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Written by: Patrimonio

Venezia: la Palazzina Masieri torna a vigilare la Volta del Canal Grande

Venezia: la Palazzina Masieri torna a vigilare la Volta del Canal Grande

Riaperta dopo il restauro di Barman Architects l’ex residenza di Angelo Masieri, il cui progetto partì da Wright e arrivò a Scarpa

 

VENEZIA. Dopo la sua più recente temporanea riapertura nel 2019, il Masieri Memorial, ora Palazzina Masieri, torna infine a vigilare attivamente la Volta del Canal Grande con apertura al pubblico da marzo.

 

Da Frank Lloyd Wright a Carlo Scarpa

Sognata abitazione veneziana dell’architetto Angelo Masieri (1921-52), diviene successiva sede dell’omonima Fondazione istituita dalla famiglia in seguito alla sua scomparsa negli Stati Uniti, sulla via di Taliesin West. Il progetto della Palazzina diviene occasione di dibattito sin dall’iniziale affidamento a Frank Lloyd Wright, che risolve il rapporto tra lotto triangolare e scena acquea attraverso un diaframma di facciata che accoglie una verticalità raddoppiata con la sua riflessione sulla superficie lagunare. Alla fine del 1955, il progetto di Wright – che, come ricordava Toni Cibotto nel febbraio del 1954, “ha tolto il sonno ai veneziani” – viene definitivamente respinto dalla Municipalità, inaugurando un susseguirsi di rifiuti a catena che coinvolgeranno anche Le Corbusier e Louis Kahn.

Dopo un primo affidamento a Valeriano Pastor nel 1962, Carlo Scarpa ottiene l’incarico l’anno successivo: la conservazione dell’apparato murario perimetrale di Ca’ Masieri invita il progetto scarpiano a rivolgersi all’interno, per divenire eloquente esito di una riflessione architettonica in grado di rendere tangibile il rapporto dialogico tra nuovo e antico. La costruzione si conclude soltanto nel 1983, sotto la direzione artistica e tecnica dei suoi collaboratori, Franca Semi e Carlo Maschietto.

Foresteria e luogo d’incontro studentesco, centro attivo di produzione culturale nel campo dell’architettura dal 1996 fino al progressivo abbandono, spazio espositivo per la Galleria d’Architettura, sede della redazione della rivista bimensile “Phalaris”, negli stessi anni la Fondazione ha anche ospitato l’Archivio progetti dell’Università Iuav di Venezia.

 

Dal 2022, il restauro e la rinascita

Dopo anni di abbandono, la Fondazione è riuscita ad avviare i lavori nel 2022 grazie al raggruppamento tra Heritage Asset Management, spin-off dell’Università Iuav guidato da Roberta Bartolone e Giulio Mangano – che, in seguito a procedura per manifestazione d’interesse, hanno peraltro seguito direttamente i lavori di restauro come firma Barman Architects -, e Galerie Negropontes, fondata a Parigi nel 2011.

Un progetto misurato, mirato al ripristino puntuale delle porzioni ammalorate, associato a un’attenta selezione di artigiani locali altamente qualificati nell’intervenire sul patrimonio costruito scarpiano, consegnano nuovamente alla città gli ambienti interni, in un soppesato equilibrio tra l’immagine originaria e il segno visibile della stratificazione temporale. Più nel dettaglio, i lavori di restauro conservativo si sono rivolti al piano terra – il cui stato di conservazione risultava maggiormente compromesso anche a causa della marea eccezionale del 2019 – a partire dal trattamento delle porzioni metalliche, dei radiatori e dal restauro della ferramenta in ottone della bussola in vetro, ripristinandone la funzionalità di porta d’acqua verso il canale. Qui, gli interventi puntuali, eseguiti poi anche ai piani superiori seppur in minor estensione, hanno riguardato le pareti, con pulitura e ripristino della calce rasata in pessimo stato di conservazione, e i pavimenti, con restauri al pastellone e l’esecuzione di rappezzi al terrazzo alla veneziana.

L’impegno della partnership si è rivolto non solo alla progettazione e al finanziamento delle operazioni di restauro conservativo e miglioramento impiantistico del manufatto (per un investimento di 130.000 euro), ma anche verso la costruzione di un progetto culturale in linea con le finalità statuarie della Fondazione.

Con l’intento di recuperare la direzione, nello spirito e nell’impegno, originariamente ipotizzata per questo luogo, il progetto della Palazzina Masieri sollecita a rivolgere lo sguardo verso quelle possibili analoghe occasioni progettuali rivolte al patrimonio architettonico italiano del più recente passato.

 

Attività di ricerca e una mostra

A partire quindi dalla primavera del 2024 e in occasione della 60. Esposizione Internazionale d’Arte, in seguito agli importanti lavori di riqualificazione promossi dal consiglio di amministrazione della Fondazione presieduta dal rettore Iuav Benno Albrecht, la Palazzina Masieri torna quindi a ospitare attività di ricerca teorico-pratica sugli aspetti storici e architettonici legati al manufatto e al recupero e catalogazione degli esiti dell’attività editoriale che in esso hanno trovato sede. Attraverso l’attivazione di tirocini curriculari convenzionati con l’Università Iuav, e tramite occasioni espositive che affiancheranno le opere della galleria (attualmente è in corso la mostra “Armonia Metis”, fino al 24 novembre), lasciando per ora solo su carta il progetto di riattivazione della foresteria e degli spazi ricettivi al piano secondo su cui s’interverrà probabilmente solo in seguito all’avvio delle attività culturali, l’intenzione è quella di restituire alla città l’identità del luogo a partire dalla riscoperta della sua memoria e promuovere la sperimentazione attraverso progetti di ricerca su questioni architettoniche a più ampio spettro.

La prenotazione di visite alla Fondazione sarà possibile a partire da maggio accedendo all’apposito modulo online al sito masieri.org/visite.

Immagne di copertina: piano terra (© Barman Architects, Ph. Fabio Purgino, 2024)

 

 

Autore

  • Giulia Conti

    È architetto, laureata con lode, e dottoranda presso la Scuola di dottorato dell’Università Iuav di Venezia (curriculum di Composizione architettonica). Le sue ricerche sono tese a indagare il ruolo del tendaggio come strumento compositivo di definizione spaziale, fino alle più contemporanee sperimentazioni architettonico-allestitive di spazialità tessile. Autrice di articoli e saggi, collabora alla didattica presso l’Università Iuav di Venezia. È ricercatrice a livello nazionale e internazionale e ha pubblicato di recente una breve monografia su Lilly Reich per TabEdizioni.

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Last modified: 24 Aprile 2024