sedlmayr e Clemens Holzmeister, questa è la seconda grande rassegna sulla sua opera che si tiene a Vienna. Si tratta di una mostra itinerante, partita da Salisburgo lo scorso anno, che insiste su alcuni aspetti della sua figura alla luce degli studi più recenti. Organizzata in nove sezioni, presenta una ricca selezione di disegni, modelli, incisioni, dipinti, medaglie, fotografie, libri, sculture e si concentra su due particolari aspetti della sua vicenda artistica: il lungo periodo di formazione in Italia e la pubblicazione del celebre Entwurf einer historischen Architektur… (Progetto di una architettura storica…, Vienna, 1721), in cinque volumi, destinato a raggiungere grande diffusione e successo nell’Europa del tempo.
Fra Vienna, Salisburgo e Praga
Il nome di Fischer von Erlach è legato a numerosi e prestigiosi progetti viennesi, come la costruzione della residenza imperiale di Schönbrunn (dal 1696), del palazzo del principe Eugenio di Savoia (1695-97), della Karlskirche (dal 1715), della Cavallerizza imperiale (dal 1718, oggi MuseumsQuartier), della Cancelleria e della Biblioteca (dal 1721) nella Hofburg, lavori quasi tutti completati dopo la sua morte dal figlio Josef Emanuel.
Anche a Salisburgo, a servizio del conte di Thun, potente arcivescovo della città, Fischer von Erlach progetta diversi edifici religiosi, fra cui la chiesa della Trinità (1694-1702), la chiesa dell’Ospedale di San Giovanni (1699), la chiesa delle Orsoline (1699-1705) e la notevole chiesa della Collegiata (1696-1707). A Praga, inoltre, è suo il fastoso palazzo Clam-Gallas (1707-13), realizzato per il viceré asburgico di Napoli. Un ricco corpus di lavori che fanno di lui uno dei più famosi e fortunati autori dell’architettura tardo-barocca al di là delle Alpi, nonché il caposcuola di una folta schiera di artisti ed architetti austriaci.
La formazione in Italia: Roma e Napoli
Nato a Graz nel 1656 da Johann Baptist Fischer, modesto scultore, per il suo precoce talento Johann Bernhard viene inviato a Roma, poco più che ragazzo, nell’atelier di Johann Paul Schor (detto Giovanni Paolo Tedesco). Nella città dei papi, il giovane ha modo di studiare le vestigia della Roma imperiale e di partecipare alla scena culturale animata da Gian Lorenzo Bernini e Carlo Fontana. Entra in contatto anche con la cerchia che ruota attorno all’ex regina e mecenate Cristina di Svezia. A partire dal 1686 si sposta a Napoli, capitale del viceregno spagnolo ed altro polo della cultura artistica italiana del tempo, dove lavora principalmente come scultore e incisore.
In Italia, il giovane artista si trasforma lentamente in architetto, sviluppando il suo gusto in direzione di un barocco classicheggiante e severo, ben riconoscibile nelle successive opere viennesi. Suo modello ideale resterà l’opera di Bernini, che egli cita esplicitamente nei primi lavori come, ad esempio, nella sistemazione dell’altar maggiore della basilica di Mariazell (1692).
Quando, nel 1686, l’ormai trentenne Fischer von Erlach rientra a Vienna, potrà contare sull’ampia rete di contatti costruita a Roma fra i “nordici”, che gli permette di entrare in rapporto con la committenza aristocratica della capitale, per la quale disegna giardini e residenze. La Vienna del tempo, uscita vittoriosa dal secondo assedio ottomano (1683), è una città in piena espansione che cerca di consolidare il proprio ruolo di capitale europea, disponibile ad offrire al giovane architetto buone occasioni in cui mettere alla prova il suo talento, a cominciare dal primo, grandioso progetto per la residenza imperiale di Schönbrunn.
L’architettura disegnata
La mostra viennese si apre significativamente con la splendida Antiquae Urbis Imago (1561) di Pirro Ligorio, pianta archeologica della Roma imperiale con la ricostruzione immaginaria di architetture antiche. Lo scenario urbano riprodotto da Ligorio è popolato da complessi architettonici singolari, tra i quali svettano volumi piramidali e altre forme geometriche astratte che testimoniano del fervido gusto antiquario del tempo e di una nuova sensibilità verso l’antico. Il parallelo fra la carta del Ligorio e le architetture immaginarie pubblicate da Fischer von Erlach nel suo Entwurff… è decisamente stimolante: non solo per l’inedita presenza di edifici provenienti dal vicino e lontano Oriente (Egitto, Persia, Cina, Siam, ecc.), quanto per il carattere simbolico dei volumi rappresentati che sembrano, in taluni casi, anticipare di qualche decennio l’ossessione per la geometria pura degli architetti radicali francesi. Non è un caso, quindi, che il doppio colonnato gigante della Karlskirche venga esplicitamente citato nelle colonne gemelle della Barrière du Trône (1787) di Claude-Nicolas Ledoux e che trovi altro diretto richiamo nella colonna-grattacielo per la sede del Chicago Tribune (1922) di Adolf Loos. La tecnica progettuale combinatoria di Fischer von Erlach, comunque la si voglia considerare, assume un ruolo centrale nella cultura architettonica della Vienna imperiale e prepara la strada alla nascita della moderna cultura europea.
La mostra è accompagnata da un catalogo e dalla ristampa anastatica dell’Entwurff…, in dimensione ridotta, realizzata appositamente per l’occasione.
Immagine di copertina: © W. Feiersinger
Fisher von Erlach
dall’1 febbraio al 28 aprile
Wien Museum
Allestimento artistico: Werner Feiersinger
Curatore: Andreas Nierhaus
Consulente scientifico: Werner Oechslin
Grafica espositiva: Willi Schmid
Produzione: Isabelle Exinger-Lang
Catalogo: Johann Bernhard Fischer von Erlach, Residenz Verlag, Salzburg-Wien
Sponsor principale: Wiener Stadtwerke
Cooperazione: Salzburg Museum
wienmuseum.at/fischer_von_erlach_en
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anniversari , austria , barocco , mostre , Repubblica Ceca , vienna
Last modified: 28 Febbraio 2024