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Written by: Progetti

Vienna: di basso profilo, la storia dell’Austria sta stretta nella nuova Casa

Vienna: di basso profilo, la storia dell’Austria sta stretta nella nuova Casa

Visita alla nuova Haus der Geschichte Österreich nel Palazzo Imperiale di Vienna, con allestimento di BWM Architekten

 

VIENNA. Per BWM Architekten il compito era ingrato: la nuova Casa della storia austriaca si è insediata infatti nel Palazzo Imperiale, sulla piazza degli Eroi, ma in spazi di risulta. Contrariamente a quanto annunciato qualche tempo fa, invece di una superficie di 3.000 mq, al momento di diventare operativa la Haus der Geschichte Österreich se ne è visti assegnare solo 1.000, per narrare al pubblico 100 anni di storia patria. Un secolo fitto di avvenimenti, a cominciare dalla dissoluzione dell’impero austro-ungarico nel 1918, la fine di una monarchia durata quasi 700 anni, e la conseguente proclamazione della repubblica. Cento anni che comprendono anche l’austrofascismo, il nazismo, la guerra fredda, la caduta dei contigui regimi comunisti, l’adesione all’Unione Europea e la pressione migratoria.

Un compito dunque arduo, in primo luogo per la squadra di storici, che ha potuto mettersi all’opera solo dopo infiniti tentennamenti del mondo politico. Esitazioni messe da parte solo per la necessità di celebrare, prima che finisse il 2018, i complessi anniversari del 1918 e del 1938 anche con una presentazione storica al pubblico, basata su una visione il più possibile univoca del passato recente della nazione.

 

L’allestimento

BWM Architekten si è inserito in questo contesto controverso, e dal risultato sembra aver optato per un basso profilo da minimo attrito, ovvero di essere stato confrontato con richieste espositive esuberanti rispetto alle possibilità logistiche, o ancora di non aver saputo trovare una soluzione efficace.

L’ingresso alla Casa della storia è lo stesso della Biblioteca Nazionale, che funge da casa madre per la nuova istituzione, e del Museo di Efeso con i suoi tesori archeologici. Una scelta obbligata, che confonde chi cerchi la Casa della storia. Tanto è vero che per l’inaugurazione BWM Architekten ha colorato di bianco e rosso – i colori della bandiera austriaca – il soffitto dello scalone di accesso, quasi a voler indicare la via. Disposto su due piani, il museo vero e proprio è soprattutto al primo piano della Neue Burg: fitto di oggetti, video, installazioni, consente la visita solo a 240 persone per volta. Un sicuro svantaggio per un luogo che attrarrà in particolare scolaresche. Il secondo piano offre uno spazio espositivo per piccole mostre temporanee, costituito in realtà solo dall’atrio antistante il celebre balcone dal quale Hitler annunciò l’annessione dell’Austria al Terzo Reich il 15 marzo 1938. Ancora dunque uno spazio residuo, benché di passaggio obbligato al balcone, tuttora chiuso e visibile solo dalla vetrata, ma che la direttrice del museo, Monika Sommer, è riuscita a farsi assegnare ed intende utilizzare.

Proprio il difficile compito di concepire una presentazione congrua e il più agevolmente fruibile, nonostante i numerosi vincoli storico-artistici che escludevano interventi profondi, avrebbe richiesto maggiore fantasia da parte degli allestitori. Il risultato proposto da BWM Architekten è invece più che modesto. A detta di parte della politica, e della stessa Sommer, l’attuale sede sarebbe comunque un provvisorio, in attesa di una collocazione definitiva.

Ammesso che il finanziamento al museo, per ora assicurato solo per il 2019, venga confermato per il futuro, una sede teoricamente ipotizzabile sarebbe assai vicina: dall’estate 2017 piazza degli Eroi ospita sul suo grande prato due padiglioni costruiti appositamente per accogliere gli uffici del Parlamento durante gli articolati lavori di restauro dell’edificio storico sulla Ringstrasse. All’inizio accolte con riserva, le due sobrie costruzioni stanno mostrando di potersi inserire senza attriti nel simbolico scenario della Heldenplatz. Sommer, e con lei parte del mondo politico nostrano, occhieggia apertamente ai due padiglioni, che a partire dalla metà del 2021 fornirebbero non solo uno spazio espositivo adeguato, ma conserverebbero la collocazione nel cuore della città.

Autore

  • Flavia Foradini

    Giornalista e autrice per carta stampata e radio, si occupa da oltre trent’anni in particolare di area germanofona e anglofona, ma segue anche temi globali. Scrive per numerosi editori italiani ed esteri, tra cui Il Sole 24 Ore, il gruppo Allemandi, il gruppo Espresso-Repubblica, la RSI (Radiotelevisione della Svizzera Italiana, per cui realizza approfondimenti e audiodocumentari). Ha collaborato con il Piccolo Teatro di Milano e insegnato alla Kunstuniversität di Graz. Ha curato e/o tradotto numerose opere di e sul teatro, e saggi storici. Si è occupata approfonditamente fra l'altro di architettura nazista, in particolare del sistema delle torri della contraerea, su cui ha scritto, tenuto conferenze, e realizzato mostre (con fotografie di Edoardo Conte). Osserva dagli anni '80 gli sviluppi urbanistici e architettonici di Vienna

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Last modified: 8 Gennaio 2019