I temi centrali della giornata organizzata dal Consorzio per la presentazione della XIII Indagine AlmaLaurea sui laureati italiani, ospitata dallUniversità di Sassari il 27 maggio, sono tutti nel suo titolo, «Qualità e valutazione del sistema universitario». Vera sfida per il prossimo futuro, la qualità dellUniversità e la sua corretta valutazione acquistano un significato particolarmente importante in questo momento di forte cambiamento nella formazione universitaria, la cui incertezza si rispecchia nei difficili percorsi decisionali relativi alle offerte didattiche per il 2011-12 e nei sofferti processi che stanno portando tutti gli istituti a riscrivere i loro statuti.
Giunta alla tredicesima edizione, lannuale Indagine AlmaLaurea sui laureati offre, anche per il «gruppo Architettura», molteplici possibilità di lettura e interessanti spunti per un ragionamento più ampio che incroci esigenze e richieste, soprattutto relative al giusto equilibrio tra qualità dellinsegnamento e numero di corsi e sedi la cui eccessiva proliferazione, iniziata con il nuovo millennio in parallelo alla contemporanea riduzione delle immatricolazioni, è sottolineata anche dal direttore del Consorzio Andrea Cammelli.
I percorsi: triennale, biennale e ciclo unico
Dal punto di vista della tipologia di corsi di studio (che rimanda direttamente a una confronto tra «vecchio» e «nuovo» ordinamento) le notizie sono generalmente positive. Alcuni dei principali obiettivi della riforma che ha introdotto il «3+2» si stanno raggiungendo. Complessivamente, si è abbassata in modo sensibile letà della laurea, con relativa riduzione del numero di studenti fuori corso e aumento della regolarità dei percorsi: dai 29 anni si è infatti passati ai 26,6 del 2010 (con i biennali fermi ai 26,9 e i cicli unici a 27,1). Il mondo del lavoro sembra inoltre sempre più presente nella vita universitaria: il 77,9% dei laureati ha lavorato durante gli studi (il 28,3% con unattività coerente con il percorso) e solo un terzo ha dichiarato di non avere partecipato a nessuna esperienza di tirocinio o lavoro riconosciuto. Anche gli iscritti al «gruppo Architettura» stanno contribuendo ad alzare il livello formativo del paese: la maggior parte ha frequentato lUniversità dopo un liceo scientifico (il 43,8%) o un istituto tecnico (26,2%) e ha portato la laurea in famiglia per la prima volta (il 45,5% ha i genitori diplomati e il 21,1% con titoli inferiori o senza titolo di studio). È aumentata infine la presenza allestero degli studenti, con il 13,4% del totale che ha trascorso un periodo di studi fuori confine, usufruendo del programma Erasmus, attraverso altri percorsi comunque riconosciuti o per iniziativa personale. Dallaltra parte, si continua a segnalare la tendenza alla prosecuzione del percorso formativo per tutti i livelli: l80,8% dei triennali si iscriverà infatti alla magistrale e anche il 43,9% dei biennali e il 28,8 dei cicli unici dichiara lintenzione di proseguire ulteriormente.
Le discipline: Architettura, Pianificazione, Design e Ingegneria edile Architettura
Nella validità dinsieme delle considerazioni relative ai percorsi riformati, nel «gruppo Architettura» esistono differenze tra i singoli settori disciplinari. Ai tradizionali corsi in Architettura (i più numerosi con 8.083 laureati nel 2010) se ne affiancano infatti alcuni da questa direttamente discendenti, come Pianificazione del territorio (104 laureati) e Design (284), e una serie di percorsi attivati da facoltà che di Architettura non sono: Agraria, per la Pianificazione (con 97 neodottori), e soprattutto Ingegneria, per Ingegneria edile Architettura (che lanno scorso ha prodotto 1.495 laureati). Le prime differenze riguardano il genere dei laureati: mentre nel complesso si sta affermando sempre di più la presenza femminile (nel 2010 le laureate sono state il 54,3%), i percorsi in Pianificazione territoriale e Ingegneria edile Architettura sono ancora a prevalenza maschile (con rispettivamente il 51,9% e il 55,1%). I laureati in Design e Pianificazione sono stati i più mobili sul territorio, complice il minor numero di corsi e sedi proponenti: solo il 27,1% dei primi e il 19,2% dei secondi proviene dalla provincia di attivazione del corso. Nella coerenza generale di tutti i percorsi con i dati complessivi, i dottori in Pianificazione dimostrano inoltre qualche differenza in più: la fetta più grossa di loro (il 46,2% contro la media del 26,2%) proviene infatti da istituti tecnici e ha frequentato un corso di studi che ne ha portato il 40,8% (la media è di 13,4%) a frequentare periodi di studi allestero.
Le sedi
Considerando che il Politecnico di Milano, fra i più importanti centri di formazione a livello nazionale, non aderisce al Consorzio, i dati evidenziano come il 56,7% dei laureati 2010 provenga da soli 4 atenei: La Sapienza di Roma (1.818, pari al 17,8%), il Politecnico di Torino (1.381, 13,5%), lUniversità Iuav di Venezia (1.357, 13,3%) e lUniversità di Firenze (1.232, 12,1%). Roma a parte, tutti offrono solo corsi in Architettura, Pianificazione e Design. Linsieme di tutti gli altri indica come singolarmente offrano al mercato del lavoro meno del 5% ciascuno di neodottori. Le valutazioni sullesperienza complessiva del percorso di studi espresse dagli ex studenti, il cui 59,8% medio è positivo ma non completamente convinto («più sì che no») e il 21,5% lo è quasi del tutto («decisamente sì»), con un complessivo medio del 18,7% di insoddisfatti, collocano, pur con le dovute differenze, invece La Sapienza (27,8% di poco convinti), Firenze (24,1%), Cagliari (23,1%), lUniversità Mediterranea di Reggio Calabria (22,5%) e Genova (22%) ai primi 5 posti del minore gradimento studentesco. Relativamente alle sedi è significativo inoltre considerare come il 70,8% degli iscritti abbia alloggiato a meno di unora di viaggio dallUniversità per la maggior parte del suo percorso formativo. E questo dato è pressoché valido per tutti gli atenei (con le «punte» di Trento, 89,4%, e delle Università di Catania e della Calabria, rispettivamente il 86,7% e 86,3%).
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