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Vittoria StefaniniWritten by: Progetti

Roma riparte dai concorsi?

Roma riparte dai concorsi?

Dalla riqualificazione di Testaccio, ai poli Monteverde e Flaminio, alla valorizzazione dell’Augusteo; purché politica e burocrazia non si mettano di traverso…

 

ROMA. Con la proclamazione dei vincitori della seconda fase per il nuovo mercato San Giovanni di Dio e per il polo civico Flaminio si è conclusa la serie dei concorsi banditi nell’arco del 2020 da Roma Capitale con il supporto dell’Ufficio concorsi dell’Ordine architetti Roma (guidato da Mattia Darò e Andrea Iacovelli). Questi ultimi bandi sembrano delineare, insieme ai precedenti, un sistema di nuove centralità “contemporanee” capaci di attivare processi aggregativi non solo a livello locale ma anche, in una logica di più ampio respiro, alla scala urbana. Un anno cadenzato quindi dall’avvio di nuove procedure su temi funzionali differenti, dal mercato al centro culturale, dagli spazi pubblici alla riqualificazione di un intero ambito urbano, come nel caso del concorso di Testaccio, ma anche dalla conclusione di lavori da tempo programmati, come il restauro e la valorizzazione dell’Augusteo.

Se dunque appare chiara una rinnovata fiducia dell’amministrazione capitolina nel concorso di progettazione a procedura aperta in due gradi come strumento imprescindibile per la riqualificazione del territorio e dell’ambiente costruito, resta a questo punto da augurarsi che questa nuova serie di bandi aggiudicati non s’impantani in procedure burocratiche e contrasti politici.

 

La riqualificazione di Testaccio

Bandito dal Municipio Roma I in collaborazione con l’Ordine degli architetti e il Cnappc, il concorso in due fasi per un “Progetto pubblico unitario compreso tra via Marmorata, via Galvani, via Zabaglia, via Caio Cestio e lo studio di fattibilità del sub-ambito di via Paolo Caselli per artigianato di servizio e studi di artista” aveva come obiettivo quello di acquisire una proposta di ristrutturazione urbana per un’area di proprietà pubblica (51.500 mq) tra il Monte dei cocci e la Piramide Cestia, confinante a sud con il cimitero acattolico e a est con l’edificio delle Poste di Adalberto Libera e Mario De Renzi.

L’area ad oggi presenta una situazione di degrado data dalla presenza sia di un borghetto abusivo che ospita attività artigiane, studi di artisti e residenze, sia di una grande voragine frutto di un tentativo fallito di realizzare un parcheggio sotterraneo nel sedime dello storico campo di calcio della Roma. Il bando prevedeva la ricollocazione delle attività artigiane e artistiche in nuove strutture, la realizzazione di una serie d’impianti sportivi che confermassero la vocazione storica dell’area e la riqualificazione del sedime dei complessi scolastici adiacenti.

La giuria, presieduta da Chiara Cecilia Cuccaro, ha eletto a vincitore della seconda fase lo studio locale Sycamore, con una soluzione che individua quattro ambiti funzionali – parco, laboratori artistici, scuola e sport – e mira ad aprire traguardi visuali inediti attraverso un’architettura minimale. Gli edifici per laboratori artistici sono disposti nel parco come isole collegate tra loro da una maglia strutturale tra cui si diramano gli spazi espositivi, per il gioco e la socialità. I plessi scolastici sono stati integrati nel progetto ripensando percorsi e connessioni con il campo Testaccio e con il nuovo parco urbano. Il vincitore si è aggiudicato il piano urbanistico esecutivo e il progetto definitivo per il nuovo insediamento, il cui costo complessivo previsto è di 8,2 milioni.

A concorso appena concluso, tuttavia, l’intera iniziativa è stata messa in discussione dal Comune, che ha richiesto indietro l’area del campo Testaccio, e dalla Regione Lazio, che procede contemporaneamente con un proprio programma di recupero del campo sportivo.

 

Dal mercato rionale per Monteverde al polo civico per il Flaminio

È di settembre il bando di Roma Capitale, sempre in collaborazione con l’Ordine e il Cnappc, per la realizzazione del nuovo polo civico Flaminio e del nuovo mercato San Giovanni di Dio a Monteverde. Due concorsi in parallelo per aree della capitale distanti, eppure accomunate da un intento di rigenerazione urbana e di riattivazione culturale e sociale attraverso nuove funzioni fruibili lungo tutto l’arco della giornata.

Il bando per il nuovo mercato rionale di Monteverde mirava alla costruzione di un’opera pubblica che sapesse mettere insieme la funzione mercatale con quella di piazza e luogo di aggregazione, assumendo il ruolo di nuova centralità per il quartiere, vitale anche oltre l’orario di apertura. La giuria, presieduta da Giacomo Guastella, ha eletto vincitore della seconda fase il gruppo romano formato da Giorgio Scarchilli (ZEROSPAZIO architettura e ingegneria) Alessandro Parena, Damiano Capuzzo e Nicola Braggio.

Il progetto prevede la standardizzazione di un modulo a base quadrata di 2,5 m di lato che, ripetuto serialmente all’interno di una griglia, dà origine a uno schema di “rioni” formati da cellule di più moduli disposti intorno a uno spazio comune. Seguendo le regole della griglia l’insieme di più rioni porta alla definizione di una piazza centrale, cuore pulsante dell’intero sistema. Il mercato è inteso come estensione dello spazio pubblico del quartiere: una grande piazza in cui vengono marcate le aree d’ingresso per catalizzare i flussi.

Il bando per il nuovo polo civico Flaminio aveva come obiettivo la realizzazione di nuovi servizi pubblici attraverso il recupero di due padiglioni dell’ex Stabilimento militare materiali elettronici e di precisione di via Guido Reni. L’area era stata già oggetto nel 2015 del concorso internazionale per la Città della Scienza vinto dallo Studio 015 Viganò, aggiudicatosi la redazione del masterplan e dell’ambito destinato alle funzioni private. I servizi pubblici di livello locale previsti dal programma e oggetto del nuovo concorso comprendono una nuova biblioteca e una Casa del quartiere, quale spazio di aggregazione con funzioni plurime a scala anche urbana.

La giuria, presieduta anche qui da Cuccaro, ha assegnato il primo premio al gruppo formato da ApiùM2a Architects, Sinergo Spa e studio Demogo. La proposta della squadra veneta pone l’accento sulla posizione strategica dell’area quale elemento di testa del comparto urbano dell’ex Caserma, attraverso uno schema flessibile e adattabile nel tempo. Il progetto propone uno spazio fluido in cui le differenti funzioni sono tenute insieme, a livello del suolo, tramite un percorso pavimentato continuo, alternato ad aree verdi, destinate alla “foresta urbana del sapere”, e a sedute “speciali” in grado di attivare convivialità e incontro. A questo articolato parterre fa da contrappunto una grande pensilina metallica che ricalca in negativo il rapporto tra pieni e vuoti del comparto.

Per la trasformazione dell’intera area, resta da capire se e come sarà avviata la realizzazione del comparto pubblico più rilevante del masterplan, quello destinato alla Città della Scienza.

 

L’Augusteo, finalmente!

Infine un’opera emblematica per la Capitale, a quattordici anni dal suo avvio da parte dell’Amministrazione, si avvicina a un primo importante traguardo: la parziale apertura al pubblico del Mausoleo di Augusto dopo i restauri condotti dalla Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali. Le indagini archeologiche preliminari furono avviate nel 2006 contestualmente al concorso internazionale per la riqualificazione del Mausoleo e di Piazza Augusto Imperatore bandito dall’amministrazione Veltroni e vinto dal gruppo guidato da Francesco Cellini.

Dopo la prima fase di restauro conservativo terminata nel 2019 mediante un finanziamento pubblico di 4.275.000 euro, è attualmente in corso la fase di “valorizzazione” del monumento, finanziata dalla Fondazione TIM con ulteriori 6 milioni. Quest’ultimo intervento ha incluso la sistemazione di numerose concamerazioni interne ai muri e l’allestimento di un percorso museale chiuso, suscitando non poche polemiche circa l’opportunità di costruire una copertura in acciaio e vetro per la chiusura degli ambienti, con una nuova struttura ancorata a quella antica. La proposta presentata al concorso dal gruppo Cellini prevedeva invece interventi minimi, con pochi consolidamenti dove necessario e una musealizzazione più limitata, preservando più integralmente la condizione di monumento a cielo aperto. Ma a seguito del concorso a Cellini è stato affidato esclusivamente il progetto di sistemazione generale degli spazi intorno al monumento, che prevede la realizzazione di una piazza ribassata antistante il dromos, spazi a servizio del monumento e una piazza verde alla quota della città attuale. Con i lavori avviati solo a maggio 2020, a ben quattordici anni dall’aggiudicazione del bando, la conclusione del primo lotto della piazza è prevista per dicembre 2021, parallelamente alla consegna del secondo lotto dei lavori finanziati da TIM. Nell’attesa, dall’1 marzo 2021 al 21 aprile (data del Natale di Roma), si potrà accedere all’area centrale dell’Augusteo, chiuso dal 2007.

Autore

  • Vittoria Stefanini

    Architetta e dottore di ricerca in Paesaggi della città Contemporanea presso l’Università di Roma Tre. Ha trascorso due periodi di studio alla Royal Danish Academy of Fine Arts di Copenaghen e alla Facultad de Arquitectura y Urbanismo di Santiago del Cile. Collabora con diversi studi di architettura a Roma e Vienna, acquisendo esperienza nell'ambito dei progetti complessi alla scala urbana. Dal 2014 dedica la sua attività di ricerca al rapporto tra stazioni ferroviarie e contesto urbano. Parallelamente, svolge attività di supporto alla didattica e coordinamento di workshop e programmi internazionali per Roma Tre, collaborando come docente esterno nel Rome Program dell’University of Waterloo e del Pantheon Institute

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Last modified: 18 Gennaio 2021