Aggiudicato il concorso per il masterplan dell’ex scalo ferroviario: oltre allo spazio pubblico, previsti residenze, uffici, servizi e il Villaggio olimpico per il 2026
MILANO. Con il progetto “Parco Romana”, il team guidato da Outcomist si è aggiudicato il concorso per il masterplan preliminare di rigenerazione dello scalo di Porta Romana, nella zona sud. Il gruppo, che comprende Diller Scofidio+Renfro, PLP Architecture, Carlo Ratti Associati (con Gross Max, Nigel Dunnett Studio, Arup, Portland Design, Systematica, Studio Zoppini, Aecom, Land e Artelia), ha superato la concorrenza di altri cinque finalisti: Big – Bjarke Ingels Group; Cobe A/S; John McAslan + Partners; Skidmore, Owings & Merrill (Europe) e Studio Paola Viganò. La giuria, presieduta da Gregg Jones di Pelli Clarke Pelli Architects, ha esaminato 47 proposte, che hanno coinvolto 329 studi di progettazione.
Porta Romana e i sette scali ferroviari
Porta Romana è uno dei sette scali ferroviari dismessi interessati dall’Accordo di programma del 2017 sottoscritto da Comune, Regione Lombardia e Ferrovie dello Stato per la riqualificazione delle aree ferroviarie milanesi: oltre a Porta Romana, Farini, Porta Genova, Greco-Breda, Lambrate, Rogoredo e San Cristoforo. Complessivamente valgono un 1.250.000 mq (di cui 200.000 a usi ferroviari).
Sempre nel 2017, Fs incaricò cinque studi internazionali per elaborare idee per la riqualificazione degli ex scali. Per lo scalo Romana due di questi studi si spingevano a immaginare differenti destinazioni: “un vasto prato in pendenza aperto verso la Fondazione Prada e una piazza-mercato tra la stazione ferroviaria e il capolinea dei bus” (Cino Zucchi Architetti) e “un’area dedicata ad un Arboretum di 170.ooo mq: un grande inventario a cielo aperto delle specie vegetali lombarde” (Stefano Boeri Architetti).
Per Porta Romana, la cui area vale 187.000 mq, sono previsti 164.000 mq di superficie di pavimento, mentre il 50% del sito è destinato a verde e spazi pubblici. Fatto nuovo rispetto all’accordo di quattro anni fa è la realizzazione, nella parte ovest dell’area (lunga e stretta, che si sviluppa da est a ovest lungo il fascio di binari), del Villaggio olimpico dei giochi invernali Milano-Cortina 2026, i cui edifici, al termine della manifestazione, verranno convertiti in studentato con circa mille posti letto.
Il parco, cuore del progetto
L’idea progettuale persegue un doppio obiettivo: la connessione nord-sud ed est-ovest, incentivando gli spostamenti pedonali, all’interno di un’area comunque ben servita dal trasporto pubblico. Il suo cuore è il parco: un prato di circa 100.000 mq, privo di barriere, il cui scopo è connettere la parte nord con quella sud delle aree a ridosso della linea ferroviaria. A questa componente vegetale si aggiunge un percorso verde sospeso, una sorta di highline (una “foresta sospesa” l’ha definita Ratti nella presentazione alla stampa), posta a una quota superiore a quella dei binari ferroviari, che da est (piazzale Lodi) a ovest (via Ripamonti) attraverserà l’intero sito. In corrispondenza del parco, il fascio di binari verrà interrato.
Le destinazioni funzionali
Attorno al grande parco sorgeranno residenze, uffici, social e student housing, student e servizi, collegati tramite le stazioni di ferrovia e metropolitana. Lo schema funzionale è piuttosto semplice: se il parco si colloca al centro dell’area – scelta che permette di connettersi agli spazi della Fondazione Prada -, lo sviluppo residenziale, direzionale e commerciale si colloca sul lato est (corso e piazzale Lodi), mentre il Villaggio olimpico è posto su quello ovest (via Ripamonti).
Gli isolati residenziali avranno perimetri alberati, piani terra con servizi di vicinato, cortili con aree semipubbliche. Sempre nella zona est verrà realizzata una piazza pubblica a più livelli (Distretto Lodi), che fungerà da ponte sui binari per collegare piazza Lodi (già servita dalla terza linea metropolitana e che diventerà stazione della futura linea circolare) e gli edifici residenziali previsti. Sul fronte ovest, la tipologia degli edifici del Villaggio, quattro blocchi a C, si caratterizzerà per regolarità e semplicità, con lo scopo anche di facilitarne la conversione, a giochi ultimati, in studentato (tutti i progetti finalisti hanno collocato qui le residenze degli sportivi).
I promotori immobiliari e i tempi
Il concorso è stato bandito dal Gruppo Fs; l’iniziativa è invece sostenuta dal fondo d’investimento Porta Romana, promosso e gestito da Coima Sgr e sottoscritto da Covivio, Prada Holding, che a gennaio 2020 si sono aggiudicate l’area per 180 milioni. Della realizzazione e successiva trasformazione del Villaggio si occuperà Coima, che svilupperà anche la parte residenziale libera e agevolata; Covivio realizzerà invece le funzioni a uso ufficio e servizi, mentre Prada Holding, interessata al parco, realizzerà un edificio a uso laboratorio e uffici per estendere le proprie attività.
Per rispettare le scadenze stabilite, Outcomist dovrà consegnare l’elaborato finale entro fine maggio (causa Covid l’aggiudicazione dell’area si è conclusa con dodici mesi ritardo), mentre il progetto delle strutture olimpiche entro ottobre (la cui consegna è fissata per luglio 2025). Lo sviluppo del masterplan terrà anche conto delle indicazioni della giuria, dei promotori e delle osservazioni dei cittadini, che verranno raccolte nella fase di consultazione pubblica, che si concluderà il 30 aprile.
Ex scali: a che punto siamo
Se per Porta Romana siamo al masterplan preliminare, per gli scali Farini, il più consistente (400.000 mq), e San Cristoforo, il masterplan è stato vinto dal team guidato da Oma e Laboratorio permanente. Su Farini nascerà un parco lineare di oltre 25 ettari, il campus dell’Accademia di Brera e mille appartamenti di edilizia residenziale sociale, che diventeranno 1.500 con l’edilizia convenzionata ordinaria. Sui 73.000 mq dell’ex scalo Greco-Breda è previsto un quartiere di housing sociale con case in affitto e 45.000 mq di verde (il progetto “Innesto” è di Barreca & La Varra all’interno del bando internazionale di Reiventing Cities promosso da Redo). Per Lambrate si è da poco conclusa la seconda fase di C40-Reiventing Cities 2: tra le quattro le proposte pervenute da società di sviluppo immobiliare e cooperative di abitazione (Redo, Co-Inventing, Sant’Ilario e Castello), a fine aprile si conoscerà il vincitore. Lo scorso ottobre l’area di Rogoredo è stata aggiudicata a Redo a seguito di un concorso d’idee (AAArchitetti cercasi) promosso da Confcooperative Habitat. Il futuro di Porta Genova attende invece le decisioni delle ferrovie circa la dismissione della vecchia stazione.
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concorsi , Milano , rigenerazione urbana
Last modified: 7 Aprile 2021