Visita al Saban Building e a The Sphere, su progetto di Renzo Piano Building Workshop
LOS ANGELES. Hollywood, a lungo criticata per non avere mai costruito un museo dedicato alla storia del cinema, principale esportazione americana nel campo dell’intrattenimento da oltre un secolo, dal 30 settembre vanta due straordinarie attrazioni in una. Nel 2012, l’Academy ha incaricato Renzo Piano Building Workshop per un progetto del valore di 482 milioni di dollari impostato su due edifici: il Saban Building e The Sphere.
Il Museo dell’Academy completa il cosiddetto Museum Row, un tratto consolidato lungo Wilshire Boulevard, una delle principali arterie di Los Angeles, che include diverse istituzioni culturali quali il Los Angeles County Museum of Art (già opera di RPBW, attualmente oggetto di una massiccia ristrutturazione a firma dello svizzero Peter Zumthor), l’instagrammabile “Urban Lights” dell’artista Chris Burden, il famoso sito archeologico di La Brea Tar Pits, l’installazione “Levitated” dell’artista Michael Heizer Mass (un masso di diverse tonnellate che incombe sospeso su un passaggio pedonale) e il Petersen Automotive Museum (dello studio Kohn Pedersen Fox), collezione completa di veicoli a motore dal Modello A alla Batmobile.
La preesistenza: il Saban Building
Il primo dei due edifici del museo è il frutto della rifunzionalizzazione e dell’ampliamento dell’ex grande magazzino May Company, realizzato nel 1939. Riconosciuto come il più grande esempio rimasto a Los Angeles di architettura modernista, e perciò vincolato come monumento storico, l’edificio era originariamente costruito in cemento, acciaio e vetro. Il restauro ha comportato l’eliminazione di tutte le aggiunte e l’apertura degli spazi interni, per riportare alla luce la struttura originaria.
L’elemento iconico del manufatto, un mezzo cilindro rivestito da un mosaico in foglia d’oro 24 carati, all’angolo d’ingresso, è stato restaurato con nuove piastrelle prodotte dalla stessa fornace originaria, la storica Orsoni Venezia 1888. I pannelli esterni in pietra calcarea, provenienti da una cava vicina a quella originaria, sono stati invece installati per onorare l’ingresso da Wilshire Boulevard.
L’ampio primo piano ospita la Sidney Poitier Grand Lobby, lo Shirley Temple Education Studio, il Debbie Reynolds Conservation Studio, il Ted Mann Theatre, il ristorante Fanny e l’Academy Museum Store. Le mostre temporanee esporranno a rotazione le enormi collezioni dell’Academy: dal rotoscope alle sceneggiature, dai costumi alle clip, dalle interviste con star e cineasti all’infinità di tesori di Hollywood come le Ruby Slippers indossate da Judy Garland o lo squalo Jaws, che ora è minacciosamente sospeso sulle scale mobili.
La Sfera
La nuova facciata continua in vetro sposta l’attenzione dalle gallerie ricche di storia alla sfera che levita sopra la piazza aperta. Qui Renzo Piano ha impiegato tutte le sue abilità di maestro dell’architettura nel collegare il passato al nuovo brillante futuro: un cinema che soddisfa la richiesta della committenza di suscitare un’esperienza senza precedenti e all’avanguardia all’interno di un edificio caratteristico il cui design si staglia nello skyline di Los Angeles.
La struttura della sfera raggiunge i 13 metri di altezza e presenta 1.500 pannelli di vetro laminati a scandole, tagliati in 146 diverse forme. Progettata con un sofisticato sistema di isolamento antisismico, la sfera è bilanciata su quattro plinti in cemento dotati di dissipatori alla base. Questo sistema consente alla sfera di rimanere centrata anche se il terreno si sposta fino a 80 cm in qualsiasi direzione.
La facciata è racchiusa in pannelli di cemento curvilinei, con un velo di vetrata e articolate scale in acciaio. I tubi d’acciaio curvi si elevano al di sopra del cemento, mentre i montanti secondari e i rinforzi creano una struttura a griglia tesa che sostiene la cupola in vetro prodotto da Saint Gobain e montato dalla tedesca Gartner. La sfera è collegata al Saban Building da due passerelle pedonali, di cui una con pavimento vetrato. La terrazza panoramica aperta in cima alla sfera offre ampie vedute sulle colline di Hollywood e diventerà sicuramente un punto di osservazione imperdibile a Los Angeles. La sfera ospita il David Geffen Theatre, internamente tutto rosso glamour: sedute, tappeti e persino le pareti. Il Geffen ospiterà proiezioni giornaliere e importanti eventi cinematografici, tra cui anteprime e presentazioni speciali. Oltre ad essere dotato di uno schermo 35 mm, 70 mm e proiezione laser digitale, può ospitare sul palco un’orchestra di 60 elementi.
La sfera è già stata soprannominata “la Morte Nera”, in riferimento a Star Wars. Piano dice però che preferisce un confronto più leggero: una bolla galleggiante o un vascello volante per trasportare le persone nel viaggio della loro immaginazione. All’inaugurazione del museo, l’architetto genovese ha affermato che l’ispirazione per il progetto è venuta dal mare e dal cinema, raccontando che se non fosse diventato architetto, avrebbe voluto essere regista, di cui invidia il ruolo del narratore che ha il potere di creare azione, emozione, luce, ombra, musica e memoria.
Con il Museo dell’Academy, Piano propone l’unione tra una struttura all’avanguardia del 21° secolo e la rivisitazione di un’icona del moderno, mettendo in campo tutte le sue abilità nell’uso della luce, dei volumi, delle proporzioni e dei materiali, per dar vita a un nuovo luogo di memoria e magia a Los Angeles.
Immagine di copertina: © Joshua White, JWPictures/© Academy Museum Foundation
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Last modified: 6 Ottobre 2021