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Laura MilanWritten by: Professione e Formazione

Bisogna attrezzarsi per passare la nottata

napoli. Presentata parallelamente al consueto convegno, quest’anno sul tema «Laurearsi in tempi di crisi: come valorizzare gli studi universitari», la XIV Indagine sui laureati arriva in un contesto nazionale dai caratteri sempre più difficili. La crisi ha infatti portato, tra 2008 e 2010, un calo delle assunzioni di professionalità ad alta specializzazione, mentre il traguardo del 40% dei giovani laureati per il 2020 è reso ormai irraggiungibile dal sempre più ridotto interesse verso gli studi universitari e dal numero delle immatricolazioni che, complici calo demografico, deterioramento della condizione occupazionale e crescente difficoltà delle famiglie a sostenerne i costi, è calato del 15% negli ultimi otto anni.

Il complessivo
Dettagliando nella tabella i dati più significativi disaggregati per tipologia di laureato (I e II livello e ciclo unico), nel 2011 hanno ottenuto il titolo di dottore nel gruppo Architettura, che comprende anche Pianificazione e Design, 11.622 studenti. Il 47% è uscito da un corso triennale, il 21% ha conseguito una laurea a ciclo unico e il 26% una biennale, con un residuo 5% di dottori usciti da percorsi pre riforma. I corsi si confermano «rosa»: pur sotto la media italiana (60%), il 53% del totale è infatti costituito da femmine. Le età della laurea permettono di stabilire l’esatta portata dell’impatto della riforma: con una tesi finale che occupa mediamente 6,8 mesi (4,6 per il primo livello e 8,3 per il secondo), l’indice di ritardo alla laurea (rapporto tra ritardo e durata legale del corso) è complessivamente calato, attestandosi su 0,49 (la media è 0,45 con il massimo di 0,73 per le professioni giuridiche e il minimo di 0,17 per quelle sanitarie). L’89% ha completato entro i tempi regolari o con un anno di ritardo gli studi, che sono stati scelti dal 42% per motivi sia culturali che professionalizzanti, e ha frequentato le lezioni (secondi e nettamente al di sopra della media, l’84% degli architetti ha presenziato a oltre il 75% degli insegnamenti). I voti ottenuti, anche se risentono di metri valutativi dipendenti dalle Università, sono influenzati dal genere (le donne sono più brave), dal grado d’istruzione dei genitori, dalla tipologia di diploma secondario, dai voti conseguiti (i licei offrono i laureati dalle migliori performance) e da una motivazione culturale nella scelta del corso. Il gruppo più consistente dei laureati (36%) ha ottenuto votazioni comprese tra 105 e 110, il 20% 110 e lode e il 21% è sotto i 100/110. Gli studenti di Architettura sono tra quelli che viaggiano di più. L’8,4% ha compiuto infatti un’esperienza di studio all’estero usufruendo di programmi comunitari: superiori alla media (6,9%), sono terzi dopo uno scontato gruppo linguistico (19,8%) e il gruppo medico e odontoiatrico (11,9%).

Prima dell’Università, famiglie, lavoro durante gli studi
Diplomati con un voto medio di 82/100, la maggior parte dei laureati proviene da un liceo (58%, con una forte presenza dello scientifico), o dagli istituti tecnici (27%). Il 67% porta la laurea in famiglia per la prima volta (il 46% ha genitori diplomati alla scuola superiore e il 21% con titoli inferiori o nessun titolo), mentre il 32% ne ha già una, posseduta da uno o entrambi i genitori. Influenzata anche dalla condizione socioeconomica dei genitori, e con il 65% che ha partecipato a stage e tirocini, la percentuale dei lavoratori durante gli studi offre diversi spaccati: i lavoratori-studenti sono il 5% (percentuali tra le più basse e sotto la media del 9%), anche se gli studenti-lavoratori sono sopra la media (71% contro 64%), mentre in media sono coloro che non hanno mai lavorato (il 23% su una media del 27%).

I giudizi sull’università
In controtendenza rispetto alle medie nazionali, gli architetti sono tra i meno soddisfatti dell’esperienza compiuta. Solo il 23% infatti è «decisamente soddisfatto» del corso di studi (la media è del 34%), e il 59% ha espresso un tiepido «più sì che no». Critici sono il rapporto con i docenti, che ha convinto pienamente solo il 12% (valore più basso tra quelli registrati da tutti i corsi e sotto la meda del 22%); le aule, «sempre o quasi sempre adeguate» solo per il 10%, contro un 43% (la percentuale più bassa in assoluto) di giudizi positivi; e le postazioni informatiche, con l’80% degli intervistati per cui o non erano presenti o erano in numero inadeguato. Guardando a strutture fondamentali come le biblioteche, un 79% di giudizi positivi non basta a collocare Architettura nella parte alta della classifica di tutti i percorsi, guidata dal settore linguistico con l’86% di apprezzamenti (media dell’80%). Le notizie non migliorano nemmeno per quanto riguarda la percezione del carico didattico («sopportabile» solo per l’81% degli intervistati contro una media dell’87%, il gruppo Architettura si trova al terzultimo posto tra tutti i gruppi disciplinari, precedendo solo Ingegneria e il gruppo medicina e odontoiatria), mentre le risposte alle domande «Ti riscriveresti allo stesso corso? Nello stesso ateneo?» registrano, fra tutti i percorsi monitorati in Italia, un certo scontento: percentuali tra le più basse (60%) di chi s’iscriverebbe allo stesso corso nello stesso ateneo, e tra le più alte, (18%) tra chi frequenterebbe lo stesso corso ma cambierebbe ateneo.

E dopo la laurea?
Influenzati anche dalle sempre più difficili condizioni di mercato, l’83% dei laureati di primo livello si è dichiarato intenzionato a proseguire gli studi: il 72% con una laurea biennale, il 6% con un master o un corso di perfezionamento, il 5% con un percorso diverso. Dopo la laurea magistrale, il 34% vuole proseguire con un master, una scuola di specializzazione, un dottorato di ricerca o un corso di perfezionamento.

Autore

  • Laura Milan

    Architetto e dottore di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica, si laurea e si abilita all’esercizio della professione a Torino nel 2001. Iscritta all’Ordine degli architetti di Torino dal 2006, lavora per diversi studi professionali e per il Politecnico di Torino, come borsista e assegnista di ricerca. Ha seguito mostre internazionali e progetti su Carlo Mollino (mostre a Torino nel 2006 e Monaco di Baviera nel 2011 e ricerche per la Camera di Commercio di Torino nel 2008) e dal 2002 collabora con “Il Giornale dell’Architettura”, dove segue il settore dedicato alla formazione e all’esercizio della professione. Dal 2010 partecipa attivamente alle iniziative dell’Ordine degli architetti di Torino, come membro di due focus group (Professione creativa e qualità e promozione del progetto) e giurata nella nona e decima edizione del Premio architetture rivelate. Nel 2014 costituisce lo studio associato Comunicarch con Cristiana Chiorino

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Last modified: 8 Luglio 2015