Presentato il progetto del museo promosso dall’Associazione per il Disegno Industriale, in attesa di quello voluto dalla Triennale
MILANO. Una pubblicità di alcuni anni fa – vero tormentone della nostra società di allora già mediatica/commerciale anche prima di internet – affermava che due gusti sono meglio di uno. Milano sembra ora aver deciso che sia meglio avere due Musei del design invece che uno. In verità non è stata una decisione così facile e lineare. Dopo una ricca stagione di Musei del design allestiti tematicamente di anno in anno alla Triennale nel nuovo millennio – stagione che veniva da un’altrettanto ricca sequenza di mostre, ricerche ed eventi, che negli anni ‘90 avevano brillantemente indagato i “giacimenti del design” che si erano costituiti attorno alla capitale lombarda nel corso del Novecento arrivando anche a definire un modello di museo diffuso – quasi improvvisamente, un anno fa, partendo dalla conferenza stampa del Salone del Mobile 2018 con un endorsement al massimo livello, era stata ufficialmente lanciata l’idea di un Museo del design permanente. Nel frattempo, da alcuni anni era già partita l’elaborata costruzione di un Museo del design del Compasso d’Oro promosso da ADI e voluto dal Comune in una parte dell’affascinante area di rigenerazione urbana di Porta Volta, fra via Ceresio e via Bramante, allo scopo messa a disposizione.
Sembravano evidentemente due storie diverse, tanto che la nuova Presidenza della Triennale imboccò decisamente la via del nuovo Museo del design permanente con grande velocità e non senza qualche ripensamento, come la chiusura anticipata, e poi bloccata, del TDM 11 lo scorso settembre. A quel punto è partita una grande opera di conciliazione che ha portato, grazie al ruolo esercitato dalle istituzioni come Regione, Comune e con l’assenso del MiBAC, a far sedere tutti i protagonisti ad un tavolo per ragionare sul da farsi e trovare una soluzione.
Ed è così che ci siamo trovati il 30 gennaio seduti al 39° piano di Palazzo Lombardia in mezzo alle nuvole, indecise se scaricare neve o pioggia, in un grigio deliziosamente milanese, ad ascoltare la presentazione dell’ADI Design Museum Compasso d’Oro, tutti sorridenti anche se in vario modo.
Il presidente ADI Luciano Galimberti ha ricordato come dal 1954 il Compasso d’Oro, forte di ben 25 edizioni, sia un premio scientifico che, grazie ad un osservatorio nazionale formato da 150 esperti con un sistema di qualità orizzontale e non verticale, permetta di recensire il meglio nel mondo del Design al punto da essere dichiarato nel 2004 dal Ministero premio di “eccezionale interesse storico artistico” espresso in una collezione unica. L’assessore alle Politiche per il lavoro, sviluppo economico, università e ricerca Cristina Tajani, in rappresentanza del Comune che nel 2011 ha assegnato lo spazio a Porta Volta come sede permanente, ha salutato questo che, con l’altro polo di Triennale, è destinato ad un dialogo positivo in un lungo ed importante cammino.
Ed i numeri sono effettivamente importanti: 5.135 mq di superficie dei quali 3.000 espositivi per 2.346 opere in un luogo che è un esempio di recupero architettonico e rigenerazione urbana e che offrirà un’esperienza al pubblico, attraverso mostre itineranti e mostre a rotazione che “pongono domande e danno delle risposte” con uno sguardo al passato per ragionare sul presente pensando al futuro, sempre nella sintesi di Galimberti. Un progetto di grande respiro che, per l’assessore regionale Lara Magoni con delega al Design, si situa in un panorama costituito da 14.000 imprese del settore in Lombardia. A sua volta il presidente di Triennale Stefano Boeri è partito dal protocollo d’intesa, da poco firmato in nome di una comune responsabilità per costruire un futuro che poggia su una storia che prende le mosse dalla mostra del 1940 di Giuseppe Pagano per passare dalla X Triennale del 1954 e arrivare alle ricordate edizioni del TDM (volute ed ottenute con grande impegno e notevoli risultati dai precedenti presidenti Davide Rampello e Claudio De Albertis, da Silvana Annichiarico e da Andrea Cancellato), per riconoscere il valore “generativo” della collezione del Compasso d’Oro e dichiararsi aperto a soluzioni inclusive. Queste vedranno il museo di ADI muoversi in una dimensione narrativa e quello di Triennale in una di “messa in scena della collezione” che – ci dà così appuntamento ad aprile, mese del Salone del Mobile che anche in questo caso e con Federlegno sarà uno degli attori protagonisti – Joseph Grima, curatore, saprà calibrare per evitare il rischio di “passare dal nulla al troppo”. Mara Servetto, dichiaratasi quota rosa del gruppo di progettazione Migliore-Servetto-Lupi, sulla scorta di un evocativo schizzo di Ico Migliore [nell’immagine di copertina], ha presentato il progetto di una macchina espositiva per ADI che, sulla scena di una piazza urbana luogo di relazioni con diversi tempi e densità variabile, supera il modello di museo “chiodo parete” così come quello “luna park” per approdare a una “machine à montrer narrante”. Il presidente Galimberti ha poi completato la presentazione della squadra che si misurerà con un investimento di due milioni e vedrà competenze diverse come quella di Ceppi, De Silva, Finessi, Borzatta, Grigoli, Maggioni, Molinari, Spinelli. Sarà in particolare il compito dei curatori Beppe Finessi e Luca Molinari, chiamati anche in nome di un meritevole e doveroso dialogo con l’architettura in una dimensione politecnica, quello di tracciare le linee e i contenuti del museo.
Non ci resta che attendere di leggere la narrazione di oggetti che hanno un’anima nella storia in continua evoluzione del Compasso d’Oro messa in scena a Porta Volta, non senza passare ad aprile dal parco Sempione, ormai parco del design, per immergerci in altre collezioni.
Viva il Design, Vivano i Musei, Viva Milano!
ADI Design Museum Compasso d’Oro (fonte: comunicato stampa ADI)
La collezione storica del più prestigioso premio del design italiano diventa un museo rappresentativo del sistema design Italia. Con i suoi 5.135 metri quadrati di superficie, di cui 3.000 riservati alle aree espositive, sarà uno dei grandi musei d’Europa dedicati al design: oltre duemila pezzi in collezione con nuove acquisizioni a ogni edizione del premio, un’esposizione permanente con gli oggetti premiati dal 1954 a oggi, mostre tematiche, spazi per riunioni di lavoro e manifestazioni pubbliche: il nuovo ADI Design Museum Compasso d’Oro di Milano sarà un punto di riferimento di livello internazionale per tutte le attività – creative, produttive, economiche, professionali, sociali – che ruotano intorno al design.
Nel nuovo profilo di Milano, meta di un numero crescente di visitatori interessati all’alta qualità culturale della città, l’ADI Design Museum Compasso d’Oro intende rappresentare un punto di riferimento che si servirà degli strumenti digitali più aggiornati per offrire al grande pubblico un’esperienza di conoscenza pienamente coinvolgente. Vuole inoltre rappresentare una risorsa per gli studenti delle scuole di design, che potranno contribuire all’esplorazione dei rapporti tra i più celebri simboli del design e i comportamenti sociali.
Nell’area avranno sede, con il museo, gli uffici dell’ADI e della Fondazione ADI, sale riunioni, la biblioteca e l’archivio storico dell’ADI (che raccoglie oltre sessant’anni di documenti storici del design italiano), un bookshop e una zona dedicata alla ristorazione realizzata sulla scorta dell’esperienza ADI per EXPO 2015.
Il museo sarà allestito secondo il progetto elaborato da Ico Migliore, Mara Servetto (Migliore + Servetto Architects) e Italo Lupi, vincitore di un concorso nazionale. Il progetto è basato sull’idea di “museo narrante”, concetto portato avanti dagli architetti in numerose realizzazioni museali negli ultimi anni. Sarà un centro culturale aperto al grande pubblico, attivamente coinvolto nella conoscenza del design sul filo conduttore della collezione storica del Compasso d’Oro ADI: oltre sessant’anni della più apprezzata selezione della qualità del progetto, oggi aperta a prodotti di tutto il mondo con gli stessi criteri che le hanno guadagnato in oltre mezzo secolo la fiducia di progettisti, produttori e pubblico.
Le strategie di gestione del nuovo museo saranno indicate da un Comitato d’indirizzo formato da figure di spicco in settori che vanno oltre i tradizionali confini del mondo del design. Ne fanno parte i designer Walter de Silva e Giulio Ceppi con gli storici dell’architettura e del design Luca Molinari e Beppe Finessi. Ma con loro ci sono anche figure di primo piano del mondo dell’economia, delle imprese e della comunicazione: Paolo Borzatta, direttore di The European House – Ambrosetti; Alberto Spinelli, Confindustria Lombardia; Claudio Feltrin, presidente di Assarredo; Vincenzo Gringoli, Bain & Company; Monica Maggioni, Rai.
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Last modified: 6 Febbraio 2019
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