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Giulia Annalinda NegliaWritten by: Forum

World Urban Forum 2024: casa, comunità e sostenibilità

World Urban Forum 2024: casa, comunità e sostenibilità

Report dalla 12° edizione del meeting, tenutosi al Cairo col titolo It all starts at home: Local actions for sustainable cities and communities

 

IL CAIRO (EGITTO). Una casa è più di un semplice tetto: una casa sicura e un ambiente urbano inclusivo possono promuovere il benessere e aiutare a costruire comunità più forti ed eque. La casa è il luogo in cui inizia la resilienza urbana. Affrontare oggi questo argomento significa confrontarsi con le problematiche riguardanti la fornitura di servizi di base e dei mezzi di sussistenza, dei cambiamenti climatici, dell’adattamento ambientale e sociale delle città e delle loro comunità, significa catalizzare azioni che traducano le ambizioni globali in impatti locali finalizzati a uno sviluppo urbano sostenibile. 

 

Obiettivi, numeri e temi

Sono questi i temi attorno ai quali è stata organizzata al Cairo, dal 4 all’8 novembre, la 12° edizione del World Urban Forum di UN-Habitat, la principale conferenza globale sullo sviluppo sostenibile, istituita nel 2001 dalle Nazioni Unite per esaminare gli impatti della rapida urbanizzazione su città, comunità, economie e cambiamenti climatici. Quest’anno il WUF12 è stato incentrato sul tema It all starts at home: Local actions for sustainable cities and communities, ovvero sul ruolo risolutivo che le azioni guidate dalle comunità locali possono avere per rispondere alle sfide globali. 

A cinque anni dal 2030, termine fissato per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, la scelta della megalopoli egiziana come sede ha segnato, dopo oltre due decenni e in un momento in cui l’espansione urbana in tutto il continente è tra le più rapide al mondo, il ritorno del Forum in Africa.

Le statistiche di partecipazione al più grande WUF della storia, che ha accolto oltre 37.000 partecipanti provenienti da 182 paesi, riportano la presenza di delegati provenienti da Africa (74%), Asia (11,3%), Europa (8,3%), Americhe (6%) e Oceania (0,3%), tra cui il 21% provenienti dal mondo accademico, il 16% da quello governativo, il 12,8% dal settore privato, oltre a una significativa rappresentanza della società civile, delle organizzazioni internazionali e dei media. Il Forum di quest’anno ha anche raggiunto la parità di genere tra i relatori nelle sessioni principali, con 201 uomini e 206 donne. 

La cerimonia di apertura ufficiale, presenziata dalla direttrice esecutiva di UN-Habitat Anáclaudia Rossbach e da Abdel Fattah El-Sisi, presidente della Repubblica Araba d’Egitto, è stata anticipata dalla riunione delle cinque assemblee dei principali gruppi di stakeholders (organizzazioni di base, bambini e giovani, governi locali e regionali, donne, aziende e fondazioni), qui convenuti per assicurarsi che le politiche discusse ai tavoli rappresentassero realmente le esigenze delle persone di ogni estrazione. 

Assemblee, eventi di training e networking, caucus, dialoghi, tavole rotonde, ascolto delle voci dalle città e sessioni speciali sono stati al centro di un programma sviluppato sui temi della territorializzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG in Action) e del rapporto tra giustizia abitativa e sfide critiche globali dell’urbanizzazione. Tra i principali temi discussi nelle 37 sessioni principali e nei 650 altri eventi figuravano le strategie per la riduzione della povertà e della disuguaglianza in ambito urbano, l’adattamento delle città ai cambiamenti climatici, la risoluzione dei problemi dell’emergenza abitativa anche in seguito ai conflitti armati, il divario digitale, la promozione di partnership tra i diversi attori. Un concetto di casa che si estende, quindi, oltre le strutture fisiche che ci ospitano e comprende le dimensioni culturali, sociali, economiche e ambientali che definiscono le nostre comunità. 

 

Alcuni flash

Tra i numerosissimi eventi, la tavola rotonda “Where are We How to Get There”, una riflessione sulla governance per accelerare la New Urban Agenda e per discutere dei progressi fatti in relazione ad essa; la presentazione del World Cities Report 2024, incentrato su città e clima; i dialoghi “Housing our future” sul diritto alla casa a prezzi accessibili, “Cities and the climate crisis”, sulle azioni locali per garantire città resilienti, e “Putting people first in a digital era”, sul ruolo della tecnologia come strumento per migliorare la qualità della vita nelle città e nelle comunità, anche in contesti urbani e territoriali dimenticati. 

Le attività dell’Urban Expo, in cui sono stati ospitati oltre 140 espositori che hanno presentato soluzioni innovative nei campi di edilizia, trasporti, spazi pubblici e resilienza climatica, sono ruotate attorno all’Urban Cinema, all’Urban Library e all’UN-Habitat Arena, un’area progettata a forma di cuore diviso in stanze tematiche, a incarnare il significato dato quest’anno al concetto di casa. 

Il Forum si è concluso con la presentazione del Cairo Call to Action, un documento che delinea impegni e percorsi per un’urbanizzazione sostenibile, elaborato dal nuovo WUF Advisory Group. 

Immagine copertina: Egypt International Exhibition Center, Cairo (© UN-Habitat)

Autore

  • Giulia Annalinda Neglia

    Laureata in Architettura nel 1999, è professoressa associata di Architettura del paesaggio presso il Politecnico di Bari, dove ha coordinato numerosi gruppi di ricerca in lavori sul campo e studi in Medioriente e Nord Africa. Autrice di oltre 150 pubblicazioni, tra cui 6 monografie e 3 curatele, ha ricevuto borse di studio da enti di ricerca internazionali (tra cui DAAD e Fondazione Max van Berchem) ed è stata borsista di post-dottorato presso l’Aga Khan Program for Islamic Architecture del Massachusetts Institute of Technology. Socia ICOMOS e AIAPP, svolge attività di consulenza scientifica per società ed enti internazionali tra cui UNESCO, UN-Habitat e ICOMOS

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Last modified: 18 Novembre 2024