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Federica RussoWritten by: Città e Territorio

Ritratti di città. Liverpool torna alla ribalta

Ritratti di città. Liverpool torna alla ribalta

Report dalla città britannica dopo l’apertura del RIBA North, il nuovo centro internazionale per l’architettura inaugurato con la mostra “Liverpool(e): Mover, Shaker, Architectural Risk-Taker”

 

LIVERPOOL (REGNO UNITO). Alla nomina di Capitale europea della cultura nel 2008, e al conseguente entusiasmo architettonico, erano seguiti alcuni anni di silenzio e sporadici interventi, fino a quest’estate, quando i riflettori sono tornati ad accendersi con l’inaugurazione del RIBA North, un nuovo centro nazionale per l’architettura che include la prima galleria espositiva del RIBA al di fuori di Londra. Scelta come fulcro del processo di decentramento dalla capitale e di diffusione capillare nel territorio del Royal Institute of British Architects, che sin dal 1934 ha avuto la sua unica sede di rappresentanza nello storico edificio di 66 Portland Street a Londra, Liverpool si prepara a ribadire la sua importanza di centro architettonico del Nord Inghilterra in attesa del nuovo piano urbanistico del 2018 e di quello che si spera sia l’inizio di una nuova ondata d’investimenti nella rigenerazione urbana.

 

Alti e bassi

Liverpool è una città dalla storia architettonica spesso anticonformista, di grandi ambizioni non sempre realizzate o realistiche, di piani urbanistici audaci e rischiosi, non sempre possibili, come esibito nella mostra di apertura “Liverpool(e): Mover, Shaker, Architectural Risk-Taker”. Tutto ciò ha portato a quello che è oggi: un connubio di opere rilevanti, dal patrimonio storico a quello post industriale, alle opere contemporanee, quelle realizzate per il 2008, il masterplan di Liverpool One e i musei, tra cui la Tate Gallery di Stirling & Wilford e il Museum of Liverpool dei danesi 3XN. E poi i teatri, il fiore all’occhiello della città, tra cui i più recenti Everyman Theatre di Haworth Tompkins vincitore dello Stirling Price, l’elegantissima Philharmonic Hall ristrutturata ed ampliata su progetto di Caruso St. John e la Liverpool’s Royal Court di AHMM. Opere sfavillanti accanto alle molte solo disegnate, alle zone industriali abbandonate, ai dibattiti degli ultimi mesi sull’approvazione delle torri Plaza 1821 e Hive City Docks e al connesso rischio di perdere il waterfront come patrimonio Unesco. Molte, dunque, le speranze riposte nel piano urbanistico del prossimo anno.

 

L’investitura del RIBA

È qui che il ruolo di un’istituzione come il RIBA diventa rilevante per Liverpool, non solo come spazio espositivo ma soprattutto come luogo d’incontro dove approfondire le dinamiche della città. Sito all’interno di The Mann Island Buildings, un più ampio intervento residenziale e commerciale firmato dallo studio Broadway Malyan, il RIBA North occupa una posizione prominente in uno dei waterfront architettonicamente più discussi e controversi degli ultimi anni, tra le “Three Graces” e l’Albert Dock, nell’ambito del sito Patrimonio mondiale Unesco. L’edificio, seppur esibendo un misurato ed elegante rivestimento di marmo nero, non stupisce, ma si bilancia tra le linee contemporanee del vicino Museum of Liverpool e il rispetto per la salvaguardia dell’area storica; un approccio diametralmente opposto a quello di Will Alsop, che esattamente sullo stesso sito aveva vinto il concorso “The Forth Grace” con “The Cloud”, progetto dibattuto a ferro e fuoco prima del 2004 ma mai realizzato.

Ci si sarebbe aspettati dal RIBA la scelta di una sede meno modesta: magari un edificio di nuova costruzione che partecipasse alla rinascita architettonica della città; oppure la riqualificazione di una delle straordinarie warehouse industriali in disuso. Tutte ipotesi considerate e scartate perché la vera scommessa dell’istituto non è di facciata, ma si gioca sul terreno della pianificazione futura della città e sul suo ruolo di guida e spazio di discussione. Il RIBA North infatti si propone soprattutto come vero e proprio hub per il dibattito architettonico, mettendo a servizio dell’autorità locale “Place Matter”, una commissione indipendente di architetti, urbanisti ed esperti di conservazione che aiuteranno a valutare le future proposte di sviluppo a sostegno delle buone pratiche e della pianificazione responsabile. Un passo importante affinché oltre agli interessi economico-finanziari e alla politica, anche l’architettura partecipi come disciplina indispensabile al governo e allo sviluppo della città.

 

Leggi le interviste a Suzy Jones (direttrice di RIBA North) e a Mark Kitts (assistente direttore alla rigenerazione del Liverpool City Council)

Immagine principale: Haworth Tompkins, Everyman Theatre (©Philip Vile)

Autore

  • Federica Russo

    Laureata all’Università “La Sapienza” di Roma, è co-fondatrice dello studio di architettura Valari. Ha lavorato in studi internazionali come Haworth Tompkins e Allies & Morrison a Londra, VYA nei Paesi Bassi e Massimiliano Fuksas a Roma. Dal 2006 ha collaborato come giornalista freelance per diverse testate d’architettura tra cui Artribune, Compasses, Presstletter, Livingroome, a edizioni speciali de L’Arca e A10 ed è co-autrice del libro “Backstage Architecture” (2011)

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Last modified: 19 Giugno 2019