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Martha PollakWritten by: Reviews

Sea Ranch, paradiso al riparo dalle tempeste

Sea Ranch, paradiso al riparo dalle tempeste

Al MOMA di San Francisco la mostra dedicata alla pianificazione di uno straordinario sito ambientale e alla progettazione dell’omonimo insediamento sulla costa della California, di fronte all’Oceano Pacifico

 

SAN FRANCISCO (CALIFORNIA). Per quanto piccola ed evocativa, la mostra su Sea Ranch raccoglie molte informazioni in uno spazio compatto. La mostra illustra la storia della concezione e della realizzazione di un progetto unico per case-vacanza contraddistinto da elevati standard di pianificazione ambientale. Grazie all’intervento di un team di tecnici e progettisti, nella mostra vengono esposti i contributi di più architetti, paesaggisti e imprese immobiliari, tra i quali Joseph Esherick (1998), il team MLTW (Charles Moore – 1993, Donlyn Lyndon, William Turnbull – 1997 e Richard Whitaker), Lawrence Halprin, Barbara Stauffacher Solomon, nonché il principale architetto Al Boeke. 

Le fasi della costruzione del sito e dei suoi edifici sono documentate attraverso plastici realizzati appositamente dagli studenti di architettura del College of Environmental Design dell’Università della California a Berkeley. Accanto alla riproduzione di una stanza tipo di uno dei cottage di Sea Ranch si trova una presentazione video che mostra fotografie del sito e i commenti di Donlyn Lyndon, Mary Griffin (vedova di Turnbull) e Chip Lord (fondatore di Ant Farm), offrendo una riflessione ampia e nostalgica su questo esperimento sociale, architettonico e ambientale. La maggior parte della mostra si contraddistingue per l’esposizione di disegni e fotografie contemporanee provenienti dagli archivi dell’Università della Pennsylvania e dell’Università della California a Berkeley. Questa carrellata di immagini dimostra anche un fatto significativo, ovvero che i progettisti sono stati docenti (a Berkeley ma anche a Penn, Yale, MIT e all’Università di Illinois a Chicago).

Il sito di Sea Ranch, lungo 18 chilometri, occupa una ripida scogliera della costa californiana, situata 178 chilometri a nord di San Francisco. Durante lo sviluppo del progetto è stato fondamentale per tutti i professionisti coinvolti aderire a due principi secondo cui Sea Ranch non sarebbe diventato un sobborgo né una seconda casa per una élite ristretta. L’obiettivo era quello di preservare il sito – imponendo una serie di regole sull’intervento architettonico e la disposizione dell’insediamento – per migliorare le sue eccezionali, seppur fragili, caratteristiche naturali, al fine di garantire condizioni di maggiore benessere ai suoi abitanti e visitatori. L’alto promontorio di Sea Ranch occupa un tratto di terra tra l’autostrada costiera e il mare, ed era già suddiviso in sezioni perpendicolari alla costa da file di cipressi di Monterrey che riparano dai venti molto forti.

La storia agricola del sito e i granai esistenti hanno ispirato le prime strutture di Joseph Esherick chiamateHedgerow Houses” coperte da austeri tetti verdi. William Turnbull diede un primo contributo attraverso le sue proposte per il layout del sito nel 1964 e per leCluster Houses”. Ma il carattere e le intenzioni dell’insediamento furono stabiliti attraverso il “Condominium 1”, il complesso abitativo situato all’estremità meridionale di Sea Ranch che fungeva da vero e proprio manifesto architettonico. Queste erano le caratteristiche del linguaggio dello studio MLTW, teorizzato nel volume The Place of Houses (Gerald Allen, Donlyn Lyndon, New York, 1974), reso famoso sia dal rivestimento in sequoia non verniciato del cubo di 7,3 m per lato che rappresentava la principale caratteristica organizzativa di queste case, disposte in modo irregolare attorno a una corte interna; sia dalle famose “bisacce” aggiunte al cubo, che fornivano una chiara identità alle singole unità abitative. Le bisacce erano orientate in modo da catturare particolari viste sul paesaggio e per riparare dai venti, conferendo un aspetto organico che rifiutava la geometria euclidea. La superficie in pendenza continua della copertura è stata progettata per deviare le tempeste e abbinarsi alla forma scolpita dal vento degli alberi più longevi. Il sublime bosco verde di fronte al vasto oceano blu era quindi dotato di modesti requisiti abitativi. Le caratteristiche paesaggistiche del bosco sono state successivamente migliorate grazie al lavoro di Lawrence Halprin che ha portato il sito all’attenzione pubblica e ha combattuto la suburbanizzazione, aggiungendo anche un elemento di lusso con l’introduzione della piscina comunale (il nome Pacifico smentisce la qualità effettiva dell’oceano le cui acque sono gelide tutto l’anno). Sea Ranch è stato abilmente protetto dai venti, trasformandosi in una scultura ambientale, ed è stato reso vivace dai disegni audaci di Barbara Solomon per gli spogliatoi e gli altri spazi di uso comune. Il logo del sito e la creazione del brand Sea Ranch pensato per aiutare a orientare il visitatore in quello che a prima vista appare come una scogliera, sono stati tutti contributi di Solomon.

Per essere una comunità istituita per garantire la gestione di un sito di particolare valore ambientale, che ignora le accuse di elitarismo, Sea Ranch segna un capitolo importante nella storia della pianificazione utopistica americana, che in questo caso sembra avere i piedi per terra, in una regione selvaggia che richiede un’automobile per l’accesso.

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“Sea Ranch: Architecture, Environment and Idealism”

MOMA San Francisco

22 dicembre 2018 – 28 aprile 2019

 

Autore

  • Martha Pollak

    Nata in Transylvania (1951), ha conseguito la laurea in architettura all'Università Cornell e il dottorato al Massachusetts Institute of Technology di Cambridge. Insegna Storia dell'architettura presso il Dipartimento di Storia dell'arte dell'Università dell'Illinois a Chicago. Ha pubblicato libri sui trattati di architettura italiani, su Torino nel Seicento e sull'urbanistica barocca. Già curatrice delle recensioni per il «Journal of the Society of Architectural Historians», è corrispondente del Giornale dell'Architettura dal 2003.

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Last modified: 9 Gennaio 2019