“Stefano Graziani. Documents on Raphael”: una mostra fotografica al Palladio Museum racconta l’eredità architettonica sempre meno tangibile di Raffaello Sanzio
VICENZA. Palazzo Barbarano, opera di Andrea Palladio nel cuore della città, dal 2012 è sede del Palladio Museum, spazio attraverso cui il Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio si racconta al grande pubblico. Attraverso un’esposizione multimediale, il museo racconta la straordinaria storia di Palladio, i suoi progetti, le opere sparse nel Nord/Est e la preziosa eredità lasciata nel panorama architettonico contemporaneo internazionale.
Con iniziative come la mostra “Stefano Graziani. Documents on Raphael” (23 ottobre 2021 – 20 febbraio 2022), il museo propone un palinsesto culturale dinamico e contemporaneo che va oltre l’opera palladiana, per offrire nuovi spunti di riflessione sull’architettura del passato. La mostra è l’esito di un progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council, in collaborazione con l’Atelier Kersten Geers all’Accademia di Architettura di Mendrisio, la Fotogalleriet di Oslo, i musei inglesi Sir John Soane’s e Victoria and Albert, la Stiftung Insel Hombroich a Neuss.
Allestita all’interno di una delle preziose sale del palazzo, “Stefano Graziani. Documents on Raphael” presenta una costellazione di scatti da apprezzare dal centro dell’ambiente, senza un ordine preciso: una piccola parte della più estesa e articolata ricerca del fotografo-architetto che offre uno spaccato sul percorso che lo ha portato sulle tracce dell’apparentemente inafferrabile Raffaello Sanzio architetto, in occasione del quinto centenario della morte (1483-1520). Di fronte a un soggetto così complesso, Graziani racconta questa sempre più flebile e meno tangibile grande eredità senza un approccio totalizzante ma con uno sguardo “altro” rispettoso, quasi intimorito ma indagatore e capace di aprire, attraverso la sua rilettura artistica, nuovi elementi di riflessione sull’architettura dell’urbinate.
Una riscoperta, una re-visione personale che, come spiega Graziani, “ambisce a includere tutte le possibili sfumature di ambiguità che appartengono alla fotografia”. Infatti, ad emergere dal racconto è una fotografia dove le consuete categorie – natura morta, fotografia d’architettura, di paesaggio o documentale – sfumano, per raccontarci un palinsesto complesso e compromesso. Immagini che aprono una riflessione non solo su Raffaello, la sua eredità e la nostra capacità di coglierla, documentarla e raccontarla, ma anche sui processi di restauro, archiviazione, conservazione ed esposizione, oltre che sul concetto di “originale”, tanto caro anche al dibattito fotografico.
Le 15 grandi fotografie in mostra sono soprattutto il pretesto per presentare la pubblicazione Documents on Raphael. Grazie alla presenza di tutte le 49 fotografie della ricerca, presentate in ordine cronologico e corredate da una serie di testi, il volume edito da Mousse Publishing è uno strumento di approfondimento sulla ricerca di Graziani. Nell’approcciarsi all’allestimento senza didascalie della mostra vicentina, la pubblicazione diventa un vero e proprio grimaldello: i testi a commento degli scatti, nel necessario binomio fotografia-didascalia, diventano una didascalia estesa. Una didascalia d’autore che vede coinvolte numerose autorevoli firme internazionali, tra cui Guido Beltramini (direttore del Palladium Museum), Emanuel Christ, Victoria Easton, Kersten Geers, Manuel Orazi, Maddalena Scimemi, Pier Paolo Tamburelli ed Ellis Woodman, oltre al curatore del volume Francesco Zanot.
Immagine di copertina: Stefano Graziani, Jan van Tieghem and Frans Ghieteels (bottega), da Raffaello, arazzi degli Atti degli Apostoli, ca. 1549-1557, lana e seta, Palazzo Ducale di Mantova, No. 1, Mantova 2020
About Author
Tag
fotografia , mostre , palladio , Rinascimento
Last modified: 3 Novembre 2021