Quest’anno l’appuntamento del 29 giugno sarà celebrato “a distanza”
L’edizione 2020 della Giornata mondiale del Disegno industriale (WIDD) avrà un sapore diverso. Giugno avrebbe dovuto portare l’Europa e molti Paesi al di fuori della pandemia, o comunque in una fase 3 (per definirla all’italiana) di poderosa ripartenza. Così non è stato. E non si tratta solo di strascichi da controllare o di nuovi focolai da arginare. È come se il virus stesse prolungando ad oltranza le riflessioni sulla vita attuale e su come la vita vada in qualche modo riprogettata. L’edizione 2020 della WIDD, quindi, nasce in un contesto di forte precarietà, si alimenta d’ideali e si concretizza attraverso una virtualizzazione generale delle iniziative.
Due, in particolare, i punti sui quali si fondano spirito ed attuazione del programma. “Celebrare il potere del design per la vita di tutti i giorni”. Questo lo slogan adottato dagli organizzatori, un invito a riflettere sulla nostra relazione con gli oggetti che ci circondano, a selezionare quelli che hanno realmente contribuito a rendere la vita migliore e a cestinare tutto ciò che, in piena emergenza, si è rivelato di colpo inutile o superfluo. La World Design Organization invita quindi a ripensare i nostri prodotti, a gettare nuova luce sugli oggetti di uso quotidiano, a suggerire opzioni più sostenibili per indirizzare i nostri stili di vita. Il virus ha posto nuove sfide, il design dovrebbe rispondere a tema e concepire ambienti, case e città con una grande capacità di anticipazione visionaria. Non è affatto scontato, infatti, che prolungati periodi di lockdown siano ormai acqua passata e nessuno, oggi, può assicurare la totale protezione da contagi globali. Per molto tempo sentiremo parlare di design per la convivenza, convivenza con agenti patogeni e fobie che hanno devastato uomini ed economie.
Il secondo punto è la virtualizzazione degli eventi, la richiesta di partecipazione in un programma collettivo che fornisca piccole risposte per un mondo migliore. La WIDD, oltre ad essere un marchio registrato, è diventato un programma open source all’interno del quale si può contribuire ed interagire a livello globale mediante un prontuario strutturato in 15 ispirazioni:
1) Invitare le città ad investire in una guida sulla WIDD scaricabile online;
2) Rivisitare i classici o scoprire nuovi libri sul design;
3) Avviare un podcast di progettazione;
4) Ospitare tavole rotonde, lezioni o seminari online;
5) Ospitare webinar o chat online;
6) Creare video brevi per celebrare team di designer;
7) Condividere i video degli eventi #WIDD2020;
8) Condividere i profili dei designer sui canali social;
9) Organizzare eventi online per le design community;
10) Organizzare e lanciare concorsi di design;
11) Partecipare a premi e concorsi sul disegno industriale;
12) Ospitare sfide virtuali tra progettisti;
13) Organizzare un hackathon sul design;
14) Celebrare la #WIDD2020 sui social;
15) Tradurre il codice etico o la definizione di disegno industriale della WDO.
Non resta dunque che riflettere e collegarsi. Il 29 giugno, curiosando sul portale dell’evento, avremo la possibilità di specchiarci in una società diversa, di leggere le infinite direzioni che una mente creativa può ipotizzare per sopravvivere e tirarci fuori dalle grinfie di questo anno bisestile. Sicuramente avremo modo di capire se la professione del designer avrà subito danni permanenti o se sarà risultata, semplicemente, asintomatica.
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coronavirus
Last modified: 17 Giugno 2020