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Written by: Progetti

Costruire semplice, quando l’architettura è essenziale

Costruire semplice, quando l’architettura è essenziale
Un percorso teorico e pratico tra confronti di materiali e approcci low tech: l’esperienza intensa del progettista tedesco Florian Nagler

Il paradigma della sostenibilità degli edifici, nell’era dell’Antropocene, viene declinato alle varie latitudini secondo metriche, pratiche costruttive, registri tecnologici differenti, ma tutti tesi a decarbonizzare l’impatto della costruzione sull’ambiente. Nella vecchia Europa, precisamente nella Germania del sud, il lavoro dell’architetto Florian Nagler si distingue per l’approccio cosiddetto Einfach Bauen (Costruire Semplice) ed emerge rifiutando ogni tentazione celebrativa. In un momento in cui l’Unione Europea ha fissato l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, la proposta di Nagler rappresenta una risposta concreta alle sfide della transizione ecologica, proponendo una drastica semplificazione dei processi costruttivi come alternativa all’ipertecnologizzazione dominante.

 

Sperimentazioni e prototipi

La concretizzazione più significativa del pensiero di Nagler si trova nei Forschungshäuser 1-3, realizzate dalla B&O Gruppe a Bad Aibling, nella Baviera, tra il 2017 e il 2020.Questi edifici sperimentali, costruiti rispettivamente in legno massiccio, muratura termoisolante e calcestruzzo leggero infraleggero, rappresentano un laboratorio a cielo aperto per testare i principi dell’Einfach Bauen in condizioni reali di utilizzo. 

Il progetto, sviluppato nell’ambito del programma di ricerca della TU München in collaborazione con Merz Kley Partner per le strutture e Horstmann + Berger per la fisica edilizia, ha l’obiettivo di dimostrare empiricamente che è possibile ottenere prestazioni energetiche elevate attraverso la semplicità costruttiva. Ogni edificio presenta una superficie abitabile di 400 metri quadrati distribuita su due piani, con un involucro edilizio di 870 metri quadrati che ottimizza il rapporto tra volume riscaldato e dispersioni termiche. 

Il Forschungshaus 1 in legno massiccio CLT (H.R.W. Vollholzsysteme) elimina l’isolamento tradizionale, affidandosi alla massa lignea di 20 cm per la regolazione termica. La struttura “respira” naturalmente senza membrane. Il Forschungshaus 2 sperimenta la muratura monolitica con mattoni Kellerer Ziegel. Le pareti da 36,5 cm sfruttano le proprietà isolanti del materiale ceramico, eliminando ponti termici. Il Forschungshaus 3 utilizza calcestruzzo leggero HeidelbergCement che combina ben capacità portante e isolamento. Le pareti da 50 cm raggiungono prestazioni comparabili a costruzioni complesse con riduzione della complessità esecutiva. 

Le applicazioni sociali

Tutti e tre gli edifici condividono un linguaggio architettonico essenziale: volumi compatti con tetto a falde semplici, finestre dimensionate secondo criteri bioclimatici senza necessità di protezioni solari aggiuntive, e spazi interni flessibili che privilegiano la qualità abitativa rispetto alla spettacolarizzazione formale. Paradigmi che si applicano anche all’edilizia sociale come nel progetto residenziale Wohnen in Bad Aibling (2020-2022). Il complesso, realizzato per la cooperativa WOGENO, propone tipologie abitative flessibili in edifici dalla costruzione elementare ma dalle prestazioni elevate. La scelta di materiali locali e tecniche costruttive tradizionali riduce la dipendenza da tecnologie complesse, rendendo possibile il coinvolgimento di maestranze locali e abbattendo i costi di costruzione.

Il lavoro di Florian Nagler rappresenta una rivoluzione silenziosa nel panorama architettonico contemporaneo, la cui influenza si estende ben oltre i confini tedeschi. Infatti, numerosi studi europei stanno sperimentando varianti dell’Einfach Bauen, adattandole ai rispettivi contesti locali. In un’epoca dominata dall’innovazione tecnologica e dalla spettacolarizzazione dell’architettura, il suo approccio promuove un ritorno consapevole alle origini; non per nostalgia del passato, ma per costruire un futuro più sostenibile. 

Come scrive lo stesso Nagler, “l’architettura deve tornare a essere l’arte di creare spazi confortevoli con i mezzi più semplici possibili”. L’approccio va oltre il concetto tradizionale di sostenibilità per abbracciare quello di sufficienza: non si tratta solo di ridurre l’impatto ambientale, ma di ripensare radicalmente il rapporto tra bisogni abitativi e risorse impiegate. Mentre la maggior parte degli interventi di efficientamento energetico si concentra sull’aggiunta di strati isolanti e sistemi impiantistici sofisticati, Nagler propone una strada alternativa: intervenire sulla massa muraria per ottimizzare le prestazioni termiche attraverso mezzi architettonici. Una lezione che risuona come un invito urgente a ripensare il nostro rapporto con l’ambiente costruito.

Immagine di copertina: i 3 edifici sperimentali Forschungshäuser, Florian Nagler, Bad Aibling, 2022 (dal sito web https://www.einfach-bauen.net/, © Sebastian Schels) 

 

Florian Nagler – architetto bavarese, professore alla TU München – ha rivoluzionato l’approccio alla sostenibilità edilizia con il metodo Einfach Bauen dimostrando attraverso tre edifici sperimentali nella cittadina di Bad Aibling che è possibile ottenere prestazioni energetiche elevate eliminando la complessità tecnologica dell’architettura contemporanea. 

Nato a Monaco nel 1967, ha fondato nel 2001 con Barbara Nagler lo studio Florian Nagler Architekten nella città bavarese. Ha una formazione particolare; dopo gli studi di storia dell’arte, ha completato un apprendistato come carpentiere, esperienza che ha radicato in lui la comprensione diretta dei materiali e delle tecniche costruttive tradizionali.

L’esperienza pratica assieme a quella culturale, maturata dal 2010 alla cattedra di Progettazione e Costruzione alla Technische Universität München, gli ha permesso di sistematizzare il suo approccio in sei principi fondamentali pubblicati nel volume “Building Simply: A guideline” (Birkhäuser, 2021):

  1. il primo principio riguarda la costruzione monolitica: pareti massive in un unico materiale che sfruttano la massa termica per garantire il comfort interno;
  2. il secondo si concentra sulla riduzione degli impianti tecnici, dimostrando come ottenere condizioni di comfort attraverso soluzioni architettoniche passive;
  3. il terzo principio è la compattezza: ottimizzare il rapporto tra volume riscaldato e superficie dell’involucro edilizio per ridurre le dispersioni termiche; 
  4. il quarto riguarda il dimensionamento delle finestre secondo criteri bioclimatici, eliminando la necessità di protezioni solari aggiuntive e sistemi di oscuramento complessi;
  5. il quinto principio sfrutta la termiche trägheit (inerzia termica): le costruzioni massive in legno, muratura o calcestruzzo accumulano e rilasciano calore gradualmente, stabilizzando naturalmente la temperatura interna;
  6. il sesto e ultimo principio è la separazione dei sistemi: distinguere nettamente tra struttura edilizia e impianti tecnici, concentrando questi ultimi in locali dedicati per facilitare manutenzione e sostituzione.

Autore

  • Alfredo Fusco

    Architetto e biophilic designer, ha fatto della integrazione uomo-ambiente la bussola con la quale orientare la (ri)evoluzione del suo lavoro attorno ai rami dell'etica ambientale e dello sviluppo sostenibile. Esperto di progettazione eco-friendly e biofilia applicata all'architettura, parla e scrive di compensazione del deficit di natura, ingegneria naturalistica, greening verticale, infrastrutture emergenti e dinamiche adattive. Vive e lavora a Milano.

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Last modified: 23 Luglio 2025