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Written by: Città e Territorio

Anche a Rio appetiti devastanti per il Plano Diretor

Rio de Janeiro. Con più di 7 anni di ritardo e al termine di un delicato processo di elaborazione, le autorità sono sul punto di votare il progetto di legge per la revisione del plano diretor, risalente al 1992. La relazione prevede di suddividere il territorio urbano in quattro zone: una «controllata» (Zona Sud) in cui si auspica una regolamentazione della crescita urbana; una «incentivata» (Zona Nord e parte di Jacarepaguá), dove l’intenzione è promuovere una maggiore occupazione del suolo (si pensi ai progetti per la rivitalizzazione della zona portuale fra cui il programma «Porto Maravilha» e la realizzazione del villaggio olimpico per il 2016); una «assistita» (Zona Ovest), dove si prevede di concentrare l’impiego di risorse pubbliche e di contrastare l’occupazione irregolare; e infine una «condizionata» (Barra, Recreio, Vargem Grande e Guaratiba), in cui l’occupazione del territorio è pianificata congiuntamente all’infrastrutturazione e alle esigenze ambientali. Negli ultimi mesi l’iter si è però nuovamente arenato a causa delle violente polemiche provocate da 87 proposte di emendamento, i cui contenuti sconvolgono gli standard urbanistici in vigore permettendo operazioni di speculazione immobiliare, potenzialmente dannose soprattutto per alcune zone della città. Nella Barra da Tijuca viene ad esempio introdotta la possibilità di costruire edifici residenziali
fino a 15 piani sia sulla costa che sulle vie interne (dove attualmente sono consentiti solo 5 piani) esponendo l’area a livelli di occupazione paragonabili a quelli di Copacabana: un’ipotesi che il piano elaborato da Lucio Costa nel 1969 evitava risolutamente. Altre proposte polemiche riguardano l’autorizzazione alla costruzione di hotel fino a 15 piani in qualsivoglia area della città in cui ne esista già almeno un altro nel raggio di 200 m, la rimozione di alcune favelas e, in altre, la legalizzazione di edifici fino a 25 piani. L’applicazione della concessione onerosa nelle zone Nord e Ovest permetterebbe infine, così come concepita, indici più liberali in
cambio del pagamento di una tassa alla prefettura. C’è da sperare che la protesta di alcuni assessori e di grande parte dell’opinione pubblica venga tenuta in considerazione, per evitare che lo strumento che dovrebbe garantire una crescita sostenibile della città si trasformi in un incentivo all’occupazione sfrenata del territorio.

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Last modified: 14 Luglio 2015