Fondazione Giorgio Cini e Marsilio Arte avviano le Stanze della fotografia con le mostre su Ugo Mulas e su Venezia vista da Alessandra Chemollo
VENEZIA. Tre finestre lasciano il posto a quattro cerchi. Questa semplice constatazione visiva potrebbe salutare l’avvicendarsi in laguna fra la meritoria istituzione famosa per le tre finestre, che in dieci anni ci ha permesso di godere d’importanti mostre sull’isola della Giudecca (la “Casa dei tre oci”), e le nuove stanze che, a poca distanza di tempo e di spazio, ne raccolgono il testimone con il simbolo dei quattro cerchi. La continuità del percorso è stata resa possibile dalla realizzazione sull’isola di San Giorgio Maggiore delle Stanze della fotografia, progetto culturale pluriennale voluto dalla Fondazione Giorgio Cini e Marsilio Arte, riuscendo in partnership nello scopo di continuare a dare alla fotografia una sua “casa” a Venezia. Il progetto si affianca, a pochi passi di distanza, alle Stanze del vetro, promosso dalla stessa Fondazione Cini con Pentagram Stiftung a partire dal 2012.
Allestito negli spazi delle Sale del convitto dell’isola, il nuovo luogo espositivo si configura come “centro internazionale di ricerca e valorizzazione della fotografia e della cultura delle immagini”, pronto a stringere collaborazioni a livello nazionale e internazionale nel mondo della fotografia. L’immagine coordinata, a cura di Marco Camuffo, presenta appunto quattro cerchi, probabile citazione di quattro obiettivi variamente aperti che, su un inedito ma non spiacevole sfondo rosa, riesce a incidere nella nostra memoria le nuove stanze.
L’incipit è la grande mostra su Ugo Mulas a cura di Denis Curti (direttore artistico dei nuovi spazi), con l’Archivio Ugo Mulas e il suo direttore, Alberto Salvadori. La proposta espositiva presenta 300 immagini, tra cui 50 foto inedite, che con documenti, libri, pubblicazioni e filmati tracciano il percorso creativo del grande e indimenticato fotografo. Un viaggio nel tempo, nella storia del costume, dell’arte, dell’architettura e della città, un ritratto della vita che non ci si stanca di guardare e riguardare sempre scoprendo nuovi dettagli.
A questa monografica si affianca “Venezia alter mundus”, 65 fotografie di Alessandra Chemollo dedicate alla città più fotografata ma, forse, meno capita del mondo, qui restituita, anche grazie alla pandemia, in una dimensione senza tempo nella quale la luce dipinge luoghi noti, meno noti, sconosciuti.
La visita alle nuove stanze dell’isola riserva anche un ulteriore motivo d’interesse: il progetto degli spazi, efficacemente pensati e realizzati dallo Studio di Architetti Pedron / La Tegola. La grande lezione dell’allestimento italiano che, nel secondo dopoguerra, mise alla prova la parsimonia nell’uso dei materiali alla ricerca dei limiti della gravità nei progetti di Franco Albini e Franca Helg, dei fratelli Castiglioni, di Luciano Baldessari, trova qui un nuovo capitolo che testimonia la continuità di una traiettoria di ricerca ininterrotta.
Grandi telai appesi, realizzati come leggere quinte teatrali in legno decorato, sono sospesi in due ordini verticali nello spazio dominato dalle grandi capriate che, lasciate in penombra, sottolineano i volumi a disposizione delle opere. Sistema semplice e lineare, crea le giuste condizioni per la visione delle fotografie e si adatta con facilità agli utilizzi futuri anche grazie a un efficace sistema d’illuminazione.
Il giusto inizio per una nuova, promettente stagione di mostre e attività nel segno della fotografia.
Immagine di copertina: © Alessandra Chemollo
Le Stanze della fotografia
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
Ugo Mulas. L’operazione fotografica
29 marzo-6 agosto 2023
a cura di: Denis Curti e Alberto Salvadori
Venezia alter mundus, di Alessandra Chemollo
29 marzo-4 giugno 2023
Allestimento: Studio di Architetti Pedron / La Tegola con la collaborazione del Gran Teatro La Fenice di Venezia
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allestimenti , fotografia , mostre , musei , venezia
Last modified: 3 Aprile 2023