Nella capitale vietnamita al via i lavori per la nuova Isola della Musica firmata da Renzo Piano. Occasione per riflettere sulle trasformazioni che stanno ridisegnando gli equilibri demografici ed ecologici
HANOI (Vietnam). Prima dell’arrivo dei coloni, la capitale era poco più di quello che oggi conosciamo come Old Quarter, un insediamento basso sorto a ridosso della cittadella imperiale, poi largamente demolita per lasciare spazio agli edifici che hanno prima ospitato la sede dell’amministrazione francese e oggi alloggiano gli organi di governo. Distretto residenziale, produttivo e commerciale allo stesso tempo, il nucleo storico, le cui origini si perdono nelle profondità dell’XI secolo, mantiene ancora oggi la sua organizzazione in strade dove si addensano esercizi specializzati in una medesima attività.
Genealogia urbana
I francesi hanno prosciugato laghi e canali, per allontanare l’incubo della malaria, e cercato di rettificare le strade organizzandole in boulevard puntinati di ville. Ma molte cose sono cambiate con il passaggio a un’economia industrializzata: in Vietnam, masse di contadini si sono spostati verso Hanoi e Saigon, dando origine a un’emergenza demografica, e la velocità della densificazione urbanistica ha preso il sopravvento.
Le shophouses che si affastellano lungo le vie, strette e profonde, con i negozi al pianterreno, raggiungono oggi altezze spesso vertiginose per la semplicità dei metodi costruttivi: 8, 10 piani, perché, in una città tanto ambita, promessa di una vita diversa da quella delle campagne, la terra costa cara. La città pullula di vita. La carenza infrastrutturale è chiassosamente rappresentata dalle folle di persone che, complice la difficoltà a sviluppare una rete di trasporti capillare, affollano le arterie che attraversano la città in sella ai loro motorini: Old Quarter è solo il tassello centrale di un cerchio concentrico di distretti, dove aree residenziali si alternano a vasti tratti di campagna.

L’Isola della Musica di RPBW
Quella che oggi conosciamo come area metropolitana era al tempo dei francesi una distesa di campi e acqua, disseminata di villaggi sorti lungo le principali strade e i laghi di cui era costellata la regione. La stessa Quảng An, la penisola in punta alla quale sorgerà il progetto di RPBW, è una terra bonificata recentemente, che in molte mappe storiche viene rappresentata come un litorale incerto, un arcipelago di lagune e lidi. La sua vasta estensione orizzontale sorge presso il lago di Hồ Tây, un tempo ricco ecosistema dove alghe e giacinti si propagavano favorendo la riproduzione di pesci e molluschi.
La nazionalizzazione dei diritti di pesca, avvenuta nel 1958, segnò il passaggio a uno sfruttamento sistematico delle sue risorse. Complici l’industrializzazione e l’inquinamento, Hồ Tây è progressivamente diventato ricettacolo di scarichi e rifiuti. Le carcasse gonfie di pesci raccontano il cambiamento del lago, la cui bellezza è oggi segnata dagli eccessi della deregolamentazione.
Proprio nel tentativo di ristabilire un assetto armonico per tutta l’area, il progetto di Renzo Piano risulta integrato in un masterplan di più ampio respiro. Originariamente terreno agricolo, nel corso degli ultimi decenni Quảng An è stata oggetto di un progressivo addensamento di abitazioni informali e, più recentemente, pur nella carenza infrastrutturale, di una speculazione edilizia che ha portato alla costruzione di complessi edilizi di fascia medio-alta. La favela che si addensa al centro di Quảng An è già stata largamente sventrata, per lasciare posto a quello che sarà una sorta di Central Park, non senza suscitare qualche interrogativo sulle modalità e la rapidità. Nodale nello sviluppo del masterplan, l’implementazione di infrastrutture che permetteranno ai complessi già presenti nell’area di operare in modo più integrato.
Da anni l’amministrazione pubblica di Hanoi lamenta l’assenza di uno spazio in grado di ospitare grandi eventi musicali, e il progetto di RPBW mira a supplire a questa carenza: sarà in grado di ospitare fino a 3.500 spettatori, divisi in due spazi principali. Sviluppato in collaborazione con Arup, il progetto si presenta come un guscio composto da un sistema di cupole: lo spessore, variabile dai 20 ai 60 centimetri, lo renderà una delle coperture più sottili nel suo genere in proporzione all’ampiezza della superficie coperta.

Il piano di OMA
Ora concretizzata in episodi come la realizzazione di questo masterplan, l’ambizione di Hanoi di regolamentare le frange della sua cintura periurbana risale a 30 anni fa. Se la città è sempre stata leggermente discosta dal Fiume Rosso, risale al 1997 l’incarico assegnato a OMA di definire un nuovo masterplan che integrasse l’altra sponda del fiume all’interno del disegno metropolitano.
Il fiume è sempre stato un’entità ambigua per la città: da una parte ha dato origine, nel dipanarsi dei suoi meandri, ai laghi attorno a cui pullula la vita urbana, dall’altra è spesso causa di alluvioni che minacciano l’esistenza delle baraccopoli che vi si sono addossate negli ultimi decenni. L’impianto del masterplan proposto da OMA si basava su un’organizzazione a fasce, che alternano spazi urbani e paesaggio. Ogni fascia varia in larghezza e densità, definendo la possibilità di un’urbanizzazione graduale, simile alla crescita di un albero. La sua mancata implementazione è da attribuire alla crisi finanziaria che proprio in quegli anni si è abbattuta sull’economia asiatica, ma non solo.
Trasformazioni in atto
In città in via di sviluppo come Hanoi è spesso la presenza di potenti gruppi di interesse a rendere difficoltosa una pianificazione di ampio respiro. La città, che oggi conta più di 8 milioni di abitanti ne finisce per espandersi e densificarsi senza i necessari interventi infrastrutturali.
Pullulano realtà satelliti, progettate in antitesi alla città storica. Nuove aree verticali come Royal City, Times City, The Manor ed Ecopark e gated communities come Vinhomes Riverside hanno contribuito nel tempo ad alleggerire la pressione demografica sul centro, ma restano realtà programmaticamente isolate rispetto al loro contesto. E nuovi complessi mixed-use sono in via di sviluppo ogni anno ai capi opposti della città lungo gli assi di scorrimento, come oggi i nuovi Landmark 55 e Capital One Complex.
Il mercato immobiliare cresce a ritmi vertiginosi sulla scorta della moltiplicazione degli investimenti internazionali. Tuttavia, la città resta tra le più inquinate al mondo e una parte consistente della popolazione vive in condizioni precarie. In questo contesto, anche progetti come quello di Renzo Piano suscitano giudizi contrastanti. Pur mancando una visione integrata, le amministrazioni locali hanno avviato un piano di riqualificazione di decine di quartieri: resta incerto se questi interventi miglioreranno la qualità della vita dei residenti o finiranno per accentuarne la fragilità.
Una modernità locale sotto pressione
Oltre a parlare dell’Hanoi vernacolare e del suo futuro metropolitano,meritano un cenno alcuni edifici non molto conosciuti ma che meritano una visita per chi è interessato all’architettura moderna. Nel cuore di Hanoi, il Partito ha promosso nel corso degli anni la costruzione di edifici allineati al monumentalismo sovietico, che, affini al carattere ibrido di quelli concepiti da Le Corbusier a Chandigarh, incarnano una modernità filtrata dal clima locale. Oltre al celebre Mausoleo di Ho Chi Minh, troviamo il Children’s Palace, con i suoi pilastri massicci e le ombre profonde, le sagome cerimoniose delle porte del Thong Nhat Park e del Palazzo dell’Amicizia sovietico-vietnamita, i mercati di Dong Xuan e Cho Hom, pullulanti di vita fino dalle prime ore del mattino. Nella rapidità dello sviluppo urbano di Hanoi, non è facile immaginare di che tutela possano beneficiare questi monumenti, ed è forse necessario si inizi a sviluppare una nuova consapevolezza rispetto al loro significato.
Immagine di copertina: la penisola di Quảng An. Le gru sono nell’area dove sorgerà il progetto di Renzo Piano (© Luca Bonazzi)
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auditorium , Hanoi , musica , oma , renzo piano , ritratti di città , RPBW , trasformazione urbana , vietnam
Last modified: 29 Ottobre 2025































