Ancora incerti gli esiti del concorso, per via dei presunti conflitti d’interesse tra presidente di giuria e alcuni componenti dei team finalisti
PALERMO. Tra dubbi e sospensioni, il concorso in due fasi per il nuovo centro direzionale della Regione Siciliana rischia di trasformare in feuilleton quella che il presidente Nello Musumeci aveva definito «la più grande opera pubblica, nel settore dell’edilizia, mai varata in Italia».
Mentre non s’erano sopite le critiche sul sito di progetto che è uno dei più trafficati di Palermo, il 15 marzo, alla pubblicazione degli esiti, sono esplose le polemiche perché, dopo aver vagliato 34 progetti e scelto 5 finalisti, la giuria (presieduta dall’architetto francese Marc Mimram e composta dall’architetto Francesco Lo Piccolo e dagli ingegneri Gaetano Bosurgi, Paolo La Greca e Giacomo Navarra) ha assegnato primo (immagine di copertina) e secondo posto a due team con professionisti francesi. Il 17 aprile il caso è stato oggetto di un servizio del TG satirico Striscia la notizia dove, tra le criticità, emergeva la presenza nel team vincitore dello studio Leclercq, che è partner di Mimram in vari progetti.
Il 7 maggio, sulla piattaforma del concorso gestita da AWN compariva la nota del RUP inerente la sospensione dell’iter in attesa delle verifiche sui documenti dei partecipanti. Parallelamente, veniva richiesto parere sulla legittimità dell’esito interpellando l’Ufficio legale della Regione e l’Avvocatura dello Stato che, con una prima risposta basata anche sui pronunciamenti dell’Anticorruzione, sosteneva l’insussistenza di conflitti d’interesse e dava il via libera all’iter. Dopo questa risposta, il dirigente dell’Ispettorato tecnico della Regione ha chiesto all’Avvocatura un nuovo parere alla luce dei dati aggiuntivi, comunicati con una nota del 3 giugno che elenca altre collaborazioni fra presidente di giuria e aggiudicatario e, in particolare, un progetto in corso per il centro d’impianti sportivi a Meudon.
Il 24 giugno c’è un nuovo colpo di scena: pur confermando la validità del lavoro della giuria (che stante l’anonimato non poteva conoscere gli autori delle proposte), l’Avvocatura cambia parere e profila una cacciata dei francesi che ricorda i Vespri siciliani chiedendo l’esclusione dei team primo, secondo e quarto classificato, dato che i loro componenti «Francois Leclerc, Xaverius De Geyter e Romain Ricciotti… hanno dichiarato, tra l’altro “l’insussistenza di… rapporti di lavoro passati o in essere tra i componenti della commissione giudicatrice del concorso”». Al momento la soluzione che pare profilarsi sarebbe quindi l’aggiudicazione al team terzo classificato guidato da Studio Transit.
In attesa di pronunciamenti definitivi, l’iter di questa gara da 424,4 milioni rischia d’incrinare la già barcollante fiducia nei concorsi di progettazione. Inoltre, preoccupa constatare che questo messaggio serpeggi in una Regione che, usando le sue leggi speciali, ha fatto largo uso d’incarichi, consulenze e collaborazioni affidati per via diretta e che, per di più, questo avvenga mentre stanno accendendosi gli appetiti sul Recovery Fund e gli altri fondi per l’emergenza. Quello che occorrerebbe invece ripensare è la qualità di bandi e materiali di gara (di solito lacunosi o, in alternativa, ridondanti) e le modalità di composizione e lavoro delle giurie.
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Last modified: 30 Giugno 2021