Con 9 progetti residenziali, riaperta dal 29 maggio al Musa di Vienna la mostra “Richard Neutra. California living”; fino al 20 settembre
VIENNA. Come tanti esponenti di spicco della Vienna tra Otto e Novecento, Richard Neutra nacque nel 1892 nel quartiere ebraico della capitale asburgica da una famiglia d’immigrati. Il padre, di origini ucraine, era riuscito ad impiantare una fonderia, un’attività che affascinò a lungo il futuro architetto. Durante gli anni di formazione al Politecnico fu conobbe le idee di Otto Wagner, di cui fu grande ammiratore, e di Adolf Loos, di cui seguì i corsi alla Scuola di architettura. Fu amico fra l’altro di Ernst Freud, figlio dello psicanalista e anch’egli architetto, nonché di Rudolph Schindler, che lasciò l’Austria già nel 1914.
Dopo la devastante esperienza della prima guerra mondiale nei Balcani, e dopo essere guarito da malaria e tubercolosi, Neutra decise anch’egli di emigrare e nel 1923 ottenne l’agognato visto per gli Stati Uniti, che diventarono la sua seconda patria. Dal 1925 si radicò a Los Angeles. Nel secondo dopoguerra tentò di affermarsi a Vienna negli anni ’60 ma non vi riuscì, nonostante la sua fama fosse percepita come più che luminosa anche in Austria, dove oggi soltanto un edificio, costruito nel 1932 nell’ambito della Wiener Werkbundsiedlung, porta la sua firma.
Il progetto californiano con cui assurse a fama internazionale fu la Lovell Health House (1927): una delle prime costruzioni negli Stati Uniti dotata di uno scheletro in acciaio, montato in sole 40 ore. Un successo che gli portò un cospicuo numero d’incarichi, tanto che dei 300 progetti della sua lunga carriera, la gran parte furono realizzati in California, e furono oggetto di crescente attenzione anche mediatica, culminata nel 1949 con il ritratto di Neutra sulla copertina della rivista “Time”.
Alla riscoperta dei progetti d’oltreoceano
Dalla concentrazione geografica della sua attività, soprattutto nella vasta area di Los Angeles, è derivata l’idea del Wien Museum di tornare a cercare le tracce di quei progetti. Una sorta di viaggio per documentare e rifotografare quegli edifici mostrandone il loro stato attuale, e fare il punto sia sull’humus viennese che plasmò Neutra, sia sulla sua rilevanza ancor oggi.
Il risultato di quella ricerca è la mostra “Richard Neutra – Wohnhäuser für Kalifornien” (Richard Neutra. Case per la California), fino al 20 settembre al Musa, seconda sede del Wien Museum. Il focus scelto dal fotografo David Schreyer e dal cocuratore Andreas Nierhaus, sono 9 progetti emblematici: piccole unità unifamiliari ad uso privato, che vengono mostrate nel loro aspetto e utilizzo attuale e che i curatori illustrano inoltre attraverso colloqui con i proprietari odierni.
Neutra viene considerato fra l’altro un precursore dell’architettura ecologica, per quella sua spiccata cura nel collegare strettamente gli edifici e la natura circostante, tenendo conto sia delle reali esigenze della committenza, sia degli aspetti climatici, e privilegiando una sobrietà formale opposta al decorativismo conosciuto nella Vienna dell’infanzia. Le sue case californiane concepite per la media borghesia, sono ora perlopiù abitazioni di lusso, inserite con discrezione in una natura lussureggiante, ma non di rado minacciate dalla demolizione per via della loro contenuta superficie su terreni di elevatissimo valore.
Interessante è la presentazione in mostra, basata su fotografie di esterni e interni, documenti dalla vita di Neutra, testi di e sulla sua persona e la sua carriera: il tutto innestato su una scelta di emblematici materiali riguardanti il substrato viennese della sua giovinezza, con i grandi fermenti anche in architettura ma anche con il crescente antisemitismo, e con il rovinoso ed economicamente disastroso declino dell’impero, suggellato dalla prima guerra mondiale, che contribuì al suo desiderio di espatriare.
Assai utile il volume Los Angeles Modernism Revisited che accompagna la mostra, documentandola e allargando lo sguardo al modernismo di marca californiana.
Richard Neutra: California living
Wien Museum MUSA, Vienna
Fino al 20 settembre 2020
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mostre , stati uniti , vienna
Last modified: 1 Giugno 2020