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Written by: Forum Patrimonio

Studiolo di Urbino, il restauro ha cancellato la trabeazione

Studiolo di Urbino, il restauro ha cancellato la trabeazione
Riceviamo dal Forum Bramante e pubblichiamo una critica al recente restauro su uno degli ambienti più preziosi di Palazzo Ducale

 

URBINO. Lo Studiolo del Duca Federico da Montefeltro di Urbino, terminato nel 1476, dopo il restauro tecnologico del 2025, non ha più una trabeazione a coronamento delle lesene lignee.

Gaia erranza di un restauro che ha consentito anche di inserire delle luci a pavimento in un cotto del Quattrocento, come in uno store commerciale. In questo restauro sullo Studiolo, parte di una serie di interventi di riqualificazione con adeguamento degli impianti e del sistema di illuminazione, finanziati con il PNRR per un totale di 6 milioni di euro, sono state modificate parti del progetto originale, con un risultato arbitrario fuori dalla teoria del restauro e dalla cultura della conservazione. Stiamo parlando in particolare della trabeazione che completava in alto il perimetro dei pannelli lignei: non esiste più. Dunque i pannelli progettati dall’equipe fiorentina e da Donato Bramante non hanno più la canonica terminazione dell’ordine architettonico per il completamento delle lesene.

È stata sostituita con una tripla fascia e un nuovo sfondo di colore scuro di forma completamente diversa. Una trabeazione è costituita da un architrave, un fregio e una cornice. Queste parti non ci sono più, così come non compare il pezzo originale che si vede in tutte le foto di archivio. Consideriamo il restauro filologico l’unico possibile ammesso dalla normativa e dalle carte del restauro, sono proibite alterazioni o sostituzioni. La trabeazione, così come nello Studiolo di Gubbio, era parte delle membrature del progetto originale. Quindi quella attuata è una sostituzione del tutto arbitraria di cui chiederemo spiegazioni.

Come è stato possibile? La trabeazione, come nella Sacrestia delle Messe di Santa Maria del Fiore, era parte fondamentale della composizione dello Studiolo di Federico. Non esiste infatti un ordine architettonico rinascimentale senza trabeazione. Nel 1470 la grammatica degli ordini costituiva il fondamento della riscoperta dell’antico. L’elemento cancellato è ovviamente documentato da foto di archivio e soprattutto dai rilievi di Pasquale Rotondi. Non si capisce davvero con quale criterio sia stata tolta e nemmeno sostituita con pannelli che almeno riportino lo stesso dimensionamento e la stessa morfologia con il conseguente risultato di una arbitraria manomissione dell’opera d’arte.

Scomodando la teoria del restauro di Cesare Brandi, possiamo dire che il risultato finale dell’intervento non convince. Le tarsie prospettico-illusionistiche sono sospese nel vuoto e decontestualizzate. Hanno perso il loro significato, la logica strutturale architettonica originaria, “il loggiato – come lo definisce Pasquale Rotondi – che le collegava alla parte alta”. Così i pannelli lignei rimangono isolati senza lo spazio e la morfologia della trabeazione originaria. La fantastica composizione dello Studiolo cade quindi nel vuoto. Il restauro, definito tecnologico, del 2025 non facilita la lettura e non trasmette integralmente l’opera al futuro.

Immagine di copertina: Lo Studiolo di Urbino dopo il restauro del 2025 (dal sito musei.beniculturali.it) 

 

Autore

  • Lorenzo Pagnini

    Storico dell’architettura, si laurea con Gabriele Morolli all’Università di Firenze. Fondatore di limen.org (Limen Beni Culturali Centre for Studies CSCH). Specializzato in storia e recupero del patrimonio storico. Referente del Forum Bramante.

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Last modified: 5 Settembre 2025