Avente per fulcro la collezione del Plasticarium, inaugurato l’Art & Design Atomium Museum, allestito da Lhoas & Lhoas all’interno del Trade Mart di John Portman. L’ingresso è firmato da Jean Nouvel
BRUXELLES. Secondo un’aneddotica ben codificata, è stata una sedia di Joe Colombo ritrovata tra l’immondizia la scintilla che ha portato al Plasticarium di Philippe Decelle, il collezionista che ha raccolto circa duemila oggetti in plastica datati ai due periodi 1960-1973 (anno della crisi petrolifera) e 1987-2000. Integrata da prestiti, la collezione, finora poco nota e difficilmente accessibile, costituisce il fulcro del nuovo Art & Design Atomium Museum (ADAM), inaugurato lo scorso 11 dicembre.
Il progetto dell’operazione è ben articolato. Alla collezione permanente del Plasticarium, ADAM affianca un programma di esposizioni temporanee. Il museo infatti è un’emanazione del dipartimento Expositions dell’Atomium, attivo sin dalla costituzione nel 2008 nella produzione di accurate mostre di ricerca sulla storia del design e dell’architettura soprattutto belga. ADAM si propone perciò come una sede più adeguata (1.000 mq) a queste mostre temporanee; s’inizia il 10 marzo con un’esposizione dedicata ai coniugi Eames a Hollywood. L’intento dichiarato è quello di arrivare a 125.000 visitatori all’anno con un biglietto combinato con l’Atomium, coinvolgendo così un pubblico diversificato: non solo quello dei visitatori del simbolo dell’Esposizione universale del 1958 ma anche quello locale e avvertito. In secondo luogo, a livello urbano, il museo aumenta l’offerta culturale nella zona nord della capitale, poco favorita da questo punto di vista. L’ADAM, inoltre, aumenta l’attrattività del plateau di Heysel, destinato ad accogliere tra non poche discussioni uno dei più ambiziosi progetti residenziali e commerciali della città: il quartiere “NEO”.
Salutata dalla stampa locale come un’iniziativa in controtendenza, ADAM non è la sola novità in ambito museale a Bruxelles. Sempre nel 2016 è prevista l’inaugurazione di the House of European History, un’iniziativa del Parlamento europeo intesa a stimolare una complessa riflessione critica sulla storia europea e la diversità delle prospettive storiografiche. Inoltre, da tempo si discute di una nuova sede per le collezioni di arte moderna dei Musée royaux d’art et d’histoire.
Un ulteriore elemento d’interesse è dato dalle scelte architettoniche e museografiche. ADAM s’installa in un’ala del Trade Mart Brussels, un edificio dello studio statunitense John Portman terminato nel 1975, dal linguaggio piuttosto sobrio. Tra le sfere dell’Atomium e i gradoni Art Déco del Palais 5 (1935), il Trade Mart occupa una posizione piuttosto ritirata. Una necessità di visibilità spiega quindi l’intervento di Jean Nouvel (con MDW Architecture) per la scala d’ingresso. Le impalcature già esistenti vengono dipinte in giallo e rosso, ribaltate verso l’alto intorno ad un immaginario asse di simmetria orizzontale e ancora riflesse sulle pareti del Trade Mart, in un gioco di specchi dal forte effetto grafico. Gli strumenti, semplici e limitati, riflettono a loro volta un budget estremamente ristretto.
Invece, l’allestimento dello studio Lhoas & Lhoas utilizza il Trade Mart come un lieu trouvé con l’intenzione di conservare e sfruttare al meglio le preesistenze: riutilizzando tramezzi scorrevoli, non uniformando i diversi colori del soffitto a cassettoni in cemento che alludono a una diversa distribuzione. L’intenzione dei progettisti è stata anche quella di assecondare la modularità dell’edificio, rispettando la neutralità del linguaggio. Tra i dieci punti del progetto di allestimento sono particolarmente interessanti la flessibilità programmatica, ovvero la massima adattabilità di vetrine, espositori e pareti proposti come «cassetta degli attrezzi» e la decisione d’integrare le riserve del Plasticarium (non tutti i duemila pezzi sono esposti) nel percorso di visita attraverso pareti vetrate. Più convenzionali sono invece le scelte formali e grafiche, che seguono una tendenza ormai consolidata nella predilezione per i materiali grezzi, l’illuminazione industriale e la segnaletica sovradimensionata.
Gli artefici dell’allestimento
Lhoas & Lhoas è uno studio di architettura fondato a Bruxelles nel 1994 all’interno di un’ex fabbrica di cappelli. Attivo a livello internazionale, opera in molti ambiti dell’architettura alle diverse scale, con un’attenzione alle connessioni con l’arte negli interventi di interior, museografia e scenografia. In particolare, ha acquisito una vasta esperienza nel campo della ristrutturazione e della trasformazione dell’esistente: come nel caso dell’ampliamento del Palais des Beaux Arts di Charleroi, della ristrutturazione della sede del Partito socialista a Bruxelles, nell’allestimento di alcune gallerie d’arte contemporanea o in altri interventi di trasformazione per negozi e stabilimenti a Bruxelles ma anche a Parigi, Lione, Aix en Provence, Bordeaux, New York. I fondatori sono Pablo e Pierre Lhoas, rispettivamente laureati in architettura presso l’Istituto statale superiore “La Cambre” di Bruxelles nel 1989 e 1990, dove entrambi svolgono attività di didattica e ricerca.
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Last modified: 9 Febbraio 2016