Una mostra al Centro Cultural de Belém riflette sul ruolo che la disciplina può avere in una situazione che sta colpendo anche la classe media
LISBONA. Le proteste delle ultime settimane, che hanno visto riversarsi nelle strade di Lisbona migliaia di persone per rivendicare il diritto alla casa, sono solo l’ultimo episodio di una crisi abitativa senza precedenti, che si sta estendendo trasversalmente a tutta la società, arrivando fino alla classe media. Negli ultimi 10 anni il prezzo delle abitazioni in Portogallo ha subito un aumento di oltre il 6% annuo, complici da un lato l’incremento esponenziale degli alloggi turistici e degli investimenti stranieri nel mercato immobiliare e, dall’altro, la mancanza d’investimenti continuativi in politiche abitative. Lisbona detiene lo scomodo primato di città più cara per comprare casa, in tutto il paese. Per contrastare questa tendenza, il Piano di Recupero e Resilienza (PRR) portoghese prevede massicci finanziamenti con l’obiettivo, ambizioso, di dare una casa, entro il 2026, ad un totale di 26.000 famiglie. Ma quale può essere il ruolo dell’architettura in questa operazione?
È a partire da questa domanda che prende forma “Habitar Lisboa”, l’esposizione curata dell’architetta e ricercatrice Marta Sequeira nello spazio dedicato all’architettura di Garagem Sul, al CCB (Centro Cultural de Belém). L’obiettivo della curatrice è offrire uno spazio di riflessione in cui, oltre a presentare alcune delle strategie abitative, architettonicamente più interessanti, tra quelle realizzate nella capitale portoghese in 50 anni di democrazia, si cerca di rendere visibile la situazione attuale a partire da dati statistici e strumenti immersivi, e si presentano progetti per il futuro, unendo idee e proposte di professionisti provenienti non solo dal mondo dell’architettura, ma anche da altri ambiti disciplinari come la sociologia, la geografia, il paesaggio.
Uno spazio domestico aperto alla piazza
Il progetto espositivo, opera di JAA – José Adrião Arquitetos, è rivelatore in sé del potere dell’architettura di trasformare lo spazio: quello concepito per “Habitar Lisboa” è un dispositivo architettonico, realizzato utilizzando un sistema modulare in legno, che modifica il suono e l’odore dell’ambiente freddo e inospitale di “Garagem Sul”, donandogli un’atmosfera domestica e accogliente. Al centro, un ampio spazio libero che funziona come un’agorà, a disposizione per conferenze e dibattiti, delimitato da un perimetro costruito che dà accesso a diverse stanze e spazi espositivi. Le luci basse e l’uso di arredi come poltrone, sedie e tavoli ricreano un ambiente confortevole in cui il visitatore può sentirsi a casa. Di contro, i contenuti dell’esposizione richiamano ad una riflessione necessaria e urgente su quella che è la condizione abitativa, tutt’altro che risolta, della capitale lusitana. Sentirsi dunque a casa. Sì, ma quale?
5 sezioni in struttura circolare
L’esposizione si articola in 5 sezioni e segue una struttura narrativa circolare: i video delle proteste di piazza, per il diritto alla casa, aprono e chiudono il percorso espositivo. In bianco e nero quelli d’archivio, del post 25 aprile (1974) che mostrano le azioni delle cooperative e del SAAL (programma statale di costruzione di alloggi), e che introducono la prima parte, Habitação em democracia (Abitazione in democrazia), dedicata alle politiche pubbliche di abitazione, attuate nella capitale lusitana, raccontate dal punto di vista dell’architettura. In una serie di stanze in successione sono rappresentati, attraverso l’uso di disegni, modelli e foto, alcuni degli interventi architettonicamente più rilevanti. Progetti che indagano il modo di fare abitazione, sperimentando nuove tipologie, esplorando sistemi costruttivi innovativi, prestando particolare attenzione alla costruzione dello spazio domestico privato e di quello comunitario. Nella maggior parte dei casi realizzati con il coinvolgimento della popolazione.
Sul fondo della sala, segue la sezione più strumentale di tutte: Cidade de contrastes (Città di contrasti), una radiografia di Lisbona che ne restituisce un’immagine del tutto inedita. I dati statistici, curati dal geografo e consulente scientifico della mostra, João Ferrão, vengono interpretati attraverso l’uso di modelli tridimensionali che trasfigurano la pianta e la topografia della città: invece di avere le altezze reali degli edifici, i vari quartieri si alzano o si abbassano a seconda dei valori di determinati indicatori statistici riguardanti, ad esempio, i prezzi medi degli affitti, il tasso di occupazione delle case, il costo di vendita per metro quadrato. A corredo degli elementi quantitativi, i cortometraggi di Tiago Casanova riprendono situazioni urbane in contrasto (ad esempio il quartiere con il tasso più alto di occupazione straniera e quello con il valore minimo), offrendo un’esperienza interpretativa totalizzante. Infine, le mappe contestualizzano i dati relativi alla città di Lisbona nell’ambito più ampio dell’area metropolitana, introducendo alla sezione successiva, Novas visões (Nuove visioni) che mette in rete l’esperienza della capitale lusitana, in tema di politiche pubbliche d’abitazione, con quelle realizzate in altri paesi europei. Quattro video che rappresentano altrettanti interventi internazionali. Tra tutti, il progetto di cooperativa abitativa La Borda del collettivo Lacol, a Barcellona (Premio Mies van der Rohe 2022). Viene inoltre dedicato uno spazio ai progetti non realizzati di abitazione collettiva per Lisbona. Sono 45 le proposte selezionate grazie ad una call, tra cui anche progetti di studenti universitari.
Continuando lungo il percorso espositivo, si passa attraverso Estratégias públicas em curso (Strategie pubbliche in corso), dove vengono illustrati, sempre ricorrendo agli strumenti comunicativi dell’architettura, progetti d’abitazione a costi calmierati o destinati ad affitti accessibili, realizzati nell’ambito di diversi concorsi di progettazione promossi, a partire dal 2019, dalla Società di Riabilitazione Urbana (SRU) e dall’Istituto di Abitazione e Riabilitazione Urbana (IHRU). Alcuni di questi interventi si realizzano nel quartiere di Marvila, diventato un laboratorio di sperimentazione architettonica e urbana.
Nell’ultima sezione, Hipóteses de ação (Ipotesi d’azione), architetti, sociologi, antropologi spiegano, attraverso parole e disegni, raccolti in filmati di tre minuti, la loro idea sul tema dell’abitazione.
Il percorso espositivo si conclude con le immagini, proiettate su parete, delle manifestazioni per il diritto alla casa. Le parole d’ordine non sono poi così diverse da quelle utilizzate nei primi anni del Portogallo democratico e diventano un livello di racconto parallelo che corre tutt’intorno alla struttura espositiva di legno, dalla quale si aprono finestre sugli slogan di piazza.
È la testimonianza di una consapevolezza collettiva: seppur architetti e abitanti non possono controllare direttamente le logiche politiche ed economiche che influiscono sull’accesso all’abitazione, è vero che possono essere promotori di un cambio di paradigma per quanto riguarda lo spazio abitativo individuale e collettivo.
La mostra è accompagnata da un programma parallelo di visite guidate ai progetti presentati, da dibattiti ospitati nell’agora centrale dello spazio espositivo, e da un libro che, più che un catalogo, aspira ad essere un contributo critico sul tema dell’abitazione, attraverso la raccolta d’interviste, saggi e manifesti con visioni analitiche della situazione attuale della città e riflessioni su prospettive future.
Immagine di copertina: @ Tiago Casanova
“Habitar Lisboa”
Centro de Arquitetura/Garagem Sul, Ccb
17 ottobre 2023 – 28 aprile 2024
ccb.pt/evento/habitar-lisboa
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abitare , allestimenti , mostre , Portogallo , social housing
Last modified: 24 Ottobre 2023