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Alessandro ColomboWritten by: Design

ADI Design Museum, una nuova stagione per Milano

ADI Design Museum, una nuova stagione per Milano

Un museo autogenerativo e non autocelebrativo che è anche elemento di ricucitura urbana. Inaugurate 5 mostre permanenti e 3 temporanee

 

MILANO. Ci siamo lasciati in una fredda mattina del febbraio 2020 – dopo esserci dati appuntamento all’aprile seguente per l’apertura della nuova struttura museale dell’ADI – e ci siamo ritrovati in una calda mattina piena di sole di questo maggio 2021 ad ammirare un luogo e un museo che vengono a inaugurare quella che, crediamo, sarà una nuova stagione per Milano.

Come sia stato possibile tutto ciò è a tutti noto. Che il tempo passato abbia contribuito a rendere ancor più apprezzabile il risultato non era, invece, scontato. Anche perché a mutare non è stato il Museo – già saldamente incardinato su idee forti e promettenti -, ma siamo bensì stati noi, che abbiamo sviluppato una sensibilità ancora più grande, pronta ad apprezzare l’importanza di una struttura di questo tipo per la cultura del progetto, per la città che deve ripartire, per un paese che merita qualità e fiducia.

Che l’ADI Design Museum sia un luogo lo si capisce subito anche dal suo profilo urbano, con la grande Piazza Compasso d’oro che ha ospitato la presentazione con 500 invitati, ma soprattutto dalla struttura a navate che collegano, non solo visivamente, due parti di città a lungo separate dalla grande infrastruttura tecnica, dall’enclave che, dal deposito del tram a cavalli nell’Ottocento alla centrale dell’ENEL del Novecento, costituiva di fatto un limite invalicabile.

Ora tutta l’area si apre alla città e ai cittadini e lo fa in nome del design e del progetto. Come ha sottolineato il presidente Cabini, “Non esiste modo migliore per festeggiare la Fondazione ADI”, e l’impegno di tre amministrazioni comunali, di due ministri con i rispettivi governi, dei direttivi ADI che si sono succeduti hanno permesso di aprire oggi, dopo le non poche difficoltà causate dalla pandemia. Con tono quasi liturgico il presidente Galimberti ricorda che “dalla prima lettera di Zanuso al sindaco Bucalossi nel 1967” parte questa lunga corsa ad ostacoli che ha permesso non solo di conservare e valorizzare una grande collezione – la Collezione storica del Premio Compasso d’oro ADI è stata dichiarata dal Ministero dei Beni culturali nel 2004 “di eccezionale interesse artistico e storico” e di conseguenza inserita nel patrimonio nazionale – ma anche di concepire un museo “autogenerativo e non autocelebrativo”. Infatti, il ministro Franceschini, il presidente Fontana, il sindaco Sala, hanno inaugurato 5 mostre permanenti e 3 mostre temporanee che sono il punto di partenza di un ricco programma che coprirà il primo anno di attività, come annunciato dal direttore Cancellato.

L’inarrestabile Beppe Finessi, curatore delle mostre principali, ha richiamato le basi sulle quali si fonda il museo: una visione dal cucchiaio alla città (in effetti in questo nuovo pezzo di città una delle prime cose che si vedono della collezione sono delle posate) e un’offerta che è per il grande pubblico, ma anche per gli addetti ai lavori che, fra 2.500 progetti premiati e segnalati, devono tutti affrontare un’impegnativa, ma piacevole visita, guidati da una lettura curatoriale attenta, da un allestimento preciso, da una grafica esaustiva, il tutto in uno spazio molto bello.

Viene giustamente ricordato che “siamo qui perché qualche gigante prima di noi ha fatto dei passi importanti”: molti di questi non sono più qui, a iniziare da Giulio Castelli, al quale è dedicata una delle mostre, e per finire con Marco Romanelli, curatore e allestitore della mostra dedicata a Renata Bonfanti, prima donna Compasso d’oro. Avremo tutti tempo per approfondire la ricchissima proposta del Museo, i temi, i progetti, i protagonisti presentati. Ora iniziamo a goderci una grande istituzione che apre i battenti, primo vero segnale di ripresa a Milano.

Immagine di copertina: © Martina Bonetti

 

ADI Design Museum – Compasso d’Oro
Piazza Compasso d’Oro 1, Milano

Le mostre:

Il Cucchiaio e la città”, Mostra permanente Collezione Storica del Compasso d’Oro a cura di Beppe Finessi
progetto grafico e di allestimento: Italo Lupi e Migliore + Servetto Architects

Compasso d’Oro, misurare il mondo”, mostra permanente promossa da ADI – Associazione per il disegno industriale
Curatela e progetto: Studio Origoni Steiner, Carlotta Origoni, Franco Origoni, Matteo Origoni, Anna Steiner

Manifesto alla Carriera. Omaggio della grafica italiana ai Maestri del Compasso d’Oro”, mostra permanente
a cura di Luca Molinari
assistente alla curatela e coordinamento scientifico: Maria Antonietta Santangelo – Luca Molinari Studio
progetto grafico dei poster: Andrea Rovatti
progetto di allestimento: Massimo Curzi Architetto e Mario Belloni

BÌOS. Sistema Design Italia”, videoinstallazione
a cura di Francesco Zurlo, Giuliano Simonelli
Autori: Andrea Benedetti, Àngeles Briones, Caterina Castiglioni, Tommaso Elli, Beatrice Gobbo, Giovanni Lombardi, Stefano Mandato, Michele Mauri, Carla Sedini
in collaborazione con: POLI.design, DensityDesign Lab, Politecnico di Milano

Il design entra nella storia”, videoinstallazione
realizzato da OffiCine (IED/Anteo)
Firma: Istituto Europeo di Design
regia di Mattia Colombo & Davide Fois
direzione creativa, supervisione animazione: Rachele Santini
direzione e coordinamento: Cristina Marchetti & Silvia Ardini
layout artist, character design e animazione: Chiara Loiacono
musica e sound design: Luca Fois

Uno a Uno. La specie degli oggetti”, mostra temporanea
a cura di Beppe Finessi
progetto di allestimento: Studio Cerri

Renata Bonfanti: tessere la gioia”, mostra temporanea
a cura di Marco Romanelli
con la collaborazione di Luca Ladiana e la consulenza di Alessandro Bonfanti
progetto grafico della mostra e del catalogo: Giuseppe Basile
progetto di allestimento: Marco Romanelli e Luca Ladiana

Giulio Castelli. La cultura imprenditoriale del Sistema Design”, mostra temporanea
a cura di Federica Sala
progetto di allestimento: Carlo Forcolini
progetto grafico: Franco Achilli e Paola Pellizzi

 

Autore

  • Alessandro Colombo

    Nato a Milano (1963), dove si laurea in architettura al Politecnico nel 1987. Nel 1989 inizia il sodalizio con Pierluigi Cerri presso la Gregotti Associati International. Nel 1991 vince il Major of Osaka City Prize con il progetto: “Terra: istruzioni per l’uso”. Con Bruno Morassutti partecipa a concorsi internazionali di architettura ove ottiene riconoscimenti. Nel 1998 è socio fondatore dello Studio Cerri & Associati, di Terra e di Studio Cerri Associati Engineering. Nel 2004 vince il concorso internazionale per il restauro e la trasformazione della Villa Reale di Monza e il Compasso d’oro per il sistema di tavoli da ufficio Naòs System, Unifor. È docente a contratto presso il Politecnico di Milano e presso il Master in Exhibition Design IDEA, di cui è membro del board. Su incarico del Politecnico di Milano cura il progetto per il Coffee Cluster presso l’Expo 2015

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Last modified: 7 Giugno 2021