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Written by: Città e Territorio

Città bassa, ripensare il centro piacentiniano

Città bassa, ripensare il centro piacentiniano

 

AGGIORNAMENTO MAGGIO 2017: il 5 maggio il Comune di Bergamo ha pubblicato il bando di un Concorso europeo di progettazione urbana in due fasi per la riqualificazione del Centro Piacentiniano. La procedura si concluderà a inizio 2018.

 

Agli inizi del Novecento Bergamo decise di ripensare la Città bassa con un progetto che doveva imprimere una svolta decisa all’area sino ad allora occupata dal suggestivo impianto settecentesco della Fiera di Sant’Alessandro. La volontà di dare un nuovo cuore moderno alla città portò a bandire due concorsi – nel 1906 e nell’anno seguente – per il ridisegno complessivo di quella che era destinata a diventare il fulcro pulsante della vita e delle relazioni di Bergamo bassa. Posizionato baricentricamente sull’Asse ferdinandeo, l’ottocentesco viale della stazione che venne tracciato dirigendolo verso la Porta di San Giacomo di Città alta, il nuovo centro fu a lungo dibattuto: dalla consultazione prevalse il progetto di Marcello Piacentini e Giuseppe Quaroni, destinato a essere rielaborato diverse volte ma che, infine, determinò la realizzazione degli edifici ancor oggi presenti. Su una maglia stradale ortogonale che riprendeva la giacitura dell’Asse, Piacentini disegnò il nuovo volto della Bergamo moderna, progettando e realizzando dal 1924 al 1927 anche diversi edifici, tra cui la Torre dei Caduti, il Credito Italiano, gli edifici del Sentierone e del Quadriportico (con Luigi Angelini), la Banca Bergamasca (con Giovanni Muzio), il Palazzo di giustizia (con Ernesto Suardo).
Oggi, a distanza di quasi un secolo dalla sua costruzione, quell’insieme organico di edifici e spazi di relazione di qualità che si snodano attorno al Sentierone, a piazza Vittorio Veneto e piazza Dante sono ancora un fondamentale brano di città ma, purtroppo, nella storia recente stanno manifestando un’evidente difficoltà a mantenere il ruolo che la storia gli ha attribuito. La crisi, a dire il vero, è scoppiata in tutta la sua evidenza negli ultimi cinque anni, anche se i prodromi si erano già avvertiti da tempo, colpendo in modo serpeggiante varie categorie, portando alla chiusura di cinema, locali o negozi “storici” e ridimensionando completamente il ruolo d’importante luogo centrale della città.
I bergamaschi oggi s’interrogano sui motivi di un declino che ha dell’incredibile e chiedono che si intervenga subito, magari a spot, migliorando l’illuminazione e la vigilanza notturna, l’arredo delle aree verdi e pavimentate. Ma, a parte le pur comprensibili istanze parziali della cittadinanza, il problema è di complessa natura ed è difficile individuare univocamente la ragione dello “svuotamento” di importanza e uso che han subito questi luoghi. Ancor più complicato è capire quali possano essere le corrette contromosse da attuare per restituire lustro al centro disegnato da Piacentini, tanto importante nella forma urbana quanto nell’immaginario e nella vita sociale dei bergamaschi.
Superata ormai l’idea che per riattivarlo bastino manifestazioni sporadiche a carattere commerciale (a dir il vero molto ripetitive e banalizzanti), la nuova Amministrazione Gori ha deciso di affrontare la questione dispiegando una strategia “multitasking”, avviata con un programma di partecipazione denominato «BG Public Space» (cofinanziato dal Comune e dall’Università di Bergamo) che vuole coinvolgere la popolazione per mezzo di un portale interattivo, una mostra permanente e un’articolata agenda d’incontri e focus group che hanno l’obiettivo di raccogliere opinioni, suggerimenti, proposte da far confluire in un concorso internazionale riservato ad architetti e urbanisti sul tema della rivitalizzazione del sistema piacentiniano. Il bando verrà lanciato dopo che saranno raccolti gli esiti della partecipazione, attesi a breve, e sarà messo a punto dopo alcuni confronti con le rappresentanze degli Ordini professionali, della categoria dei commercianti e della società proprietaria dei principali immobili del Sentierone.
In attesa che la strategia del Comune si definisca, nell’immediato presente sono da segnalare due novità. La prima riguarda l’intervento di restauro e valorizzazione in corso sulla piacentiniana Torre dei Caduti (architetti Guido Roche e Alberto Trussardi), già luogo della memoria della Prima Guerra Mondiale, che riapre al pubblico il 24 maggio mostrando il nuovo allestimento interno progettato nel rispetto delle strutture murarie originali. La seconda è una novità “effimera”, a quanto pare già molto apprezzata, e riguarda l’installazione temporanea della Domus Bergamo nella centrale piazza Dante. La struttura è pensata per il “Fuori Expo 2015” e dal 20 marzo al 31 ottobre sarà il fulcro attorno al quale si svolgeranno centinaia di manifestazioni ed eventi di vario genere – dal jazz all’arte, all’enogastronomia – in parallelo all’Esposizione universale di Milano. Due segnali di rinnovo che i bergamaschi sperano siano di buon auspicio per la rinascita del loro amato centro.

Autore

  • Marco Adriano Perletti

    Architetto e PhD, svolge attività professionale occupandosi di progettazione architettonica e paesaggistica, pianificazione urbanistica e valutazione ambientale strategica. Ha svolto attività didattica al Politecnico di Milano partecipando a programmi di ricerca. Collabora con «il Corriere della Sera» e ha pubblicato: «Nel riquadro dei finestrini. L'architettura urbana nello spazio cinetico» (Milano 2005); «Novara. Sebastiano Vassalli tra città e paesaggio globale» (Milano 2008); con A. Femia e M. Paternostro, «1 e 3 Torri. Palazzo MSC a Genova» (Parigi 2017); «Architettura come Amicizia. Conversazioni con Mario Botta, Aurelio Galfetti, Luigi Snozzi, Livio Vacchini» (Brescia 2018); "Costruire sostenibile con la canapa. Guida all’uso in edilizia di un materiale naturale e innovativo" (Santarcangelo di Romagna, 2020)

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Last modified: 10 Maggio 2017