Strategie di rigenerazione urbana nella capitale spagnola attraverso un triplice concorso per biblioteche comunali in quartieri periferici
MADRID. Il recente concorso di progettazione per tre biblioteche comunali offre un’occasione eccezionale per misurare i cambiamenti recenti delle politiche urbane e della cultura architettonica nella capitale spagnola. Il più generale tra questi è il dichiarato passaggio dalle grandi espansioni urbane e i progetti promossi “dall’alto”, come l’emblematico Madrid Rio o i cosiddetti PAU (Programa de Actuación Urbanística), alle azioni misurate di riqualificazione a scala di quartiere, che rispondono a domande locali e a processi di partecipazione sociale. Infatti, la scelta delle localizzazioni per le nuove biblioteche deriva da una ricerca avviata nel 2016, in cui sono stati segnalati tre quartieri periferici di recente sviluppo con un deficit di servizi: Las Tablas e Montecarmelo a Nord, e Butarque nel distretto di Villaverde a Sud. Quartieri relativamente isolati, dalle basse densità abitative (meno di 35 abitazioni per ettaro) e privi di qualità urbana e architettonica, nei quali si vuole introdurre un senso d’identità e appartenenza attraverso i nuovi interventi pubblici.
Le biblioteche si presentano, quindi, come occasioni per produrre segni riconoscibili attraverso l’innovazione formale e programmatica. Esse sono concepite non più come spazi protetti per il silenzio e la conservazione di fondi bibliografici, bensì come centri di vita sociale e culturale per le comunità locali. Si capisce allora il valore fondamentale dei processi di partecipazione che hanno coinvolto gli abitanti dei quartieri nella definizione delle domande funzionali, spaziali e materiali raccolte nel bando, che non ha risparmiato nessuna delle buone intenzioni delle politiche urbane contemporanee: efficenza energetica, uguaglianza di genere, autogestione, spazio pubblico inclusivo, ecc. Ma le intenzioni dichiarate e pubblicizzate dalla Municipalità, insieme alle premesse di partecipazione e alla svolta verso i piccoli interventi, sembrano sfumare se consideriamo come i grandi progetti “dall’alto” hanno trovato una continuità di fondo nella città, rilevabile in casi come le trasformazioni della Plaza de España e del Mercado di Legazpi, o l’operazione Chamartín.
Gli esiti del concorso
Le proposte premiate o menzionate dalla giuria del concorso tra i 334 partecipanti (!) manifestano tendenze altrettanto riconoscibili, nonostante la loro apparente diversità. Ricerca sulla piccola scala e la frammentazione, variazioni su sistemi modulari, rassicuranti evocazioni pop, enfasi nella definizione formale di elementi mobili e congegni in risposta alle domande di flessibilità, evocazioni e metafore collegate al verde (giardini, orti, paesaggi), alle reti immateriali e ai giochi, alla domesticità, sono alcuni dei temi che attraversano i progetti e permettono di capire le loro contraddizioni. Tra queste spicca la volontà di costruire un polo d’identità con forme scomposte e amichevoli, attente solo alla scala umana, che in alcuni casi rievocano l’architettura “senza volto” dello strutturalismo olandese, come nel progetto vincitore a Las Tablas (Picado de Blas Arquitectos). È evidente inoltre la contraddizione tra lo stimolo alla partecipazione e appropriazione libera dello spazio da parte dell’utente, e l’uso di forme e geometrie fortemente caratterizzate, solo in apparenza flessibili, presente in molti dei progetti selezionati tra cui quelli premiati con il primo e secondo posto a Montecarmelo (Raúl Garcia Cuevas; Gonzalo Coello de Portugal, Marta Granda Nistral e Binom Architects). Altre proposte, come quella vincitrice a Villaverde (Miguel Ángel Díaz Camacho) o la seconda premiata a Las Tablas (Rica Studio) hanno evitato, almeno in parte, queste contraddizioni.
Ma la tendenza più significativa è quella che vede il predominio dell’immagine comunicativa e delle componenti narrative sui contenuti spaziali e organizzativi, materiali e costruttivi che sono considerati più specifici dell’architettura. Questo appiattimento o perdita di spessore sfocia, puntualmente, nelle tecniche grafiche del fumetto, dei videogiochi e delle interfacce digitali, e in un’enfasi sugli involucri resi comunicativi attraverso texture e schermi. Il divario tra architetture “immaginate”, cioè progettate e costruite dall’immaginazione, e immagini di architetture senza contenuto costruttivo, ridotte a comunicazione retorica, è forse una delle conseguenze più ambigue di un sistema, quello del concorso e della più generale concorrenza mediatica, che è penetrato profondamente nelle nostre scuole di architettura. Anche in scuole, come quella di Madrid, che si sono presentate come bastioni di qualità tecnico-costruttive e rigori formali ormai superati, almeno sulla carta.
Concorso per tre biblioteche comunali a Madrid
Banditore: Comune di Madrid in collaborazione con Ordine Architetti Madrid (COAM)
Data di pubblicazione del bando: 19 settembre 2018
Scadenza per la consegna dei materiali: 20 dicembre 2018
Data di pubblicazione dei vincitori: 22 marzo 2019
Sito web e fonte delle immagini: coam.org
Biblioteca di Las Tablas
Localizzazione: calle Castillo de Candanchú
Superficie costruita (fuori terra): 2.200 mq
Preventivo: 3.678.344 euro
1º premio: Picado de Blas Arquitectos
Biblioteca di Montecarmelo
Localizzazione: calle Monasterio de Silos
Superficie costruita (fuori terra): 2.188,80 mq
Preventivo: euro 3.521.954,30
1º premio: Raúl García Cuevas
Biblioteca di Villaverde
Localizzazione: calle Calcio
Superficie costruita (fuori terra): 1.893,50 mq
Preventivo: euro 3.116.473,78
1º premio: Miguel Ángel Díaz Camacho
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concorsi , madrid , rigenerazione urbana
Last modified: 13 Maggio 2019