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Written by: Design

Seoul World Design Capital 2010: senza design una megapolis non diventa ecopolis

Seoul. Il titolo di World Design Capital assegnato ogni due anni a una città può considerarsi a tutti gli effetti come un sapiente intervento di marketing urbano. Fa bene alle casse delle amministrazioni comunali che ospitano gli eventi, dà visibilità alla città, serve ad attirare turisti e accelerare la costruzione di nuove infrastrutture e architetture. Se ben progettato e sostenuto adeguatamente anche dal punto di vista finanziario, è un potente generatore di opportunità tout court. È stato così nel 2008 per la città «pilota» Torino, capace di articolare un programma di oltre 300 eventi di qualità; stessa cosa si può dire per Seoul avvantaggiata da un budget iniziale di 180 milioni di dollari destinato a interventi infrastrutturali in città e di 45 milioni di euro a disposizione del Comitato organizzatore locale per le numerose manifestazioni (cfr. «Il Giornale dell’Architettura», n. 20, gennaio 2010).
Che cosa rimarrà dell’anno del design appena terminato nella capitale coreana? Una sorta di consuntivo degli eventi e dei progressi registrati nei trascorsi 12 mesi è stato anticipato nel corso della Seoul International Conference e della successiva Convocation Ceremony tenutasi l’8 dicembre. La prima considerazione da fare è sul valore del brand della città coreana, cresciuto durante il 2010 di 890 miliardi di won (circa 770 milioni di dollari), pari a 3,97% del suo valore totale come stimato dall’Institute for Industrial Policy Studies. Altra considerazione riguarda la preferenza dei turisti, il cui incremento è stato quantificato in una percentuale pari al 25% rispetto all’anno precedente. Più nello specifico, la varietà dei temi e degli interlocutori coinvolti (dai settori professionali a quelli della formazione, dalle pubbliche amministrazioni alla cittadinanza) attesta come il focus degli organizzatori abbia privilegiato due grandi e attuali tematiche fra loro connesse: il «Design for All» e l’«Urban Design». Ne deriva un design che travalica l’aspetto progettuale del mestiere per farsi stimolo e strategia sociale in grado di umanizzare il rapporto fra il singolo, la famiglia, gli interessi culturali e ricreativi. In precedenza la mega-polis ha badato freneticamente a crescere, al growth first, a fare la volata su altre capitali da superare, senza troppo curarsi della condizione esistenziale e della qualità della vita. Dal design come strumento di business orientato al fatturato e all’export, come arma governativa da decenni ben oliata e strutturata, riscontriamo dopo Seoul Wdc un significativo cambio di rotta verso una maturazione «politica» che fa leva su un’interpretazione virtuosa della disciplina. Il disegno di una eco-polis intende esprimersi ora non solo nell’architettura e nel city planning ma anche nel furniture design, nell’urban identity col piano del colore, del verde, del blu (delle acque), con la segnaletica stradale e l’informazione elettronica oltreché con la razionalizzazione dei flussi di traffico e la pedonalizzazione di grandi arterie. Obiettivo: un’immagine generale della città in prospezione sociale, economica, culturale e il consolidamento di un international brand che sappia di qualità e di modernità.
Tre gli eventi principali dell’anno: il World Design Cities Summit (convegno della durata di due giorni con più di 600 partecipanti tra sindaci, designer e politici provenienti da una trentina di città) la Seoul World Design Fair (contenitore di eventi allestito fra settembre e ottobre con la partecipazione di 243 aziende [+53% rispetto all’edizione del 2009] e un ricavo di 300 milioni di won [20 milioni al giorno, 280% in più rispetto al 2009]) e l’International Conference & Convocation Ceremony con il passaggio di testimone alla capitale finlandese. Infatti, com’è noto, dopo Seoul, nel 2012 sarà Helsinki la prossima World Design Capital. Intanto l’Icsid (International Council of Societies of Industrial Design) ha messo a disposizione delle città interessate l’«Application Form» per la Wdc 2014, che dovrà essere restituita entro il 31 marzo. La quarta capitale selezionata dalla Giuria dell’Icsid sarà ufficialmente presentata nel corso dell’assemblea generale dell’Ida (l’International Design Alliance che riunirà per la prima volta le associazioni Icsid e Icograda) in programma a Taipei il prossimo ottobre. Secondo rumors attendibili, oltre a città spagnole, africane e sudamericane, ci sarà Pechino fra le candidate più accreditate, con buone chances dunque che le insegne Wdc tornino a sventolare in Asia.

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Last modified: 10 Luglio 2015