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Written by: Città e Territorio

Come si riorganizza il Cile

Santiago del Cile. Il 16 aprile è stato presentato dal Presidente Sebastián Piñera il piano di ricostruzione delle zone devastate dal terremoto e dai successivi maremoti che il 27 febbraio hanno sconvolto il paese, provocando 400 morti, circa 8.000 sfollati e 195.000 unità residenziali distrutte o inagibili.
I danni architettonici e urbani consistono principalmente in edifici alti crollati tra Talca e Concepción, vari collassati e quindi inagibili, quartieri antichi delle città dell’entroterra, con edilizia bassa in adobe, semidistrutti e cittadine costiere investite dagli tsunami.
Di fronte a questo scenario si è finora agito in nome dell’urgenza, con la mobilitazione di varie universita per lo studio dei danni e di varie organizzazioni di volontariato come «Un techo para Chile», per offrire aiuti di ogni genere agli sfollati, tra cui anche la costruzione di abitazioni provvisorie.
Il ministero dell’Educazione, presieduto da Joaquín Lavín, è stato celere nel gestire l’emergenza dovuta ai crolli degli impianti educativi, tanto che già il 22 marzo la prima scuola prefabbricata modulare, nella cittadina di Iloca, è stata installata, e alla fine di aprile, secondo i dati forniti dal ministero, tutti gli studenti del paese sono tornati tra i banchi di scuola. Tutto questo è stato possibile grazie alle donazioni, soprattutto quelle degli stessi cileni. Attraverso un’edizione straordinaria della Teletón, «Chile ayuda a Chile», sono stati raccolti fondi per l’acquisto di 500 scuole prefabbricate modulari, resistenti anche agli uragani, provenienti dagli Stati Uniti. In attesa delle decisioni del governo su come affrontare la ricostruzione, non sono mancate le occasioni per riflettere sui piani di abitazioni provvisorie. Tra queste vanno senz’altro segnalate le iniziative avviate da Elemental, il do tank guidato da Alejandro Aravena, che con la pubblicazione del fascicolo Recomendaciones para instalación de viviendas en campamentos provisorios, basato sull’esperienza del terremoto di Tocopilla del 2007, offre consigli su come organizzare la disposizione dei moduli per la migliore convivenza delle famigli

e. Consigli elementari ma saggi, la cui pubblicazione sembra celare la preocuppazione che quegli accampamenti finiscano per trasformarsi in soluzioni definitive. Non è un caso che nella proposta di progetto di un modulo abitativo per l’emergenza, la stessa Elemental presenta un modulo che, secondo le sue intenzioni, non dovrebbe essere provvisorio in senso stretto, ma funzionare come punto di partenza per una residenza definitiva, da costruire per ampliamenti successivi o comunque con gli stessi pannelli del modulo originale.
Non mancano poi le preoccupazioni per l’ambiente. Che cosa fare delle macerie? Solo nella regione di Santiago, una delle meno danneggiate, se ne registrano tre milioni di metri cubi. L’architetto Consuelo Bravo, direttrice del master di Architettura del paesaggio dell’Università Cattolica del Cile, è stata incaricata, dall’Intendenza municipale di Santiago, di studiare la possibilità di riciclare le macerie per costruire un memoriale per le vittime della tragedia.
Il piano di ricostruzione del governo,  da finanziare con aumenti delle tasse alle grandi imprese, consiste nell’erogazione di fondi da destinare alle opere di ristrutturazione e alle nuove costruzioni, per un totale di 8.431 milioni di dollari da investire in quattro anni. Il piano prevede progetti di rigenerazione integrale di centri urbani come Talca, Santa Cruz, Curicó, Constitución, Pelluhue, Dichato, Talcahuano, Coronel e San Juan Bautista (arcipelago di Juan Fernández), e una revisione dei piani regolatori delle zone a rischio tsunami.

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Last modified: 16 Luglio 2015