Il modello, il contenuto, le modalità e i termini di invio della comunicazione saranno stabiliti con apposito decreto direttoriale
Dopo aver affrontato il capitolo DISEGNI+4, proviamo ad approfondire lo strumento del credito d’imposta come misura agevolativa per le imprese creative. Bisogna fin da subito specificare che in “Gazzetta ufficiale” si fa riferimento ad imprese operanti solo in alcuni settori, come tessile, moda, calzaturiero, occhialeria, orafo, arredo e ceramica. Che, sicuramente, rappresentano una buona parte ma non tutti i settori in cui il design opera, soprattutto se li compariamo alla definizione della Commissione Europea di industrie creative collegate al mondo manifatturiero. In queste ultime sono incluse, infatti, anche le imprese operanti nei settori “automotive, art, crafts, decoration, lighting, interior design materials and products, luxury, sport and toys”. Sempre in “Gazzetta”, comunque, si rimanda all’individuazione di altri settori “con successivo decreto ministeriale”.
La misura si pone l’obiettivo di stimolare la spesa privata in “Innovazione” per sostenere la competitività delle imprese e per favorirne i processi di transizione digitale e nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale. Le beneficiarie sono le imprese residenti nel territorio nazionale, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali.
Il contributo, a titolo di credito d’imposta, sarà riconosciuto per attività di design e ideazione estetica finalizzate alla concezione e realizzazione di nuovi prodotti e campionari in misura pari al 6% delle spese agevolabili e nel limite massimo di 1,5 milioni. Le voci di spesa principali riguarderanno il personale direttamente impiegato presso le strutture produttive (titolare di rapporto di lavoro sia subordinato che autonomo). Da sottolineare che le spese di personale al primo impiego di età inferiore ai 35 anni in possesso di laurea in design o altri titoli equiparabili sono meglio agevolate, in quanto concorrono a formare la base di calcolo per un importo pari al 150% del loro ammontare. Sono inoltre oggetto di agevolazione le quote di ammortamento, i canoni di locazione finanziaria e semplice e altre spese relative ai beni materiali mobili utilizzati nelle attività di design. Tra le spese acquisibili esternamente, si agevolano sia i contratti con professionisti, studi e altre società, sia le spese per servizi di consulenza (queste ultime nel limite massimo del 20% delle spese di personale o per contratti). Finanziabili infine, anche queste nel limite massimo del 30% delle spese di personale o per contratti, le spese per materiali o forniture. Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione in tre quote annuali di pari importo, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione. Si consiglia, per ogni nuova iniziativa caratterizzata da attività di design e ideazione estetica, di simulare i possibili scenari e tracciare le possibili spese imputabili ai progetti, al fine di analizzare benefici e pertinenza degli interventi.
Per saperne di più: mise.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/credito-d-imposta-r-s
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Last modified: 4 Marzo 2020