Inaugurato il Novissimo ospedale, sorto sulle rovine del vecchio e fiore all’occhiello dell’architettura contemporanea e della sanità nazionale per l’approccio alle patologie long-Covid e post-Covid
Dopo il taglio del nastro, tradizionale ispezione delle autorità morali e tecniche.
Centro della struttura il padiglione della “Rianimazione sociale”. Intelaiato su una gabbia di Faraday vagamente decostruttivista, il settore ospita gruppi d’irreversibili introversi mossi all’incontro con pari degenti. Vi si svolgono trattamenti indottivi a base di terapie rivoluzionarie, una volta funzionanti, quali il “Calciobalilla”, il “Risiko” e persino “La conversazione”.
Sul complesso, campeggia la torre della “Cardiopedia”, modello di urbanizzazione e convalescenza verticale, dedicata a cuori infranti, a pezzi o spezzati in due. Affetti piegati dalla distanza, dal divieto di spostamento e dalla successiva pigrizia. Amori traditi o platonici. Trenta piani e cinquecento stalli con filodiffusione mozartiana e ampia finestra con vista sul futuro.
Casi delicati vengono dirottati nella “Egoterapia intensiva”. Severo box cementizio, essenziale, di stampo brutalista, dove i deficit di autostima si combattono con iniezioni di complimenti, dosi di pacche sulle spalle ed incitamenti in compresse. Si viene dimessi solo se convinti di sé.
Alla base di una palazzina traslucida in acciaio e vetro, stile high tech, è ospitata la sezione di “Otorinolaringosimpatia”. Vi si trattano le paresi facciali, ferme su musi lunghi, corrucci e respiri corti. Paramedici, tirocinanti in stand up comedy, si esercitano a ciclo continuo, sul palco del reparto. Il primario è un anziano clown.
Ai piani superiori i reparti per la cura dello “Strabismo temporale”, dove si affrontano i pazienti con occhi sintonizzati su epoche differenti. Singolari casi divisi tra il reazionario e il rivoluzionario: mentre l’occhio destro si volge al passato, il sinistro si proietta verso il futuro. O viceversa. Grande è lo sforzo terapeutico per riallineare cronologicamente le viste.
L’edificio orizzontale, lungo le sponde della Fonte della giovinezza, è la degenza della “Chirurgia dell’anima”. Nessun medicinale, solo bei ricordi. Nella sala operatoria, realizzata a sbalzo sulla cascata, modello Wright, collezione di testi e opere di Osho, Gesù, Federico Fellini e altri profeti.
Tutt’intorno vi è il “Bosco orizzontale”, concessione progettuale alla tradizione, anche detto “del tempo perduto”, dove i bambini, tramite un programma virtuale di 3 anni in 1, recuperano gli anni smarriti. Approccio intensivo: giochi all’aperto 24 ore su 24. È permesso andare ovunque, sudare e sporcarsi, tornare a casa tardi, rotolarsi nel prato, dare la mano agli amichetti, picchiarsi e baciarsi (sulle guance).
A breve, a completare il Novissimo Ospedale, le ultime due unità di chiaro stampo neoplasticista. Un ampio locale tecnico per lavaggio, asciugatura e stiratura del cervello detto, per brevità, “Lavanderia”. E l’apertura della sezione di “Oculistica estetica”, per vedere finalmente la bellezza. Con appositi corsi per imparare, preventivamente, a scovarla.
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L'archintruso , ospedali
Last modified: 23 Gennaio 2023