Inaugurata la stazione marittima progettata da Zaha Hadid Architects per il lungomare di Salerno: un’opera simbolo che sta riscontrando consensi unanimi
SALERNO. Il 25 aprile si è inaugurata la stazione marittima, senza di lei. Il guscio in cemento e vetro con la sinuosa copertura rivestita in scaglie di ceramica, opera simbolo per Salerno e l’Italia contemporanea, entra nella storia dell’architettura grazie al talento e alla visione della prima donna premio Pritzker: Zaha Hadid. Con la Fabbrica Solimene di Paolo Soleri a Vietri, l’Auditorium di Oscar Niemeyer a Ravello, l’Hotel Parco dei Principi di Gio Ponti a Sorrento e la Casa Malaparte di Adalberto Libera a Capri, il terminal di Hadid e Schumacher completa un pokerissimo, Grand Tour d’architettura lungo lo straordinario waterfront della Campania. La posizione privilegiata al termine del lungomare e la spettacolare immagine della conchiglia-faro, configurano un punto di riferimento e una nuova porta, non soltanto per le navi da crociera e i traghetti, ma per la città intera. La struttura, se ben gestita, diventerà un catalizzatore di visitatori, eventi, mostre e itinerari turistico-culturali da realizzare in sinergia tra Salerno, le costiere Cilentana, Amalfitana, Sorrentina e Capri. Non solo un terminal ma un simbolo di cultura architettonica, design, innovazione e contemporaneità.
L’opera nasce da un concorso internazionale ad inviti nel contesto del piano urbanistico di Oriol Bohigas. Era il 1999. Il bando imponeva una rigida sagoma rettangolare posizionata sul molo del porto liberato dopo la demolizione dei magazzini generali. La soluzione proposta dallo studio Hadid fu l’unica che, nonostante le forti restrizioni, riuscì ad evitare la banale immagine di una scatola. Come non sempre accade in Italia, vinse il talento spazzando via sei deludenti progetti elaborati da sparring partners e politicanti. Sin dai primi rendering di concorso il monolite sagomato, con i grandi sbalzi-copertura che proteggono l’ingresso e le vetrate dal caldo sole estivo, accoglieva i viaggiatori inquadrando orizzontalmente lo spettacolare scenario paesaggistico: da un lato i monti della costiera Amalfitana a picco sul mare e dall’altro la passeggiata del lungomare con i palazzi storici. Per chi avrà il piacere di una visita, l’interno è un’esperienza spaziale ed emotiva che utilizza abilmente la funzione e i flussi per il suo racconto architettonico articolato e dinamico. Un percorso continuo in scala e rampa avvolge il nucleo servizi centrale. Dal lato verso terra, sotto la volta ribassata, la rampa di imbarco/sbarco si ripiega proiettandosi a sbalzo nello spazio d’ingresso. Verso il mare, nella hall d’arrivo, la copertura si stacca dai muri in cemento ed è sostenuta da sottili pilastri in acciaio.
Più delle parole valgono i tanti giovani entusiasti che hanno affollato l’inaugurazione guidata dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, dal sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e dall’assessore all’Urbanistica Domenico De Maio, e soprattutto l’emozione di muoversi, incontrarsi e vivere un’esperienza che ridefinisce la qualità e la costruzione di uno spazio nel nostro tempo.
Alcuni osservatori indicano il terminal di Salerno come l’inizio del “parametricismo”, ovvero un tipo di architettura possibile da modellare, controllare e realizzare grazie ai nuovi software, e che di conseguenza seguirebbe l’estetica della rivoluzione informatica. Le geometrie e i dettagli sono indubbiamente originali, sicuramente più sofisticati e complessi di quelli del Maxxi, concepito un anno prima, ma l’idea si origina piuttosto dall’evoluzione di una ricerca personale dello spazio, del programma e della continuità tra flussi e percorsi, che da particolari tecniche di disegno parametrico e sostenibilità, evidenti in progetti più recenti.
Continuerà Zaha Hadid Architects ad avere il tocco magico per sperimentare e realizzare opere originali e poetiche domando le pericolose derive formalistico-parametriche anche senza la sua guida? A Salerno i muri curvi-inclinati e soprattutto la delicata copertura-paesaggio a sezione variabile in cemento a faccia vista con il grande sbalzo che protegge l’ingresso sono stati realizzati in opera con sistemi tradizionali dall’impresa Passarelli dopo aver preparato e montato per mesi a mano casseforme, sagome e puntelli. La superficie esterna della copertura è stata protetta con semplici maioliche triangolari in diversi toni di grigio, omaggio alle storiche cupole locali. I grigi sfumati disegnano un suolo artificiale poeticamente illuminato da led puntuali nelle zone visibili dal basso, nonché da linee di luce ai margini della copertura e al di sotto delle rampe che sottolineano la dinamicità del disegno ispirato alla natura.
L’opera simbolo della nuova Salerno e della Campania sta riscontrando consensi unanimi, sia tra gli addetti ai lavori che tra i cittadini e sui social. La stazione marittima, preziosa eredità di Hadid da custodire e valorizzare, avrà il dono di avvicinare alla ricerca, all’innovazione e alla bellezza dell’architettura contemporanea tutti quegli italiani che non vivono ancora la modernità e la rigenerazione urbana come un’opportunità per la cultura e l’economia dei territori.
Le foto dell’opera e dell’inaugurazione (© Giovanni Izzo)
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Last modified: 26 Aprile 2016
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