Visit Sponsor

Written by: Città e Territorio

Rem Koolhaas adesso vuole conquistare Mosca

Rem Koolhaas adesso vuole conquistare Mosca

Mosca. Rem Koolhaas è noto per i suoi sforzi nell’espandere il raggio d’azione e le esperienze culturali della sua professione. Dall’elenco dei paesi in cui lavora non poteva certo escludere la Russia. La mancata realizzazione delle sue precedenti proposte per i clienti russi non lo ha scoraggiato e ora la sua perseveranza potrebbe produrre dei frutti. Finora, il più riuscito è stato il coinvolgimento di Oma nella formazione: Koolhaas ha infatti ideato il programma di studi dell’Istituto di comunicazione, design e architettura Strelka, aperto a Mosca due anni fa e diventato subito un importante centro di attività culturale, fruttando a Oma forti alleati russi quali lo stesso Strelka e lo studio di architettura Project Meganom, il cui titolare, Yury Grigorian, è il direttore del programma formativo dell’Istituto.
Quando lo Strelka ha ricevuto l’incarico di ricostruire il famoso Gorkij Park (i lavori non sono ancora ultimati, ma è già un enorme successo), Oma è stato contattato dal Centro di cultura contemporanea Garage, che ha deciso di trasferirsi nel parco, con l’incarico di convertire il ristorante degli anni sessanta in uno spazio espositivo. Koolhaas, da tempo affascinato dall’architettura
sovietica degli anni sessanta e settanta, ha accettato con entusiasmo. Stavolta il suo lavoro dovrebbe essere portato a termine: il Gorkij Park del Garage sarà inaugurato nel 2013 (Partner in Charge: Rem Koolhaas, Associate in Charge: Chris van Duijn; Project Architect: Ekaterina Golovatyuk).
L’incarico offre all’architetto l’opportunità di chiarire la sua posizione sulla conservazione. La controversa mostra «Chronochaos» della Biennale di Venezia 2010 criticava le affermate pratiche di tutela del patrimonio e quando è stata presentata in Russia (Koolhaas ha tenuto una lezione allo Strelka e i materiali della mostra sono stati pubblicati in russo dalla rivista moscovita «Project International») è apparsa eccessivamente inappropriata, perché nel ventesimo secolo questo paese ha perso buona parte del suo patrimonio e continua a perderlo a ritmo sostenuto. Quello a cui Koolhaas invita è un approccio più aperto alla conservazione del patrimonio, e il Gorkij Park del Garage è un’occasione perfetta per dimostrarlo.
Il ristorante Vremena Goda («le stagioni») era piuttosto in voga, eppure fu chiuso subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Ora è un guscio di cemento senza finestre, senza tetto e senza gran parte della facciata, ma è strutturalmente solido e conserva alcune decorazioni interne: le pareti sono rivestite con mattoni decorativi e abbellite da mosaici in ceramica, secondo il principio della «sintesi delle arti» essenziale per l’architettura sovietica dell’epoca. Sebbene il ristorante non sia un monumento legalmente tutelato, Oma conserverà tutto questo valorizzandone la caratteristica composizione volumetrica di 5.400 mq con un nuovo rivestimento in policarbonato traslucido a due strati. La nuova facciata, che sarà sospesa a 2,25 m dal suolo, collegherà l’interno al parco. Due dei pannelli da 11 m saranno scorrevoli: una volta alzati, riveleranno lo spazio destinato alle grandi installazioni e movimenteranno il profilo del volume rettangolare. Dentro, su due livelli, ci sarà lo spazio espositivo trasformabile oltre a un centro creativo per bambini, un auditorium, un negozio, un caffè e degli uffici.
Il secondo progetto di Oma in Russia è assai più ambizioso e meno realistico. Con Kazuyo Sejima di Sanaa, cura la Guest Zone (Z1) di Skolkovo, la «città dell’innovazione» vicino Mosca, un progetto dell’ex presidente, ora premier, Dmitrij Medvedev. Koolhaas e il socio Reinier de Graaf hanno disegnato The Rock, il complesso multiuso che comprende un albergo, un cinema, negozi, ristoranti e una galleria d’arte. Se realizzato, sarà una delle tre principali icone di Skolkovo.
Infine lo studio olandese partecipa, con lo Strelka, Meganom e la Siemens, alla gara per lo sviluppo edilizio dell’agglomerazione urbana moscovita. Il progetto della Grande Mosca è organizzato sul modello del Grand Paris, con le proposte che contribuiscono al futuro piano del territorio, ma con un calendario più serrato. I dieci team (tra cui i partecipanti del Grand Paris: l’Auc e Antoine Grumbach et Associes, lo Studio Associato Secchi-Viganò, Ricardo Bofill, Urban Design Associates di Pittsburg e molti altri) sono stati selezionati a febbraio e i risultati verranno presentati a settembre. La gara era divisa in tre fasi e dopo la prima, conclusasi ad aprile, Oma è in testa. Lo studio propone d’integrare all’attuale Mosca altri quattro centri, ciascuno con la propria specificità, che dovrebbero sorgere intorno a quattro aeroporti: Sheremetievo, Domodedovo, Vnukovo e Chkalovsky (l’ultimo è una base di addestramento per piloti, non un vero aeroporto). I nuovi centri, collegati tra di loro tramite la ferrovia, alleggeriranno la pressione su Mosca. Fra alcuni mesi, quando sarà maggiormente dettagliata, vedremo se la proposta è altrettanto promettente.

Autore

About Author

(Visited 509 times, 1 visits today)
Share
Last modified: 18 Luglio 2015