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Luca GibelloWritten by: Reviews

Le insolenti “macchine” di Khoury per Beirut

Le insolenti “macchine” di Khoury per Beirut
In mostra a Milano presso lo spazio SpazioFMG per l’architettura la ricerca teorica e le opere di Bernard Khoury, il più visionario tra gli architetti libanesi

 

MILANO. Dalla strada, l’impatto è efficace. Un allestimento minimale ma al contempo poetico; concettuale ma anche didascalico. Così si presenta la mostra “Bernard Khoury. In order of appearance”, curata dallo stesso progettista libanese insieme a Luca Molinari, con la collaborazione di Alessandro Benetti e Danielle Makhoul. 16 opere e progetti, presentati attraverso foto e disegni trattati come quadri concentrati in densità variabile sulle pareti a mo’ di galleria d’arte. Nello spazio libero, penzolano dal soffitto altrettanti “Talking Objects”, scatole nere – inevitabilmente, visto il mood di Khoury – che contengono la voce narrante del progettista stesso.

È senz’altro una delle più rilevanti tra le tante iniziative offerte negli anni da SpazioFMG per l’architettura, che dal 2009 non è solo uno show-room del gruppo Iris Ceramica e FMG Fabbrica Marmi e Graniti ma, grazie al programma culturale curato dallo stesso Molinari, luogo d’incontro e scambio con la città e tra addetti ai lavori.

L’impegno di Khoury per Beirut, sua città natale ove dal 1993 ha fondato uno studio professionale dopo una formazione nordamericana, non passa inosservato e obbliga il passante a prendere posizione, sfidando perbenismi e stereotipi del marketing immobiliare. Tecnologiche e brutali, caustiche e ciniche ma sempre coraggiose e visionarie, tra reale e immaginario le “macchine” di Khoury lasciano il segno quali metafore di una città “violentata e gaudente” (per riprendere le parole di Molinari), in equilibrio precario tra edonismo sfrenato e macerie di conflitti che paiono infiniti.

 

BERNARD KHOURY. 
IN ORDER OF APPEARANCE

A cura di 
Bernard Khoury e Luca Molinari
, con Alessandro Benetti e Danielle Makhoul

Milano, SpazioFMG per l’architettura, via Bergognone 27

Fino al 2 dicembre 2016

 

In copertina: Bernard Khoury durante l’inaugurazione (foto di Sara Busiol)

 

Autore

  • Luca Gibello

    Nato a Biella (1970), nel 1996 si laurea presso il Politecnico di Torino, dove nel 2001 consegue il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica. Ha svolto attività di ricerca sui temi della trasformazione delle aree industriali dismesse in Italia. Presso il Politecnico di Torino e l'Università di Trento ha tenuto corsi di Storia dell’architettura contemporanea e di Storia della critica e della letteratura architettonica. Collabora a “Il Giornale dell’Architettura” dalla sua fondazione nel 2002; dal 2004 ne è caporedattore e dal 2015 al 2024 è direttore. Oltre a saggi critici e storici, ha pubblicato libri e ha seguito il coordinamento scientifico-redazionale del "Dizionario dell’architettura del XX secolo" per l'Istituto dell’Enciclopedia Italiana (2003). Con "Cantieri d'alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi" (2011, tradotto in francese e tedesco a cura del Club Alpino Svizzero nel 2014), primo studio sistematico sul tema, unisce l'interesse per la storia dell'architettura con la passione da sempre coltivata verso l’alpinismo (ha salito tutte le 82 vette delle Alpi sopra i 4000 metri). Nel 2012 ha fondato e da allora presiede l'associazione culturale Cantieri d'alta quota

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Last modified: 26 Ottobre 2016