L’ultima mostra del trentennale della morte mette in luce il fervido rapporto del fotografo con la città emiliana e il suo contesto culturale negli anni 70 e 80
PARMA. A chi, come chi scrive, ha vissuto in territorio emiliano, è rimasta l’impressione di vedere e pensare al passato come se fosse in una fotografia di Luigi Ghirri (1943-1992). L’Emilia è per Ghirri il primo territorio di esplorazione, dove a fine anni sessanta cominciò la sua indagine verso una fotografia rivelatrice del mondo. Lì elaborò la propria sensibilità verso le cose e il paesaggio comuni, le villette, i cancelli, le finestre, le campagne deserte organizzate dalla linea del Po. Quei dettagli banali che stanno sotto gli occhi di tutti, ma che con Ghirri noi impariamo a guardare per la prima volta. Forse Ghirri ci fece vedere l’Emilia per la prima volta.
Oggi che quell’ambiente esiste sempre meno, pare ancor più significativo tornare infine a Parma a rendere omaggio a Ghirri, dopo che gli eventi del trentennale della sua scomparsa, voluti dalla Regione Emilia-Romagna e riuniti sotto il titolo di “Vedere oltre”, hanno già fatto tappa a Reggio Emilia e a Modena nel corso del 2022.
“Labirinti della visione. Luigi Ghirri 1991”, a cura di Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta, al Palazzo del Governatore, è una mostra epilogo, che si basa sul volume Viaggio dentro un antico labirinto, che Ghirri realizzò con Arturo Carlo Quintavalle (1936) nel 1991, poco prima della sua morte, nel febbraio successivo. Un libro introvabile, pubblicato in tiratura limitata da un editore non più attivo, raccontano i curatori. Le 153 fotografie selezionate da Ghirri in quell’occasione entrarono nei fondi del CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma e oggi riemergono nell’esposizione organizzata insieme al Comune di Parma e all’Archivio Eredi Luigi Ghirri.
La mostra pone l’attenzione proprio sullo speciale rapporto che si stabilì tra il fotografo e l’ambiente di Parma tra gli anni settanta e ottanta. Dalla frequentazione del suo contesto universitario, in cui a fine anni sessanta era nato il CSAC come centro di ricerca e archivio dedicato alla fotografia e alle diverse forme d’arte, a cui Ghirri portò un fondamentale contributo, ai confronti con lo stesso Quintavalle, i cui commenti, tratti dai volumi redatti insieme e che segnarono il percorso critico di Ghirri, accompagnano il visitatore nelle sale del Palazzo del Governatore, suggerendo ancora riflessioni e interpretazioni delle sue fotografie.
Oltre 200 scatti in sale che rispecchiano i capitoli del volume
Tutto inizia e finisce a Parma
, sembra dire questa occasione, che propone un corpus di opere mai esposte prima nella sua interezza. Il nucleo principale, in originali cornici nere, è costituito dalle stampe realizzate da Ghirri per allestire il mockup di Viaggio dentro un antico labirinto, che fu strumento di discussione con Quintavalle sui testi critici, ma anche mezzo di controllo della resa tipografica delle fotografie.
Le sale rispecchiano proprio i capitoli principali del volume (“Città”, “Luoghi d’arte”, “Ville e giardini”, “Campagne”, “Monti, fiumi e laghi”, “Mare”) e immergono in un’esplorazione non geograficamente ordinata, che propone quel particolare sguardo di Ghirri sul “labirinto”, ossia il paesaggio italiano. Da Padova e Napoli, da Polignano a Mare a Orvieto, da Torino a Pompei, è l’incessante ricerca di Ghirri verso ciò che genera memoria, stupore, ironia e partecipazione.
S’innestano a confronto, in cornici color legno, stampe selezionate da Colazione sull’erba, Paesaggi di cartone e Kodachrome, volumi realizzati da Ghirri negli anni settanta, e sorprendenti polaroid di grande formato dedicate ad Amsterdam e scattate nel 1981 che testimoniano gli snodi della sua ricerca. Ma anche immagini scelte tra quelle che il fotografo amava e che lo influenzarono profondamente accompagnandolo verso un percorso originale, come le vedute del paesaggio italiano dei Fratelli Alinari e di Carlo Naya e gli spaccati del mondo contadino di Bruno Stefani. E poi, soprattutto, la fotografia documentaria di Dorothea Lange e Walker Evans, che Ghirri poté ammirare a Parma visitando la mostra “Farm Security Administration”, curata da Quintavalle nel 1975 alla Pilotta.
Oltre 200 scatti, tutti appartenenti ai fondi del CSAC, sono esposti in ambienti allestiti nella penombra, in cui, come piaceva fare a Ghirri, tutto il resto esce dalla “cornice” e noi concentriamo il nostro sguardo sullo “splendore di tutte le cose avvolte nella luce”. In questo caso, proprio le sue fotografie.
Immagine di copertina: Il molo, Trieste, 1980 Foto Luigi Ghirri – Photo courtesy © Eredi Luigi Ghirri
«Labirinti della visione. Luigi Ghirri 1991»
Palazzo del Governatore
17 dicembre 2022 – 26 febbraio 2023
parma2020.it/it/labirinti-della-visione-luigi-ghirri-1991/
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anniversari , Emilia Romagna , fotografia , luigi ghirri , mostre , Parma
Last modified: 11 Gennaio 2023