Sperimentazioni progettuali e materiali sostenibili: un sorprendente percorso di innovazione tra biocementazione, batteri, alghe, foreste, ceramiche naturali, conchiglie e marmi
Creare valore dallo scarto è uno degli obiettivi attuali più sfidanti (e interessanti) a livello economico, ambientale e sociale. Con la sua spinta verso soluzioni più sostenibili, efficienti e integrate, rappresenta un motore potente per indirizzare la ricerca scientifica e tecnologica verso una trasformazione radicale del modo in cui produciamo, consumiamo e interagiamo nel nostro ambiente. Architettura ed edilizia non possono non essere coinvolte in questo processo di innovazione/evoluzione e molti fra designer, ricercatori e progettisti stanno lavorando su progetti virtuosi, internazionali, pensati in un’ottica collettiva.
I batteri muratori
Karen Antorveza Paez è una ricercatrice di dottorato presso la cattedra di Digital Building Technologies, parte dell’Institute of Technology In Architecture dell’ETH di Zurigo. È la project leader di “Geological Microbial Formations” che, in mostra alla 19° Biennale di architettura di Venezia, esplora la biocementazione come approccio inedito alla conversione di scarti edilizi in materiali architettonici. Combina biotecnologie, fabbricazione robotica e architettura per sfruttare la biomineralizzazione, un processo in cui il batterio Sporosarcina pasteurii (noto per la sua eccezionale capacità di precipitare carbonato di calcio) lega gli aggregati impiegando basse quantità di energia, a differenza dei processi industriali tradizionali, con un impatto ambientale notevolmente ridotto. Il progetto prevede il contributo di un braccio robotico che, depositando aggregati e spruzzando agenti bioattivi, imita la formazione di stromatoliti, le strutture rocciose sedimentarie a strati che rappresentano alcune delle più antiche e significative evidenze di vita sulla Terra. Grazie all’azione del braccio robotico la trasformazione degli scarti in materiali edilizi si porta a compimento.
Abitare (nel)la foresta
EcoLogicStudio conduce da anni una ricerca tra biotecnologie, architettura, design urbano e intelligenza artificiale. Fondato a Londra nel 2005 da Claudia Pasquero e Marco Poletto, si concentra sull’integrazione di sistemi viventi (come alghe, funghi, batteri) nell’ambiente costruito per creare architetture sostenibili e biologicamente attive e produttive. È in mostra alla XXIV Esposizione Internazionale della Triennale di Milano fino al 9 novembre l’installazione DeepForest³, ospitata da “We the Bacteria. Notes Toward Biotic Architecture”, contributo alla ricerca in corso sulla coltivazione di sistemi architettonici viventi sintetici. Ricrea un sistema vivente biotecnologico funzionale e tangibile, basato sui cicli metabolici di alghe e funghi, portato in vita attraverso un design digitale su misura e una lavorazione artigianale dei materiali. In DeepForest³, la foresta diventa abitazione e viceversa. Il pavimento è un’infrastruttura incisa, le pareti sono una foresta di miceli, l’aria è filtrata da organismi fotosintetici che forniscono biomassa nutriente, la panca è costituita da una base di cartone e sughero su cui poggia un piano popolato da una coltivazione di miceli viventi. Scarti come i fondi di caffè (che nutrono i funghi) e il legno di recupero (che funziona come accumulatore di carbonio) sono parte attiva di una trasformazione continua e ciclica.
Conchiglie e alghe per una bioceramica sostenibile
L’idea di utilizzare i gusci di conchiglie come materiale edilizio non è nuova, al contrario ha radici storiche profonde. Pensiamo al tabby concrete, ampiamente diffuso negli insediamenti coloniali spagnoli e britannici in Florida, Carolina del Sud e Georgia a partire dal XVI-XVII secolo. O all’uso di conchiglie come aggregato nelle malte o come materiale di riempimento nelle fondazioni documentato in Europa fin dall’antichità, per esempio in siti romani come Aquileia. L’architetta ambientale Angie Dub e la designer sperimentale Heidi Jalkh hanno dunque recuperato una pratica storica per interpretarla in ottica upcycling. Il loro progetto “CONQ”, in mostra alla 19° Biennale di architettura di Venezia, si concentra sulla creazione di materiali da costruzione sostenibili a base marina. Combinando conchiglie frantumate con biopolimeri a base di alghe, creano una bioceramica che non richiede calore, realizzata interamente da biomassa marina. L’obiettivo è progettare e produrre un sistema costruttivo in frammenti modulari con diverse proprietà meccaniche ed estetiche.
Ad marmorea
La lavorazione del marmo produce un’elevata percentuale di sottoprodotti e scarti solidi. Trattandosi di scarti inerti, dunque persistenti e nel caso del marmo anche molto voluminosi, rappresentano una sfida significativa in termini di sostenibilità. “Riforma” – progetto nato dalla sinergia fra MAR-MOR, azienda artigianale attiva da oltre trent’anni nella lavorazione di marmi e pietre, ed EX., laboratorio di progettazione fondato da Andrea Cassi e Michele Versaci – è un sistema costruttivo a secco, modulare, ottimizzato grazie a strumenti parametrici e digitali con cui realizzare una collezione di arredi solo con gli scarti della produzione del marmo. I primi prodotti della collezione – una serie di tavoli modulari – sono stati presentati in anteprima al Padiglione Italia di Expo 2025 a Osaka. Il fattore chiave è l’integrazione di piccole lamelle nei piani di taglio delle lastre, che consente di utilizzarle interamente, evitando scarti. La modularità dei componenti e un design minimale facilitano la produzione su misura e su richiesta di mobili che vengono assemblati con un sistema di costruzione a secco. Le lamelle vengono accoppiate e tenute insieme da un sistema meccanico (simile a quello utilizzato per i ponti con i cavi) che, stringendo, permette di creare piani solidi e stabili. Questo metodo riduce la necessità di leganti o processi energivori, rendendo il prodotto più facile da disassemblare e riciclare a fine vita.
Immagine di copertina: DeepForest³ (© Synthetic Landscape Lab)
About Author
Tag
costruzione , materiali , riciclo , sostenibilità , tecnologia , upcycling
Last modified: 23 Luglio 2025