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Written by: Patrimonio Progetti

Campo Fossoli, un futuro per la memoria

Campo Fossoli, un futuro per la memoria

Mentre lo studio vincitore di Progettisti Associati prepara gli esecutivi, sono in mostra gli esiti del concorso per la valorizzazione dell’ingresso all’ex campo di concentramento

 

FOSSOLI E CARPI (MODENA). Nell’agosto 2020 il Comune di Carpi e la Fondazione Fossoli, che gestisce l’ex campo di concentramento nella frazione omonima, hanno indetto un concorso internazionale per “caratterizzare e valorizzare l’area d’ingresso del Campo, nel rispetto delle testimonianze materiche esistenti”, al quale hanno partecipato 38 progetti, da cui sono emersi 4 finalisti.

 

La storia di un luogo tristemente noto

Il sito è tristemente noto, storicamente ed emotivamente: costruito nel 1942 dal Regio Esercito per imprigionare i militari nemici, nel dicembre 1943 è trasformato dalla Repubblica Sociale Italiana in campo di concentramento per ebrei e dal marzo seguente diviene “campo poliziesco e di transito”, utilizzato dai soldati tedeschi come ricovero e transito per i lager nazisti. I circa 5.000 internati politici e razziali che passarono da qui, infatti, ebbero come destinazioni i campi di Auschwitz-Birkenau, Mauthausen, Dachau, Buchenwald, Flossenburg e Ravensbrück.

Dodici i convogli di treni documentati che si formarono, a partire dal primo diretto ad Auschwitz, il 22 febbraio 1944, sul quale viaggiò anche l’autore di Se questo è un uomo Primo Levi. Nel 1945-47 il sito divenne un centro di raccolta per profughi stranieri, poi sede della comunità dei “Piccoli apostoli” di don Zeno Saltini di Nomadelfia e, infine, “Villaggio San Marco” dei profughi giuliani e dalmati provenienti dall’Istria. Di proprietà dello Stato, dal 1970 l’area cadde in degrado e solo nel 1984, dopo che a Carpi nel 1973 fu aperto il Museo Monumento al deportato a Palazzo dei Pio, lo Stato ne concesse al Comune la gestione.

 

Un progetto in due fasi

Ad aggiudicarsi l’importante e delicata commessa è stato lo studio Progettisti Associati di Sassuolo (MO), guidato da Gaetano Marzani con Paolo e Vincenzo Vandelli. “Il nostro progetto”, ci spiega l’architetto Marzani, “si realizzerà in due stralci con fondi di un milione, metà dello Stato e metà della Regione Emilia Romagna. Per quanto riguarda il primo stralcio, ora stiamo lavorando al progetto esecutivo che sarà pronto per l’estate, seguiranno le gare d’appalto e tra un anno ci sarà la partenza dei lavori”.

Il progetto laureato suddivide l’area in un’ideale griglia regolare di assi paralleli che, come binari ferroviari, riportano alla memoria i convogli partiti verso i campi di sterminio. “Questo registro”, prosegue Marzani, “giunge fino alla strada, in modo che sia sottolineata l’importanza dell’area anche nel distratto via vai sulla strada di campagna che dà accesso al sito. La regolarità modulare contiene le attuali giaciture dei due edifici principali del luogo, la «Baracca 12» destinata a biglietteria e prima accoglienza del sito, e la «Baracca 14.1» destinata a tutti i servizi pubblici. Da questi assi si ergono inoltre frammenti di «muri» metallici che fungono da simbolo di separazione e contenimento. All’esterno, i muri, emergendo dal terreno distanziati dal tappeto erboso e dalle altre pavimentazioni in ghiaia, vengono rivestiti in metallo. Su uno dei due segmenti del muro d’ingresso, in alluminio con finitura a specchio, è incisa la poesia di Se questo è un uomo”0.

 

Dal campo alla stazione

Naturalmente l’oggetto del concorso non è l’unico necessario a rimettere in sesto un luogo di complessa gestione. L’ingegnere Paolo Faccio, docente dell’Università Iuav di Venezia che in passato ha già restaurato alcune baracche di Fossoli, ora si occuperà, con 500.000 euro provenienti dal Ministero della Cultura, della riqualificazione del “magazzino nord” della stazione ferroviaria di Carpi.

Da qui, a una manciata di chilometri dal campo, nel 1944-45 partivano materialmente i treni con i prigionieri diretti ai campi nazisti: il piccolo edificio diverrà così un monumento alla memoria dopo l’intervento sulle murature interne, l’allestimento di pannelli espositivi, l’installazione dei servizi, il posizionamento dei dispositivi di realtà aumentata.

Dopo il Campo Fossoli, il Museo al deportato e l’ex sinagoga che ospita installazioni e la sede della Fondazione Fossoli”, riassume il sindaco Alberto Bellelli, “Carpi avrà presto un ulteriore punto di riferimento per la memoria di tutti: la stazione è citata da Levi nel suo libro più noto perché qui lo scrittore, insieme a migliaia di altri individui, venne trasportato dal campo con un torpedone”.

L’ex campo di Fossoli è accessibile la domenica e i festivi oltre che nei giorni feriali per le scuole. La Fondazione Fossoli, presieduta dall’ex parlamentare Pierluigi Castagnetti e diretta da Marzia Luppi, nasce nel 1996, fondata dall’associazione Amici del Museo Monumento al deportato e dal Comune.

 

La mostra dei progetti del concorso

Dopo l’esposizione al MAXXI di Roma, tutte le proposte sono visibili, fino al 25 aprile, nella mostra “Il Campo di Fossoli tra memoria e progetto”, ai Musei civici di Palazzo dei Pio a Carpi. Oltre all’elaborato di Progettisti Associati, anche gli altri partecipanti hanno immaginato soluzioni rispettose del preesistente di questo luogo “sacro” per la storia italiana. 

Tra i 4 finalisti, Studio Macola (Venezia) ha puntato sulla simbologia, spiegando che “Visitare Fossoli oggi significa approcciarsi a uno dei luoghi più drammatici della deportazione in Italia, eppure ciò che ci si trova davanti non ha la stessa forza di quello che effettivamente il luogo rappresenta nella mente e nella cultura di chi lo visita, nei ricordi dei sopravvissuti e dei loro discendenti, nella memoria degli abitanti di quella regione d’Italia in cui la lotta contro i nazifascisti ha conosciuto uno dei periodi più tragici e cruenti. Per noi l’immagine che il Campo oggi trasmette più di ogni altra cosa è quella di una tenace tensione tra l’oblio e la memoria. Per mantenere viva questa tensione è necessario evitare che le tracce del Campo si dissolvano e vengano riassorbite nell’ambiente naturale senza «restaurarle»  «ricostruirle», ma facendo in modo che rimangano affiancando segni architettonici minimi”. 

Un altro finalista, Andrew Berman Architect (New York), ricorda che “A Fossoli le rovine, ancora troppo recenti, furono costruite per terribili scopi, e poi riutilizzate per fini assistenziali. La nostra risposta architettonica intende rendere il tempo palpabile, permettendo alle stratificazioni e alle cicatrici del Campo di essere presenti, e consentire nuove possibilità di relazionarsi”. Ecco allora la scelta di tre semplici muri di laterizio, ortogonali tra loro che segnano la posizione di fossati e recinti un tempo qui presenti.

Infine, per Gandolfi e Mura Architetti Associati (Bergamo), “La proposta ha l’obiettivo di mettere in risalto i caratteri propri del luogo e di farli dialogare coerentemente con la rifunzionalizzazione delle sue strutture. Oggi, il complesso si presenta in un chiaro stato di degrado e rovina, con un’evidente tendenza del sito alla naturalizzazione. I punti di primaria importanza nella stesura del progetto sono stati la capacità di relazionarsi alle preesistenze del Campo e la loro valorizzazione tramite l’inserimento di nuovi interventi”.

 

 

Autore

  • Stefano Luppi

    Nato in provincia di Modena, laureato e specializzato in storia dell’arte e materie affini, ha pubblicato alcuni saggi in volumi scaturiti da progetti di comuni, università e fondazioni dedicati alla storia dell’arte emiliana, ma si è anche occupato di comunicazione e organizzazione culturale. Giornalista iscritto all’Ordine dal 1995, lavora per testate locali e nazionali, generiche e specializzate, quali «Il Resto del Carlino», «la Gazzetta di Modena», «la Gazzetta di Reggio Emilia», «Il Giornale dell’Arte», «ArtDossier», «Arteletta», «Ibc rivista» sulle quali da sempre si occupa di temi artistici, urbanistici, architettonici, letterari

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Last modified: 5 Aprile 2022