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Written by: Città e Territorio

Cronache cinesi. Per le Olimpiadi invernali Pechino imita la Ruhr

Cronache cinesi. Per le Olimpiadi invernali Pechino imita la Ruhr

Quinta puntata del report, a cura di Maria Paola Repellino (China Room). A Pechino, l’ex acciaieria di Shougang diventerà un modello su scala mondiale per il recupero industriale combinando sport e nuove tecnologie

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Lo scorso 13 febbraio il People’s Government of Beijing Municipality ha reso noto il piano di azione per lo sviluppo del distretto di Shijingshan, ad ovest di Pechino, che comprende l’ex acciaieria di Shougang. L’obiettivo è salvaguardare la grande scala dell’impianto (circa 8,5 kmq) e le sue strutture monumentali, trasformandolo in un hub per la cultura sportiva e post-industriale in occasione delle Olimpiadi invernali del 2022. Con l’inizio degli scavi per la costruzione della prima sede olimpica del Big Air, il salto acrobatico con lo snowboard, il fermento in vista delle Olimpiadi è sempre più palpabile. A quasi 9 anni dallo spegnimento delle fornaci il paesaggio industriale di Shougang è pronto a ripartire, restituendo un’area troppo a lungo sottratta ai suoi abitanti.

La produzione di Shougang, una delle principali acciaierie della Cina, venne interrotta nel 2005, al fine di ridurre l’inquinamento di Pechino per le Olimpiadi del 2008, e rilocata a circa 200 km nella baia di Bohai. Dopo anni di proposte di riqualificazione dell’area, che l’hanno vista potenzialmente diventare tra gli altri un parco a tema e un nuovo polo direzionale, i Giochi invernali sono stati il reale motore per avviarne un attento piano di riqualificazione e valorizzazione. La consapevolezza del ruolo che i complessi industriali del periodo maoista hanno avuto nello sviluppo della società attuale è ogni giorno più sentita, e per questo motivo il governo sta cercando di definire delle linee guida che abbiano tra le prescrizioni una maggiore attenzione al patrimonio edilizio esistente.

Dopo gli iconici edifici realizzati per le Olimpiadi 2008 la Cina non ha più bisogno di esibire la propria immagine internazionale sulla scena mondiale; piuttosto, può concentrarsi sul proprio territorio e sullo sfruttamento dell’evento come veicolo di diffusione sportiva. Shougang è il luogo ideale per rappresentare questo cambio di direzione. Le Olimpiadi 2022 possono così diventare vetrina per mostrare al mondo l’attenzione che la Cina sta ponendo verso il proprio territorio e la propria storia. Il recupero industriale è un tema estremamente simbolico per questo Paese e Shougang è avviata a diventarne un modello su scala nazionale e mondiale combinando sport e nuove tecnologie.

Con la trasformazione dei silos dell’area nord nella sede del Comitato Olimpico ha preso il via un programma che sta affrontando il recupero dell’infrastruttura nel suo complesso a partire da interventi puntuali. Ai progettisti è stato richiesto di concentrarsi sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale; d’intervenire su spazialità e morfologia esistente per innescare processi sociali profondamente differenti da quelli previsti in passato.

Esaminando i progetti avviati o già realizzati, si possono riconoscere tre principali strategie di conservazione. Interventi come la West Ten Winter Olympic Plaza, nella porzione nord, e lo Shougang Park Hotel, a sud, sono caratterizzati da interventi più radicali, che agiscono direttamente sulle strutture originarie, modificandone a volte in maniera invasiva involucri e livelli interni. Il patrimonio industriale è valorizzato ricercando un rapporto più stretto tra uomo, paesaggio industriale e naturale, attraverso la trasformazione dei volumi originali o l’affiancamento di nuovi.

Un secondo approccio mantiene intatte spazialità, struttura e morfologia, aggiungendo un plug-in dell’edificio originale in cui collocare le nuove funzioni. Così lo Shougang Holiday Inn Express si compone di un volume in acciaio e vetro che si sovrappone all’edificio in intonaco rosso della Returning Coke in cui sono ricavati gli spazi delle camere. Mentre nella Oxygen Factory viene inserito un volume vetrato sospeso che racchiude spazi destinati all’accoglienza del pubblico, trasformando la quota zero in un playground.

Infine, la sede di allenamento del team nazionale di sport sul ghiaccio del Four Ice Rinks, situata nel padiglione del Clean Coal Workshop, e il nuovo Museo di Shougangsituato nella No. 3 Blast Furnaces’inseriscono in maniera rispettosa nei volumi esistenti. Lasciando inalterati i segni del tempo e rimuovendo tutti quegli elementi che ne intralcerebbero la visione, il visitatore può apprezzare da un punto di vista inedito l’aspetto dicotomico tra il passato industriale e il paesaggio naturale in cui è immerso.

Il carattere interdisciplinare e forme di conservazione più critica evidenziano quanto la discussione sul recupero urbano si sia approfondita negli ultimi anni. L’auspicio è che questa esperienza possa effettivamente rappresentare un contributo teso alla sperimentazione d’interventi che siano reale punto d’incontro tra memoria fisica ed assetti futuri.

Immagine principale: Shougang (© Arup)

Autore

  • Camilla Forina

    Nata a Roma, dopo la laurea triennale conseguita presso l'Università di Roma 3 prosegue il percorso accademico presso il Politecnico di Torino, dove si laurea nel 2017 con una tesi magistrale inerente la riqualificazione dell’ex area industriale di Shougang a Pechino. Dal 2018 collabora con il gruppo di ricerca China Room del Politecnico di Torino

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Last modified: 13 Maggio 2019