Focus sui prototipi residenziali realizzati in seguito ai progetti selezionati per la terza edizione della mostra sull’abitare sostenibile e sulla rigenerazione urbana, presso il MACRO-Testaccio a Roma fino al 15 ottobre
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ROMA. La mostra “Eco-luoghi 2018” (dal 21 settembre al 15 ottobre al MACRO-Testaccio) rende visibili e visitabili alcuni progetti selezionati di professionisti che operano nel mondo dell’architettura sui temi dell’abitare sostenibile e della rigenerazione urbana. La mostra, alla sua terza edizione (2011-12, 2013-14 e 2017-18), presenta gli esiti di un consulto informale rivolto agli architetti e ingegneri sulla progettazione ambientalmente consapevole declinata su due linee: quella delle “Case per un abitare sostenibile” e quella dei “Progetti di rigenerazione urbana”.
La sezione “Progetti di rigenerazione urbana” identificava “progetti di riqualificazione architettonica e funzionale di spazi urbani e di recupero di aree industriali e territoriali dismesse, abbandonate e comunque da riconvertire o riqualificare”: sono stati selezionati sei progetti che hanno adottato soluzioni di risparmio energetico e in grado di ridurre il consumo del suolo.
La sezione “Case per un abitare sostenibile” richiedeva “di progettare, e poi eventualmente realizzare, con il contributo di una o più imprese italiane, un modello di casa ecologica monofamiliare da 45 mq di superficie utile «rispettando i requisiti di sostenibilità, efficienza energetica e sensibilità paesaggistica» del contesto. In mostra sono presentate quattro case tra quelle che appartengono alla selezione dei 5 progetti vincitori (uno è presentato in forma di plastico). Prototipi che materializzano alcune riflessioni sul progetto sostenibile per l’abitare, una rappresentazione concreta e costruttiva grazie alle imprese che si sono rese disponibili a realizzare il modello in scala 1:1.
Promotori dell’iniziativa sono l’Associazione Mecenate 90, il Ministero dell’Ambiente e l’Unioncamere.
4 case (+1) per un abitare sostenibile
Cart home
Un progetto, sviluppato secondo la tipologia della casa a patio, di React Studio (Lazio), incentrato sul tema dei materiali riciclati e del recupero delle acque; aspetto, quest’ultimo, di particolare importanza per il contesto d’inserimento del prototipo, collocato nel clima caldo secco del siracusano. Il carattere di sostenibilità risiede in prevalenza nelle scelte materiche, impiegando circa l’80% di materiali riciclati e il restante di materiali nuovi ma riciclabili. Tra i materiali utilizzati il cartone, selezionato per essere adatto a impieghi anche strutturali e con una massa volumica pari a 700 kg/mc, è impiegato con sezione quadrata e assemblato in continuità per definire una struttura portante lineare per gli elementi in elevazione, mentre in copertura gli stessi elementi ridimensionati sono impiegati come strato per la microventilazione della chiusura orizzontale superiore. Il processo di progettazione è stato gestito in BIM, consentendo così di controllare la modellazione dell’articolazione spaziale degli ambienti, il dimensionamento della stratigrafia dell’involucro e dei serramenti per ottimizzare l’efficienza energetica del progetto.
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—Domani
Un progetto di Laboratorio di Architettura (Reggio Emilia) ideato come strumento per la riqualificazione del parco edilizio esistente ed evitare il consumo di suolo, in quanto la sua collocazione è concepita in copertura a edifici preesistenti. Il prototipo si basa su un modulo industrializzato di circa 2 x 5 metri che può essere aggregato fino a definire il volume utile, possibile e massimo consentito dal piano d’appoggio della preesistenza. Il progetto è caratterizzato da due prospetti longitudinali chiusi e due trasversali completamente trasparenti con superfici vetrate ad alta efficienza. La struttura in elevazione è realizzata con profili metallici, i materiali per l’isolamento termico sono in poliestere ma ottenuti dalla riconversione dei rifiuti plastici e le chiusure verticali sono ventilate e rivestite in lastre di krion, un materiale artificiale composto da due terzi di minerali naturali e da una piccola percentuale di resine ad alta resistenza, riciclabile al 100%, che assolve alle prestazioni di elevata capacità di riflessione solare e resistenza agli UV e con proprietà antibatteriche e fotocatalitiche.
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—Home kit
“Home kit” è un progetto di UnoaUno-Spazio Architettura (Abruzzo) che ambisce a risolvere contemporaneamente il tema dell’abitare sostenibile e della flessibilità tecnologica e funzionale per accogliere le diverse esigenze dimensionali delle famiglie di oggi. In mostra è costruito il volume lasciato al nudo della soluzione tecnologica che definisce la struttura portante del manufatto. La soluzione proposta si basa sulla definizione di un elemento ligneo assemblato a secco: tale soluzione dovrebbe comportare un risparmio nel consumo di materiale pari a circa il 50% rispetto alle tecniche costruttive tradizionali delle strutture lineari in legno. Il componente ligneo è un elemento a C sagomato irrigidito da barre metalliche, sistema che permette la realizzazione sia delle chiusure verticali sia orizzontali, poi tamponate con rivestimenti anch’essi lignei. La modularità dell’elemento messa in evidenza nel prototipo Rivela la possibilità di definire, oltre lo spazio per l’abitare, uno spazio multifunzionale per altre attività.
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—Rural Evolution
Un progetto di Metamor Architetti&Associati (Puglia), pensato sul modello dell’albergo diffuso, nel contesto del paesaggio rurale pugliese del Parco Agricolo dei Paduli. Un modello per l’abitare sostenibile riconducibile al mondo agricolo e all’implementazione della fruizione del turismo responsabile. Il progetto ha previsto la realizzazione di uno spazio abitativo che si inserisca negli edifici rurali che caratterizzano il territorio e che hanno una dimensione spesso inferiore ai 45 mq. Sono state progettate due unità, una con le funzioni della zona notte e una con quelle della zona giorno con struttura portante lineare in legno a strati incrociati (Cross-Lam), ideate per essere inserite come nuovi nuclei in due ruderi esistenti nel parco. Questa operazione consente di limitare il consumo di suolo, rigenerare le strutture esistenti con materiali ecocompatibili e un involucro energeticamente efficiente, preservare l’identità e le caratteristiche materiali e formali delle architetture. Il processo di progettazione è stato un processo partecipato con le associazioni locali.
Woodhouse
Il quinto progetto (Categoria Junior – Federica Mares e Giallo Incitti – Nis Architects) è visibile – in versione di plastico – all’interno del Dipartimento di Architettura di RomaTre insieme alle tavole selezionate dalla Giuria per la sezione “Progetti di rigenerazione urbana”.
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concorsi , mostre , premi , rigenerazione urbana , roma
Last modified: 1 Ottobre 2018